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Edifici abbandonati ad Asti, Uniti si può riaccende il caso della palazzina Inps di via Massimo D’Azeglio

Contestando la Variante Urbanistica 39 appena approvata in Consiglio, il gruppo chiede se il Comune abbia intenzione di intervenire confrontandosi con la proprietà

Ad Asti si alza il tono dello scontro sui grandi immobili vuoti, sia di proprietà dello Stato, sia di privati, anche alla luce di quanto emerso durante il dibattito sulla Variante Urbanistica 39 approvata in Consiglio comunale prima di Pasqua. In breve, Asti ha troppi immobili vuoti, abbandonati, fatiscenti, dei quali non si hanno notizie di progetti per recuperarli nel breve o medio periodo. Non solo l’ex ospedale di via Prandone, un “evergreen” dell’abbandono di cui si torna a parlare soprattutto nelle campagne elettorali, anche altri edifici sparsi nel centro storico o in periferia.

Tra questi c’è il palazzo di proprietà dell’Inps di via Massimo D’Azeglio su cui il gruppo di Uniti si può ha richiamato l’attenzione in una nuova interpellanza. «Di fatto è ben chiaro che, a differenza di quanto detto in campagna elettorale, invece del nuovo Piano Regolatore, si sta puntando a maxi Varianti dove all’interno trovano spazio operazioni poco discusse in commissione. – commentano i consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia – Noi un’idea di città alternativa, attrattiva, volta alla godibilità, al pubblico e al lavoro di ritorno l’abbiamo e non pretendiamo che sia la stessa di una politica a noi distante. Stupisce però che la foga per essere rieletti non abbia combaciato con la realizzazione di quasi nessun punto nevralgico della campagna elettorale, in primis il Piano Regolatore: il tempo passa e Asti continua e essere un colabrodo di vuoti e abbandoni. Di fatto con la Variante 39 ‘parziale’ passata in Consiglio, è chiaro che a un Piano Regolatore si preferisce ottemperare con grandi calderoni di svincoli per privati, senza una prospettiva comune».

Briccarello e Bosia richiamano quindi lo stato di «totale degrado e abbandono dell’edificio, in pieno centro, di proprietà Inps» in via Massimo D’Azeglio, «uno dei tantissimi contenitori vuoti e in stato di abbandono in città». Ricordano che la Variante 39 ha di fatto «svincolato edifici da destinazione a uso pubblico a privato senza conoscerne la nuova destinazione», ma anche che «c’è un consistente problema di emergenza abitativa e spazi (ad esempio sedi per associazioni e attività a beneficio pubblico, spazi per attività culturali, magazzini, mense, etc.)».

«L’Inps – continuano da Uniti si può – ha dichiarato per mezzo stampa che non ci sono speranze che l’edificio torni a essere di una qualche utilità per l’ente e l’abbandono di uno spazio simile causa degrado in tutta la zona limitrofa». Più volte è stato segnalato lo stato dell’edificio, che vanta una ventina di alloggi vuoti. «Il Comune – osservano dall’opposizione – può adoperare strumenti al fine che vi sia una maggior attenzione da parte dei proprietari della struttura». Da qui la richiesta al sindaco per sapere se esista un qualche tipo di dialogo tra Comune e Inps per risolvere le criticità presenti, per sapere cosa pensa di fare l’Ente comunale per recuperare l’edificio, se sia stato chiesto alla proprietà di «temponare il degrado dello spazio» e per conoscere quali siano le intenzioni in merito alla struttura.

Da parte del Pd, invece, durante il Consiglio comunale l’attenzione è stata indirizzata verso viale Partigiani dove, ricorda il consigliere Roberto Vercelli, «ci sono alcuni immobili completamente vuoti, abbandonati, su cui il Comune dovrebbe intervenire con strumenti urbanistici adeguati».

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