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Elena Ceste, resta un mistero la causa della morte
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Elena Ceste, resta un mistero la causa della morte

Il ritrovamento dei resti di Elena Ceste ha chiuso il capitolo della sua scomparsa per aprire quello della causa della sua morte. In un primo momento tutte le ipotesi sembravano buone: l’omicidio,

Il ritrovamento dei resti di Elena Ceste ha chiuso il capitolo della sua scomparsa per aprire quello della causa della sua morte. In un primo momento tutte le ipotesi sembravano buone: l’omicidio, il suicidio, la caduta accidentale nel rio Mersa, ma nel corso degli ultimi mesi, soprattutto in relazione all’attività della Procura, è stato chiaro che per gli inquirenti la ricostruzione più credibile è quella del delitto. Principale ed unico indagato è il marito, Michele Buoninconti, destinatario dell’avviso di garanzia per omicidio e occultamento del cadavere della moglie; secondo questa pista accusatoria, il movente andrebbe ricercato nella sua forte gelosia acuita dalla scoperta dei contatti via Facebook della donna con alcuni amici.

Questa la tesi che, finora, non ha trovato prove concrete ma solo un castello di indizi e di deduzioni. Mesi di indagini che hanno anche visto l’esclusione di altri possibili responsabili: nessuno di loro aveva motivo di uccidere Elena e, quel mattino, nessuno di loro si trovava nei pressi della casa della donna. L’unico che è stato vicino a lei è stato il marito, uscito di casa solo per andare a portare i figli a scuola e poi rientrato poco dopo le 8,30.  Lui è stato quello che mezz’ora dopo ha cominciato a cercare la donna dai vicini di casa, preoccupato per la sua assenza, lui che ha raccontato la strana circostanza dei vestiti indossati da Elena al mattino trovati vicino al cancello di casa con l’ipotesi di una sua fuga nuda nella campagna, sempre lui ha iniziato a cercare in auto la moglie nelle zone circostanti, compresa quella nei pressi del rio Mersa dove, nove mesi dopo, sarebbe stata ritrovata casualmente.Ma, ad oggi, nessuna prova concreta contro di lui o contro nessun altro.

Anche perché l’autopsia, terminata mesi fa, non è stata in grado di dare risposte certe alla causa della morte. Con i soli reperti scheletrici è impossibile stabilire se sia stata soffocata, strangolata, se sia affogata nell’acqua, se sia morta di ipodermia. Anche una morte per accoltellamento non si può né escludere né accertare, perché sui resti ossei non ci sono segni di contatto con lame, ma mancano le parti molli che, se attinte, avrebbero comunque potuto provocare la morte per emorragia. Nessun foro di proiettile è stato rinvenuto né sono presenti fratture ossee che possano rinviare ad una morte per trauma. L’esame tossicologico è negativo, quindi si esclude anche l’ipotesi dell’avvelenamento. Il dottor Roberto Testi, medico legale incaricato dalla famiglia di origine di Elena Ceste, in una nostra intervista era stato lapidario: «Dall’autopsia emerge una causa di morte non determinata».A giorni si attende il deposito delle relazioni dei medici legali con le conclusioni, ma gli inquirenti già sanno che da quelle analisi non arriverà la soluzione al caso.

Daniela Peira

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