E’ la prima candidatura ufficiale allo scranno di sindaco della cittadina aleramica quella di Diego Musumeci che guida la lista “Essere Moncalvo”. Nato nella vicina Casale Monferrato, classe 1979, Musumeci è insegnante e giornalista. Impegnato nel volontariato in Croce Rossa, paliofilo appassionato, è consigliere comunale di minoranza.
Dopo la lunga esperienza come consigliere comunale ha ancora l’entusiasmo per candidarsi a sindaco?
A maggior ragione mi candido, lo faccio proprio per non lasciare a metà un percorso iniziato cinque anni fa dai banchi della minoranza. Ma è soprattutto la mia esperienza nel mondo della scuola e del volontariato che mi ha spronato a candidarmi perché ho imparato che al centro deve esserci sempre la persona che va sostenuta, valorizzata e soprattutto ascoltata. Attualmente c’è uno scollamento tra amministrazione e cittadini e mi voglio impegnare a colmare questo vuoto.
Cosa pensa di poter fare per Moncalvo nei prossimi 5 anni che non è ancora stato fatto?
Ogni amministrazione porta il suo contributo in forme e modi diversi, ma tanto resta ancora da fare. Non riesco, per esempio, a darmi pace che in questi ultimi anni si sia dimenticato il nostro distretto sanitario che ha perso alcune importanti specialità. Non è accettabile che per diverse prestazioni i moncalvesi debbano fare centinaia di chilometri perché dirottati dall’Asl per tutta la provincia di Alessandria. Su questa situazione la voce del Comune si deve far sentire, si può e si deve trovare una soluzione. C’è molto da fare anche su tutti i servizi alla persona a partire dagli anziani e dalle persone con fragilità con concreti progetto di aiuto, per arrivare ai giovani ai quali bisogna garantire formazione, opportunità e, perché no, anche svago e divertimento.
Quali sono le cose più urgenti che farebbe subito dopo l’eventuale elezione?
Tra le priorità c’è certamente la riorganizzazione degli uffici comunali per venire incontro alle necessità delle persone, garantendo loro una maggiore accessibilità e velocizzazione delle pratiche. Un occhio di riguardo, poi, deve essere data alla cura delle strade, rive, fossi e alla manutenzione del patrimonio comunale in generale. Non credo sia normale che ogni volta che piove ci sia acqua negli uffici comunali, dove vengono messi teli a copertura di importanti documenti, oppure sotto i portici di piazza Carlo Alberto, in Casa Montanari o ancora nei loculi al cimitero. Capisco che non siano interventi che ti portano chissà quale popolarità ma il mio impegno sta proprio nella concretezza del quotidiano che conta tanto quanto le grandi opere.
Quali sono i punti di forza principali del vostro programma?
Oltre alla concretezza di cui ho detto prima, abbiamo scelto di incentrare il nostro programma sulla valorizzare di tutte le donne e gli uomini, capaci di fare tanto e bene, attraverso l’ascolto e la partecipazione alle scelte fondamentali per la città. Nostro obiettivo è disegnare insieme il futuro con progetti trasversali, inclusivi di tutti i moncalvesi e di lunga veduta che vadano oltre la singola amministrazione pro tempore.
Gli elettori schierati sono difficilmente contendibili. Quale pensa che sia l’appeal che la vostra lista può offrire agli elettori indecisi?
Ho chiesto ai componenti della nostra lista di mettersi tra la gente e ascoltare. I moncalvesi vanno riportati al centro dell’amministrazione di questa bellissima città. Sono loro l’essenza, il vero essere del nostro Comune. Vogliamo offrire loro un gioco di squadra, dove tutti si sentano orgogliosi di essere moncalvesi. Una città che deve tornare ad essere il baricentro tra Asti e Casale, punto di riferimento per ogni iniziativa di sviluppo delle nostre colline e non più terra di confine come viene considerata ora.
Spazio libero. C’è qualcosa che vuole aggiungere?
Visto che è l’inizio della campagna elettorale non posso che augurare ai miei concittadini due mesi proficui di scelta in cui possano conoscere il meglio che offre e che offrirà la nostra città. Mi sarebbe piaciuto confrontarmi con il sindaco uscente su molte questioni ma non so ancora con chi dovrò farlo.