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Attualità

Elezioni, c'è Silvia Enrico cofondatrice
di Fermare il Declino con Oscar Giannino

«Il vero progresso nel mondo femminile lo si raggiunge migliorando la legislazione», sostiene la cofondatrice di Fare per Fermare il Declino. Che denuncia anche come il regolamento sulle quote rosa nei consigli di amministrazione sia stato spavaldamente aggirato

Martedì alle 21 al Centro Culturale San Secondo di via Carducci “Fare per Fermare il Declino” organizza un incontro con l’avvocato Silvia Enrico, uno dei cofondatori del movimento di Oscar Giannino. Silvia Enrico parlerà di potenzialità, crescita, lavoro e creatività dei giovani ma soprattutto delle donne. La questione femminile sarà affrontata con interventi di Arianna Visentini (membro del gruppo di lavoro sulla questione femminile di Fare), Maria Luisa Vernoni (imprenditrice e candidata alla Camera) ed Emanuela Caruso (imprenditrice e membro del comitato di Asti di Fare). «Il vero progresso nel mondo femminile lo si raggiunge migliorando la legislazione – spiega l’avv. Enrico raggiunto al telefono – C’è però un problema che riguarda i ruoli cui la donna è ancora confinata. Non si possono superare le discriminazioni di genere se non si interviene sul fenomeno analizzandolo dal punto di vista culturale e di mentalità».

Silvia Enrico ricorda come il regolamento sulle quote rosa nei consigli di amministrazione e di controllo delle società pubbliche sia stato spavaldamente aggirato con il rinnovo di moltissimi Cda prima che la legge entrasse in vigore «quindi – commenta – prima che si ottengano gli effetti desiderati passeranno ancora anni». “Fare per Fermare il Declino” ha un proprio programma per abbattere le differenze di genere nel mondo del lavoro e tutto parte dalla meritocrazia che, purtroppo, quando si tratta di donne viene ancora ignorata. «Le donne sono penalizzate sul lavoro in quanto donne ma lo sono di più se diventano mamme perché vengono considerate un investimento a rischio. L’abitudine di chiedere loro le dimissioni in bianco è ancora adottata in molte aziende. Non parliamo poi delle violenze che subiscono in famiglia, in silenzio, con il terrore di chiedere aiuto e ben sapendo di non avere alternative o altri posti dove andare».

Il reato di stalking, ad esempio, è stato introdotto anche in Italia ma, ricorda Silvia Enrico, «è come viene applicata la legge che lascia perplessi perché, troppo spesso, l’autorità si muove tardi rispetto al reato e chi ci rimette è il soggetto più debole, appunto la donna».
L’avvocato non esita a parlare di «regressione del percorso fatto dalle generazioni precedenti» nelle possibilità offerte alle donne italiane rispetto alla media europea che le vede più inserite nei posti di governo non solo in quanto donne ma, soprattutto, in quanto capaci a gestire l’amministrazione statale come o più degli uomini. Questa sera l’avv. Enrico parlerà anche di welfare e aiuti alle famiglie, del tutto insufficienti in Italia per invertire il tasso di denatalità in parte responsabile del “declino” cui il movimento vuole mettere un fermo.

r.s.

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