Asti: la crisi sanitaria avrà un costo per il Comune quasi insostenibile con le attuali regole fiscali
La coperta era già molto corta prima dell’emergenza sanitaria; ora, giorno dopo giorno, rischia di diventare una “pochette” da taschino se le perdite per le casse del Comune di Asti saranno quelle stimate, vale a dire più di 3 milioni di euro di disavanzo.
La tempesta perfetta si è abbattuta con una violenza straordinaria proprio l’anno della svolta, quello nel quale l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Maurizio Rasero, avrebbe raccolto i primi frutti di un importante lavoro di recupero dei tributi non pagati grazie all’ufficio preposto inaugurato nel 2019. Una piccola task force di addetti che aveva permesso al Comune di incamerare, nel 2019, 850 mila euro. Anche l’indebitamento del Comune era sceso gradualmente da 27,2 a circa 25 milioni di euro permettendo, così, di svincolare somme da destinare ad altre poste. Un quadro incoraggiante, spazzato via nel giro di poche settimane con il crescere delle emergenze cui far fronte durante la pandemia.
A confermare la stima delle perdite sul bilancio è l’assessore Renato Berzano, un tecnico, non un politico, che nonostante tutto sta tentando di tenere in piedi l’Ente non cedendo alle sollecitazioni di azzerare, a cuor leggero, tasse locali, garantire servizi a costo zero, esonerare determinate categorie dal pagamento delle imposte di quest’anno e via dicendo. Sgravi fiscali ci saranno, ma un condono generale sarebbe un suicidio per l’Ente.
Già prima della pandemia le entrate erano appena sufficienti
“Il discorso è molto semplice – spiega Berzano – Già prima del Coronavirus il bilancio stava insieme con molte difficoltà e le entrate erano appena sufficienti a far quadrare le spese. Ora aumenterà il numero di coloro che non riusciranno a pagare l’IMU, la Tosap, l’imposta di affissione ed è comprensibile il motivo. Abbiamo già ipotizzato di non far pagare la Tosap alle attività che non hanno lavorato in questi mesi di lockdown, probabilmente aboliremo la tassa di soggiorno per il 2020, intanto il turismo è stato azzerato, le multe della polizia municipale sono state praticamente congelate, salvo per infrazioni molto gravi, da settimane non si pagano gli stalli blu e, su tutto, sappiamo che avremo un incremento di richieste di aiuto tramite i servizi sociali. Però le regole degli enti locali non sono state abrogate e se il Governo non prevederà regole straordinarie, sarà quasi impossibile far fronte a tutte le esigenze”.
Un esempio è presto fatto. La TARI è la tipica tassa locale che serve a pagare il servizio di raccolta rifiuti. “Anche se le attività commerciali sono rimaste chiuse, il servizio non si è mai interrotto – spiega l’assessore al bilancio – Asp ha continuato a raccogliere i rifiuti e GAIA ha continuato a lavorarli come previsto dai contratti di servizio. Il Comune incassa la TARI, ma la gira ad Asp, GAIA E al CBRA e quindi non può decidere di non farla pagare o, se lo fa per alcune categorie, obbligherà i restanti a sostenere la quota scoperta. Un po’ come succede in un condominio quando un proprietario non paga le spese e gli altri, per non farsi staccare l’acqua o il metano, subentrano nei pagamenti”. A ciò si aggiunge la spada di Damocle della Corte dei Conti che contesterebbe “bilanci creativi” fino alle ipotesi più estreme di danno erariale.
Ai consiglieri di maggioranza ricorda gli equilibri di bilancio
“Non possiamo erogare soldi che non abbiamo né azzerare il costo di determinati servizi come da giorni spiego a tutti quei consiglieri, anche quelli di maggioranza – continua Berzano – Mi suggeriscono interventi sul bilancio che metterebbero a rischio la tenuta dei conti. Avere i conti sani è un valore e quindi mi permetto di ricordare a tutti loro che entro il 31 luglio dovranno votare gli equilibri di bilancio senza i quali andremo tutti a casa. Se la sentono di prendersi questa responsabilità? Io no, non sono certo qui per far commissariare il Comune. Invece è il Governo che può votare lo sforamento degli equilibri di bilancio e, a caduta, permettere ai Comuni di utilizzare strumenti straordinari per far fronte all’emergenza la quale, a differenza di molte altre, come alluvioni o terremoti su aree ben definite, è planetaria”.
Il Palio sarà cancellato, ma il Comune risparmierà appena 200 mila euro
L’abolizione di diverse manifestazioni ha permesso al Comune di recuperare un po’ di soldi da destinare a spese più urgenti, ma si tratta di poche risorse rispetto al necessario. Ad esempio il Palio di Asti, che sarà quasi certamente cancellato, costa circa 400 mila euro. Rimandarlo al 2021 farà però risparmiare 200 mila euro perché il resto dei costi viene pagato da sponsor, pochi, e soprattutto dai biglietti venduti. Una goccia nel mare del tutto insufficiente a far dormire sonni tranquilli all’assessore Berzano.
Il bilancio 202o ammonta, infatti, a 136 milioni di euro, ma appena 106 milioni per cassa. Erano già previsti 17 milioni per l’anticipazione della tesoreria che l’amministrazione non aveva intenzione di usare. Ma il vero nodo del bilancio, già corto, è rappresentano dalle spese “blindate” e finanziate da 61,5 milioni in parte corrente: 20 milioni per il personale, 17 per l’igiene urbana tra Asp, GAIA e CBRA e 3,8 milioni per la restituzione di vecchi prestiti. Perdere almeno 3 milioni di euro, se non di più, rappresenterà un problema fiscale enorme.
Insomma, in attesa delle nuove regole che saranno definite entro maggio dal Governo, anche il Comune aspetta di sapere quali strumenti avrà per tirare avanti e quanti soldi saranno trasferiti in via straordinaria dall’esecutivo: “La mia missione, però – conclude Berzano – è tenere in regola i conti senza decedere alla politica degli annunci che anche in questo momento vanno per la maggiore”.