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Emergenza smog e PM10 ad Asti, si lavora a una città più a misura di pedoni

Non solo piste e corsie ciclabili, ma anche giornate senz’auto e più sensibilizzazione tra i cittadini e nelle scuole

L’indagine di Legambiente “Mal d’aria”, che ha portato Asti alla ribalta delle cronache nazionali come terza città più inquinata d’Italia per concentrazione di PM10, dopo Torino e Milano, ha scatenato un vivace dibattito sulle contromisure che devono essere prese, subito, per abbattere lo smog cittadino. Inquinamento in parte dovuto anche alla presenza di impianti condominiali di riscaldamento obsoleti, ma è sul traffico che l’amministrazione comunale può incidere nel medio e lungo periodo per invertire la tendenza. «La posizione di Asti rispetto alla Pianura Padana gioca a nostro sfavore – osserva l’assessore all’Ambiente Luigi Giacomini – Ma non sono solo le auto a inquinare perché ci sono le caldaie delle case e delle fabbriche». Intervenire, ma come?

«Stiamo costruendo una nuova pista ciclabile in corso Gramsci e poi sarà la volta della corsia ciclabile in corso Alfieri, ma Asti non sarà mai come Ferrara perché non è tutta in pianura. Ci sono le e-bike, ma occorre insistere sulla cultura. Ad esempio organizzeremo giornate per chiudere al traffico la città, per dare spazio ai pedoni promuovendo anche visite turistiche. Il cittadino – continua l’assessore – dovrebbe essere meno pigro, camminare di più, ma la sensibilizzazione parte dalle scuole: il bambino che dà il buon esempio ai genitori può fare la differenza». Giacomini respinge al mittente le critiche sui parcheggi blu di corso Einaudi, dopo quelli di piazza del Palio, considerati inutili per disincentivare l’uso dell’auto. «Se li avessimo lasciati bianchi, gli automobilisti avrebbero potuto girare a vuoto più volte, lungo l’anello, in cerca di un parcheggio gratis e questo avrebbe vanificato la funzione deterrente degli stalli blu a pochi metri di distanza».

È certo che l’amministrazione punterà a creare zone più sicure anche per i pedoni, dove far rallentare le auto grazie alla presenza di marciapiedi allargati in funzione di quelle che oggi sono le zone 30. La Ztl Varrone/Cattedrale (vedi articolo in alto) libererà dal traffico parassitario una delle zone turistiche e archeologiche più importanti di Asti, ma sarà sufficiente? Secondo il consigliere comunale Mario Malandrone (Ambiente Asti) «in 6 anni l’amministrazione ha fatto poco, davvero poco, ma la scientificità dell’approccio la si può cogliere dall’idea che la TSO possa servire a ridurre le concentrazioni e gli sforamenti». «Un’arteria in più non toglie produzioni di polveri. Basta guardare i dati della Salvo d’Acquisto. Forse la Giunta dovrebbe chiedersi come ci siano 43 sforamenti alla Salvo D’Acquisto dove auto ne passa una ogni venti minuti. Si è convinti che l’inquinamento da polveri sia come nei fumetti: dal tubo di scappamento al naso del cittadino».

Sul caso smog interviene anche il CoMIS – Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile: «L’ampliamento della Ztl e la trasformazione di parcheggi da liberi a pagamento dovrebbero essere accompagnati dall’aumento dell’offerta del Tpl urbano ed extraurbano comprendendo anche le linee ferroviarie attive e sospese. In questo modo si fornirebbe un’alternativa valida all’utilizzo del mezzo privato».

[la pista ciclabile in costruzione in corso Gramsci]

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