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Attualità
Il caso

Erba sintetica al posto del verde: l’evoluzione di Asti?

L’amara riflessione del consigliere comunale Gianfranco Miroglio che parte dal Padel per allargarsi al resto della città

«L’erba brilla, è simmetrica, è perfetta. È di plastica. Fa fine, non impegna. Ma fa male all’ambiente, specialmente in un’estate così. Si scalda molto più della terra, allontana gli insetti, rende più fragile un ecosistema già scosso, col passare dei mesi si deteriora e può sfaldarsi in minutissime scaglie». Asti rischia di diventare un porto franco per la messa a dimora di erba sintetica dove una volta si sarebbe usato un manto erboso naturale? A chiederselo, non dando nulla per scontato, è Gianfranco Miroglio, consigliere comunale di Europa Verde-Verdi.

Lo fa su Facebook con il suo stile da narratore di una storia personale, i suoi ricordi da bambino mentre passeggiava con i nonni nel quartiere della Waya. Una storia che reputa indicativa e che ha a che vedere con i nuovi campi da Padel realizzati nel circolo Way Assauto. Dove c’erano una volta dodici platani, che davano ombra nei campi da bocce frequentati soprattutto da anziani, oggi svettano due campi da Padel, uno sport molto in voga, specie tra i più giovani, che sta ottenendo un buon successo di appassionati anche nella nostra città.

Via le piante, spazio al Padel, ma ricorda il consigliere Miroglio, quel gruppo di alberi, che oggi non ci sono più, «annullava totalmente le emissioni (inquinanti di PM10 ndr) di almeno un paio di vetture di media cilindrata che percorrono 10.000 chilometri all’anno».

«Stando lì – continua il rappresentante di Europa Verde – avrebbero spontaneamente continuato a farlo. Da qui la domanda: è ineluttabile il Padel? In questo posto? Domanda tristemente retorica – continua Miroglio – Non ce l’abbiamo con il Padel e con chi lo vuole praticare, figurarsi, ma nella scelta dei siti evitiamo di sacrificare degli alberi. Si può fare».

Da qui la riflessione sul manto sintetico blu del Padel che si ricollega al verde sintetico presente in alcune “zone verdi” o rotonde (con fontane) della città. «Sono rari per ora – continua Miroglio – ma in città se ne vedono già. Evitiamo altri danni».

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