«Quest’incontro tra il ministro Giorgetti e i presidenti di regione Cirio e Zaia è un ritorno al passato – dice Ugo Bolognesi della Fiom Cgil – tutto già visto».
E’ un nulla di fatto quello che i lavoratori Ex Embraco si sono visti proporre dopo la riunione avvenuta ieri in videoconferenza tra il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e i presidenti della regione Piemonte Alberto Cirio e della regione Veneto Luca Zaia con i rispettivi assessori al lavoro.
Disattendendo la promessa di incontrare i lavoratori dopo la riunione con il ministro, pare per un impegno a Novara, il presidente Cirio si è espresso con un breve comunicato stampa:
«Il ministro Giorgetti ha confermato da parte del Governo le risorse finanziarie e gli strumenti normativi necessari al salvataggio dell’impresa – dichiara il presidente Cirio – ma è fondamentale agire in fretta».
Dietro questa stringata dichiarazione si nasconde in realtà il ritorno a quello che i lavoratori Ex Embraco hanno già vissuto con la vicenda Ventures e il progetto dell’allora ministro Calenda: la ricerca di un socio privato a cui affidare risorse dello stato e strumenti normativi per il rilancio del sito produttivo. Vicenda conclusasi con il fallimento del privato e l’apertura della procedura concorsuale che sta portando al licenziamento collettivo dei lavoratori.
«Il momento è propizio – ha spiegato il ministro – perché ci sono le condizioni migliori per imprenditori che volessero accettare la scommessa. Lo Stato mette a disposizione una serie di strumenti impensabili fino a poco tempo fa». La proposta di Giorgetti sarebbe quella del ricorso all’equity, un partenariato tra pubblico e privato con la possibilità di usufruire di finanziamenti e condizioni agevolate.
«Il presidente Cirio – ha aggiunto l’assessore al lavoro Chiorino – ha personalmente contattato il ministro Andrea Orlando per un incontro tempestivo per sospendere la procedura di licenziamento collettivo dei 400 lavoratori in vista della imminente scadenza del 25 aprile. Abbiamo nove giorni di tempo per salvare i lavoratori, faremo di tutto per proteggerli».
L’inconcludenza delle dichiarazioni alla fine della riunione tra governo e regioni ha generato delusione e rabbia tra i lavoratori dell’azienda rivese che da giorni presidiano piazza Castello a Torino, muovendosi tra Prefettura e Regione, aspettando una proposta concreta per risolvere la crisi. A pochi giorni dai licenziamenti definitivi per i circa 400 dipendenti dell’Embraco, sentire che il governo non ha altro da proporre che la ricerca di un ipotetico socio privato senza nessun riferimento al progetto Italcomp, che giace ormai dimenticato sul tavolo del ministero, ha scatenato la frustrazione dei manifestanti che davanti alla Regione Piemonte hanno rivolto la loro rabbia al grido di “buffoni” e “pagliacci”.
I lavoratori dell’ex Embraco e della bellunese Acc con le organizzazioni sindacali, stanchi di promesse non mantenute, martedì 20 aprile saranno a Roma con due autobus che partiranno dal Piemonte e dal Veneto, autoconvocati al MISE per chiedere di parlare direttamente con il ministro Giorgetti e con la sottosegretaria con delega alle crisi aziendali Alessandra Todde.