Il tempo stringe con i licenziamenti collettivi in scadenza il 25 aprile e i lavoratori ex Embraco si sono organizzati con un presidio permanente davanti alla Prefettura di Torino, in piazza Castello. In realtà il presidio viene sciolto durante la notte poiché il coprifuoco anti Covid è tuttora vigente, ma i lavoratori si ritrovano il mattino dopo con la stessa richiesta: la convocazione al Mise delle parti sociali dove poter finalmente discutere del piano di salvataggio “Italcomp” e dare una svolta positiva alla storia Embraco che dura da troppo tempo.
Martedì 7 aprile è stato lo stesso prefetto di Torino, Claudio Palomba, a scendere tra i manifestanti per comunicare che i presidenti delle regioni Piemonte e Veneto, Alberto Cirio e Luca Zaia, saranno ricevuti dal ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti giovedì 15 aprile per un incontro tecnico che dovrebbe essere propedeutico alla convocazione delle organizzazioni sindacali il giorno 19 o 20 aprile. Questo almeno l’impegno annunciato dal prefetto che sta cercando di mediare tra Roma e Torino.
Per procedere con questa tabella di marcia mancava ancora la firma delle deleghe al ministero, deleghe che sono state attribuite dal ministro Giorgetti venerdì, con l’attribuzione alla viceministra Alessandra Todde di quella alle crisi aziendali. Una delega rassicurante per i lavoratori Embraco che già conoscono l’impegno della Todde per la risoluzione della crisi torinese.
Intanto il presidente Alberto Cirio ha incontrato i lavoratori riuniti in presidio in piazza Castello rassicurandoli di aver parlato con il ministro Giorgetti. La riunione con il presidente Zaia, gli assessori al lavoro di Piemonte e Veneto e il ministro è confermata. Cirio ha dato appuntamento ai lavoratori Embraco al 15 aprile per aggiornarli sull’esito dell’inconro che si terrà in videoconferenza.
Pur non avendo ancora avuto la conferma dell’incontro al ministero, lavoratori e sindacati si stanno già organizzando per raggiungere Roma con degli autobus, la prossima settimana. «Se non ci convocheranno – dicono i rappresentanti sindacali – vorrà dire che ci autoconvocheremo noi al ministero».