“Arriverà un momento in cui Draghi dovrà guardare negli occhi questi lavoratori e dare loro una risposta”. E’ il commento di Myrta Merlino, conduttrice della trasmissione “L’aria che tira” de La 7 che mercoledì, mentre il presidente Mario Draghi chiedeva la fiducia al Senato, era collegata con gli ex dipendenti dell’Embraco, nuovamente scesi in piazza davanti ai cancelli dello stabilimento rivese, in attesa di ricevere le lettere di licenziamento spedite dal liquidatore della Ventures, Maurizio Gili.
Come è noto, il diario della crisi ex Embraco è fermo nel limbo delle incertezze e dell’attesa di risposte dai nuovi ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico e gli appelli per la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri, che coinvolge anche molti lavoratori del nord astigiano, si stanno susseguendo dai politici locali, tra i quali il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero e la consigliera regionale Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre Piemonte), rivolti al presidente Alberto Cirio e al nuovo governo.
I lavoratori coinvolti hanno invece deciso di puntare direttamente al premier Mario Draghi, sottoscrivendo una lettera a lui indirizzata con la quale ricordano fiduciosi le Considerazioni finali dell’ex Governatore della Banca d’Italia che nel 2009 affermò: “Tra le misure anticrisi rivolte al sistema produttivo sono prioritarie quelle tese ad allentare i problemi finanziari delle imprese, come gli interventi che si stanno definendo anche con il concorso della Cassa Depositi e prestiti e della SACE”.
I problemi della Ventures, infatti, sono iniziati proprio dalla crisi di liquidità dovuta al mancato sostegno da parte del sistema bancario allo sforzo per rilanciare il sito industriale ex Embraco, pur con le garanzie fornite dallo Stato messe sul piatto dai governi succedutesi in questi anni.
“Ci appelliamo a Lei – scrivono i dipendenti dell’azienda rivese – affinché possa intervenire con prontezza su un tema per cui si è sempre speso e su cui potrà indubbiamente far valere le sue enormi competenze fin da subito”.
La mobilitazione dei lavoratori continua e la speranza è tutta in quelle parole che il Premier Draghi ha pronunciato nelle sue dichiarazioni programmatiche sul “debito buono”.
“Il progetto di ricapitalizzazione della Italcomp è partito dal ministero – dice Ugo Bolognesi della Fiom Cgil Torino – e questo è indiscutibilmente debito buono. Basta avere la volontà di portarlo a compimento. Ci aspettiamo che, ottenuta la fiducia, i ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando, ci chiamino immediatamente al tavolo della crisi per discutere del piano di rilancio dell’ex Embraco”.
Il progetto Italcomp dovrebbe ricostituire il polo industriale dell’elettrodomestico italiano unendo l’Embraco e la bellunese Acc. Bisognerà però superare le perplessità della Commissione Europea sugli aiuti di stato in caso di concessione di prestiti garantiti dall’ Italia.