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Ex Embraco e prefetto Raffaele Ruberto
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Ex Embraco, lettera appello a Mattarella in visita a Torino consegnata al prefetto Ruberto

La delegazione degli operai rivesi avrebbe voluto incontrare il presidente della Repubblica in visita a Torino venerdì scorso

E’ stata consegnata al nuovo prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, appena insediatosi nella sede di piazza Castello, la lettera scritta dai lavoratori ex Embraco-Whirlpool e indirizzata al presidente Sergio Mattarella. La delegazione degli operai rivesi, in presidio alla Tenda del Lavoro, in realtà avrebbe voluto incontrare il presidente della Repubblica in visita a Torino venerdì scorso, ma erano ben consci che il loro invito, per gli stringenti impegni di Mattarella, difficilmente sarebbe stato accolto. Hanno quindi ripiegato sull’invio di una lettera in cui chiedono aiuto al presidente, ricordando alle istituzioni che il 22 gennaio 2022 scadono gli ammortizzatori sociali e i lavoratori dell’azienda ex Embraco saranno definitivamente in mezzo a una strada. La speranza che il Mise si faccia carico dell’individuazione di una via d’uscita si affievolisce sempre di più, con il ministro Giorgetti latitante e il silenzio del ministero del lavoro.

“Siamo 391 famiglie, sempre più disperate, da anni sopravviviamo con le poche risorse della cassa integrazione – si legge nell’appello dei lavoratori – ci appelliamo a Lei, Presidente, che è il Capo dello Stato e il Garante della nostra Costituzione: una multinazionale non può cancellare i diritti di Cittadine e Cittadini in questa maniera, dopo avere sfruttato tutto quello che poteva! L’assenza e l’inazione dello Stato deve finire, si ritorni ad applicare quanto scrissero i nostri Padri: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Chiediamo una cosa semplice: tornare a lavorare”.

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