Fabio Martina, 41 anni, tecnico comunale allurbanistica, settore vigilanza edilizia, è uno dei due candidati astigiani del Movimento 5 Stelle (laltro è Antonio Pellettieri) che corrono per le
Fabio Martina, 41 anni, tecnico comunale allurbanistica, settore vigilanza edilizia, è uno dei due candidati astigiani del Movimento 5 Stelle (laltro è Antonio Pellettieri) che corrono per le regionali.
Cosa lha spinta a candidarsi?
«Credo di avere le stesse motivazioni di quelli che si avvicinano al M5S; ad un certo punto, vedendo che non cambia mai nulla, devi scegliere se smettere di votare o dire: cavolo, potrei fare peggio? Abbiamo scoperto che se uno si impegna, se si studiano le carte non cè bisogno di essere ingegneri per andare in Regione però mi chiedo quanti di quelli eletti, anche in Parlamento, conoscano veramente le leggi che poi vanno a votare».
Condivide i vincoli che i pentastellati si sono imposti?
«Certo: due mandati, poi a casa; una retribuzione massima dello stipendio di 2.500 euro netti più i rimborsi spesa accuratamente rendicontati e, se commetto dei gravi errori, sono fuori».
Nel programma del M5S cè lattivazione di una moneta complementare a carattere regionale finalizzata a sostenere leconomia locale. Ci spieghi meglio.
«Queste monte complementari esistono già, non ci stiamo inventando nulla. Ce ne sono circa mille nel mondo e sono nate come forma di sostegno alleconomica locale. Sarebbe una moneta stampata dalla Regione, per un esatto controvalore in euro, che si potrebbe spendere solo in Piemonte. Questo aiuterebbe leconomia locale, il piccolo commercio, rilancerebbe i consumi sul territorio e, a garanzia della moneta, ci sarebbe un fondo regionale che si alimenterebbe con il prelievo fiscale proprio sui maggiori consumi che verrebbero ad esserci. In Italia una sorta di moneta complementare esiste già nei buoni pasto, che molti usano per acquistare nei negozi. Questa moneta potrebbe essere anche utilizzata per creare un reddito di cittadinanza regionale. Ripeto, è un progetto fattibilissimo».
Il M5S dice no al consumo del territorio, a nuove cementificazioni e vuole facilitare il riutilizzo del patrimonio immobiliare esistente. Asti sta affrontando la difficile vendita del patrimonio dismesso dellAsl. Voi cosa fareste?
«Noi proponiamo di modificare la Legge Urbanistica regionale per fermare la nuova cementificazione. Se una città ha 2.000 alloggi vuoti non ha senso che ne costruisca di nuovi. Se prendiamo lex Maternità non vedo quale sia il problema a recuperarla trasformandola interamente come ho visto trasformare ex fabbriche dismesse degli anni 50 in loft. Oggi tutto è possibile. Poi bisogna bloccare le colate di cemento nei comuni collinari perché, anche dal punto di vista turistico, è orribile vedere capannoni industriali e villette in stile anni 80 spuntare fuori dalle nostre colline. Se i turisti scelgono le Langhe penso che non sia solo per il cibo».
E vero che bisognerebbe applicare la tolleranza zero sugli abusi edilizi?
«Assolutamente sì ma abbattere una costruzione abusiva, con le norme attuali, è molto costoso e complicato. Vorrei che fosse la Regione a dare supporto ai comuni su questo fronte dando loro un servizio di consulenza da affiancare ai tecnici e anticipando i costi di demolizione che, in teoria, sono a carico dei proprietari ma che spesso rimangono a carico dei comuni».
Uno dei vostri cavalli di battaglia è la partecipazione dei cittadini alla stesura delle leggi attraverso internet. Sarà così anche per la Regione in caso di vittoria di Davide Bono?
«Non cè bisogno di essere statisti per legiferare ma occorre la competenza delle masse. Lutente finale delle leggi, il cittadino, può contribuire a scrivere la legge ed è questa lidea di democrazia partecipata che vogliamo sostenere».
Un tema che dovrebbe essere caro alla sinistra ma che, invece, non viene tenuto abbastanza in considerazione. Perché?
«Perché vivono di rendita e si portano dietro un tot di bagaglio elettorale che non mettono in discussione. Se il PD lo facesse lattuale classe dirigente del partito verrebbe spazzata via».
Cosa ne pensa di Chiamparino. Perché non lo voterebbe?
«Essenzialmente per il programma; ma quando sento Chiamparino che vuole cambiare il Piemonte mi metto a ridere perché fa politica dagli anni 70, idem come Fassino. Possibile che il PD non abbia un giovane che possa fare meglio di Chiamparino? La verità è che i giovani del PD non hanno il coraggio di subentrare alla vecchia dirigenza. Lesempio lampante è Civati che, nonostante tutto quello che ha detto, non ha avuto il coraggio di staccarsi e fare un passo in unaltra direzione».
Nel vostro programma cè la tutela dei piccoli paesi. Come?
«Bisogna evitare che si spopolino e mantenere i servizi. Personalmente sono per laccorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti creando un coordinamento, ad esempio, sulle zone industriali i cui oneri di urbanizzazione dovrebbero essere divisi tra tutti i comuni associati. Importante è poi dare internet ai cittadini ma mi chiedo perché non ci possa essere un servizio di Poste itinerante, anche a chiamata».
Perché un astigiano dovrebbe votarla?
«Perché condivide il programma, che lo invito a leggere, ma anche perché votarmi non significa poi lasciare che io faccia, senza alcun controllo. Vogliamo che il cittadino sia sempre partecipe, che scriva con noi le leggi, che valuti e verifichi quanto stiamo facendo. Non è più il tempo di delegare ad un singolo la gestione della cosa pubblica per poi disinteressarsi di quello che fa. Chi vota il M5S sa bene cosa siamo in grado di fare e che siamo veramente intenzionati a cambiare il sistema. Un esempio? Se un cittadino non condivide il TAV è inutile che voti Chiamparino».
Riccardo Santagati