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Attualità

"Famiglie, sfascio se manca il lavoro"
Nella lettera lo sfogo di una mamma

Una situazione drammatica e disperata, denunciata ai giornali con una lettera inviata anche a Papa Francesco é lo spunto per una riflessione sulla crisi, che ormai tocca in maniera sempre più calzante anche i piccoli paesi della nostra provincia. Siamo a Villanova, sino a qualche anno fa polo industriale trainante per buona parte dell'Astigiano, con lavoratori impiegati anche dal torinese ed ora in netta difficoltà anche solo a mantenere l'occupazione di un tempo…

"…Due persone che si amano arrivano a litigare perché non c'é il lavoro e le spese sono tante. Io, da mamma, faccio quello che posso, ma ho anche mio marito senza lavoro…e malato". Una situazione drammatica e disperata, denunciata ai giornali con una lettera inviata anche a Papa Francesco é lo spunto per una riflessione sulla crisi, che ormai tocca in maniera sempre più calzante anche i piccoli paesi della nostra provincia.

Siamo a Villanova, sino a qualche anno fa polo industriale trainante per buona parte dell'Astigiano, con lavoratori impiegati anche dal torinese ed ora in netta difficoltà anche solo a mantenere l'occupazione di un tempo. Anche qui chi perde il lavoro non ha più prospettive e la lettera inviata da una mamma disperata nel vedere figlio (ex operaio qualificato) e nuora (dipendente sino a pochi mesi fa di un'azienda locale) ridotti ormai allo stremo, non solo economicamente, fa da sfondo alle file di persone che vanno ad accalcarsi alle porte della Caritas nei giorni di distribuzione di generi di prima sussistenza, alle persone che quotidianamente si rivolgono in comune per un aiuto o, come in questo, caso, semplicemente per chiedere un posto di lavoro.

"Le agenzie dicono vi faremo sapere, le fabbriche dicono non c'é assunzione, il nostro sindaco dice non c'é niente, é tutto fermo. Mi dite come si può andare avanti così? Come mamma dico aiutiamo questi giovani, che come i miei ce n'è tanti, diamo a loro la fiducia in se stessi, diamogli amore, ma, soprattutto, troviamogli un pò di lavoro. Non chiedo molto, ma almeno uno su due, almeno uno che lavori…". Ada, questo il suo nome, non chiede carità, chiede un lavoro per almeno uno dei suoi famigliari ormai allo stremo e in una Repubblica fondata sul lavoro, l'appello non può che essere legittimo e legittimato, soprattutto di fronte alle beghe dei politici degli enti centrali su congressi e segretari, su incarichi e decadenze. Che qualcuno l'aiuti é la sua speranza ultima e la lettera al Papa é lo sfogo supremo alla ricerca di un ascolto, di un pò di conforto. Ma nonostante i tentativi, le porte toccate, le richieste avanzate con estrema dignità da questa mamma che ha il coraggio che solo le mamme possono avere per i propri figli, sinora di soluzioni non ne sono arrivate. Troppi i casi, si dice, troppe le richieste per una crisi che non accenna ad allentare le proprie spire.

Il sindaco, Christian Giordano, come molti altri amministratori locali impegnato in prima linea a cercare di tamponare il disagio sociale e lavorativo ormai in crescita esponenziale anche nell'industrializzata Villanova, ha ben presente la situazione: «Conosco il caso e ho cercato di indirizzare i ragazzi verso aziende che pareva ancora assumessero, non in Villanova, ma purtroppo non c'é stato niente da fare. La situazione dal punto di vista lavorativo è sotto gli occhi di tutti ed ogni giorno, ormai, c'è qualcuno che viene a chiedere un posto di lavoro. Il nostro territorio è parametrato su un modello dove i posti di lavoro erano nell'ordine di oltre 3000 unità; a distanza di qualche anno, da quando è partita la crisi, ed in particolare in questi ultimi due anni, il numero degli occupati è andato calando in maniera marcata e il terziario non assorbe più personale in eccesso nel mondo industriale, come è successo dagli anni ?80 e fino alle metà degli anni 2000. Tutte le più grandi aziende villanovesi sono in fase di stallo o di ristrutturazione. Tutte con posti in eccesso. L'amministrazione sta facendo il possibile, pur a fronte di tagli importanti ai propri bilanci. Cerchiamo di sostenere le famiglie più in difficoltà esentandone o riducendo i costi dei servizi scolastici, abbiamo istituito il prestito d'onore, un fondo per cercare di aiutare le famiglie in difficoltà, riduzioni anche del 25% sulla Tares; abbiamo avviato iniziative benefiche a favore delle associazioni che aiutano le persone bisognose, ma non abbiamo risorse a sufficienza per fronteggiare tutte le emergenze e il paradosso lo vediamo nei continui tagli da parte di Stato e Regioni a tutto quanto é servizio sociale: trasporti, asili, sanità finanziamenti alle scuole e quant'altro».

In questo quadro desolante, Ada e le altre persone come lei attendendo un lavoro che sembra sempre più chimera, sollecitando soluzioni che le industrie sembrano ben lontane dal poter attuare e i politici, forse, addirittura dal voler cercare.

Franco Cravero

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