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Fassone: serve una nuova classe dirigente
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Fassone: serve una nuova classe dirigente

"Oggi la grande divisione è tra chi pensa che la politica sia ancora lo strumento con cui si cambia il mondo e lo si organizza e chi pensa che la politica sia qualcosa da scomunicare e

"Oggi la grande divisione è tra chi pensa che la politica sia ancora lo strumento con cui si cambia il mondo e lo si organizza e chi pensa che la politica sia qualcosa da scomunicare e sostituire con non si capisce bene quali processi plebiscitari di consenso". Questo è il punto nevralgico secondo Antonio Fassone, candidato a sindaco nel 1998 e sostenitore del PD: uno scontro tra partiti tradizionali indeboliti e alle prese con problemi di credibilità e forze di antipolitica che si esprimono in modo diversificato, ma con il comune sfondo della negazione dell'ordine costituito. La panacea sarebbe formare una nuova e capace classe dirigente, perché anche ad Asti, Partito Democratico e Forza Italia nella contesa elettorale "potrebbero trovarsi un fastidioso terzo soggetto, con il rischio di confrontarsi su un altro terreno di valori".

Ogni discorso sulla nostra città, deve partire dalla risposta a una grande domanda: "Che idea abbiamo oggi di Asti? Di fatto non c'è più la provincia, ciò che rimane, a mio avviso, è che siamo un riferimento, potremmo essere la porta d'ingresso di un territorio da valorizzare e un'idea del genere può essere la chiave di una politica: costruire consenso e mettere insieme una serie di ragionamenti in un disegno strategico della città potrebbe essere un bel mestiere, penso che il primo che lo farà andrà alle elezioni con delle buone carte in mano. Tornare a coltivare un'idea di città minimamente condivisa è l'unica via per non essere costretti a vincere le elezioni con le balle o a perderle contro le balle degli avversari".

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