«Sull’asse Asti-Chivasso – scrive il Co.M.I.S. – esiste un’infrastruttura ferroviaria patrimonio comune che da qualche tempo è interessata da importanti lavori di ristrutturazione, eseguiti da Rete Ferroviaria Italiana, finalizzati al ripristino della circolazione di tutti i convogli, non soltanto quelli storico-turistici. È quindi il momento di progettare la riattivazione del servizio con modalità diverse dal passato e con finalità nuove a beneficio dei residenti e dei turisti. Come sappiamo la tratta attraversa territori immersi nella natura, talvolta anche selvaggia, alcuni votati alla coltivazione ed alla raccolta tartufigena, alla produzione di vini, luoghi con una grande attrattività turistica dal punto di vista paesaggistico e per alcuni inestimabili capolavori di stile romanico quali abbazie, pievi e chiese. Fattori che meritano la redazione di programmi di sviluppo economico nel settore turistico-naturalistico per attrarre le molte persone che scelgono le vacanze “verdi”, utilizzando per gli spostamenti mezzi rispettosi della natura.
Visto che il trasporto su ferro è nettamente il meno inquinante, ne deriva che il connubio treno-bici sarebbe la risposta perfetta, sfruttando la possibilità di caricare le due ruote sui convogli, con a disposizione spazi dedicati alla ricarica di quelle elettriche, e di scegliere dove scendere per proseguire su percorsi resi facilmente accessibili e ben indicati, da realizzarsi in campagna sulle molteplici strade bianche oppure su altre asfaltate ma secondarie».
Secondo il Comitato nei progetti si dovrebbe prevedere la sistemazione delle stazioni rendendole accessibili alle persone diversamente abili, adibendo almeno quelle principali a centro servizi con adiacenti parcheggi scambiatori per un’efficiente integrazione treno-bici-autobus-mezzi privati che con un servizio ferroviario ben organizzato, con orari cadenzati e coincidenze nei nodi di Asti verso Torino e Genova, a Chivasso verso Torino e Milano, potrebbero facilitare la transizione dai mezzi privati a quelli pubblici, sgravando le strade dal traffico senza dimenticare le potenzialità per il trasporto merci.
Considerati gli innumerevoli incidenti stradali, in alcuni casi mortali (l’ultimo pochi giorni fa che ha visto perire un ragazzo di 19 anni), la difficoltà nella manutenzione delle strade, la ferrovia appare la risposta giusta all’esigenza di avere sicurezza, comodità e accessibilità.
In questo momento non mancano i fondi necessari alla realizzazione degli interventi (inclusa l’indispensabile onerosa messa in sicurezza della galleria fra Cocconito e Brozolo, che oggi spezza in due la linea) fra stanziamenti europei, statali, risorse interne delle Ferrovie dello Stato. Ciò che manca sono gli elaborati progettuali, senza i quali è impossibile accedere alle risorse messe a disposizione.
Tra le ipotesi in campo anche la sperimentazione della trazione ad idrogeno, per la quale è previsto lo stanziamento di dotazioni finanziarie specifiche, che eviterebbe la necessità di elettrificazione della linea.