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Attualità

Sulla Asti-Casale devono transitare
treni o biciclette? Continua il dibattito

La strada ferrata Asti -Casale, anche al centro dell'ultima campagna elettorale cittadina, resta d'attualità. Infatti il Teatro Civico aveva ospitato un convegno utile a ribadire i progetti

La strada ferrata Asti -Casale, anche al centro dell'ultima campagna elettorale cittadina, resta d'attualità. Infatti il Teatro Civico aveva ospitato un convegno utile a ribadire i progetti di un futuro "green" laddove fino a quattro anni fa viaggiavano i convogli. Una soluzione di antitesi con coloro che vorrebbero proprio ripristinare il servizio di trasporto pubblico lungo i 43 chilometri di binari che congiungono le due località, ma che proseguendo verso Mortara raggiungono Milano.
Ai non molti uditori nella platea del teatro moncalvese sono state illustrate le potenzialità del turismo green, compreso proprio quello che si potrebbe sviluppare sulle linee ferroviarie dismesse che nel solo Piemonte conta già 700 chilometri.

Un'attività ludica ma anche di businnes che riqualificherebbe il territorio. Si è scoperto, attraverso studi ed elaborazioni grafiche e multimediali, la versione greenway della Asti-Casale. Tratta storica, essendo stata inaugurata nel 1870, ma considerata "ramo secco" già a fine degli Anni ?80 e dall'estate 2010 non più utilizzata causa problemi strutturali rilevati nella galleria di Ozzano Monferrato. Così la tratta potrebbe trasformarsi in una pista ciclabile da offrire a migliaia di utilizzatori, compresi i 450 mila turisti stranieri (in gran parte tedeschi) che in Italia annualmente vanno in bici. All'ambizioso progetto stanno collaborando l'agenzia "Lamoro", gli studenti dell'Istituto Balbo di Casale Monferrato che hanno stilato un progetto di massima, l'architetto paesaggista e docente universitario Irene Montello e la laureanda nella stessa disciplina Jessica Sacco dello Studio Lanscape and Environement. Lo sostengono i Comuni di Casale Monferrato, Moncalvo ed Asti, quest'ultimo pur con qualche distinguo non avendo accantonato l'idea di poter riaprire al traffico la linea.

La pista ciclabile su rotaia, lunga 45 chilometri, prevede la posa tra i binari di una piattaforma in materiale riciclabile, rimovibile ed il ripristino di tanti punti attualmente lasciati al degrado, come la galleria di Ozzano o la stazione di Moncalvo da trasformare in ostello, con tanto di bar e punto informativo. Il percorso dovrà configurarsi come una e propria infrastruttura turistica che valorizzi il paesaggio Unesco, integrandosi ad esempio con il progetto Vento, ovvero la pista ciclabile che corre da Venezia a Torino che ha uno dei suoi nodi più importanti proprio a Casale Monferrato.

Non ancora definiti i costi, che però a breve verranno ufficializzati nelle pagine della tesi di laurea della laureanda Sacco. Gli unici punti di riferimento sono gli investimenti analoghi già condotti fatti in Olanda (da 19 a 38 mila euro chilometro) mentre a livello nazionale vi sono i circa 11 mila euro spesi su una tratta in Toscana. Essendo previsti non pochi interventi è ipotizzabile un costo in linea con quello olandese. I finanziamenti sarebbero garantiti dall'Unione europea, attraverso la Regione, nell'ambito del progetto internazionale Horizon 2020. Ma il protocollo d'intesa prevede anche l'adesione di Comuni, associazioni e privati.

Maurizio Sala

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