Un appuntamento colorato, ricco di sfumature e linguaggi differenti, ma uguale nel calore e nell’entusiasmo.
Parliamo della “Festa dei popoli”, giunta alla seconda edizione, organizzata dall’Ufficio pastorale migranti, che ha riunito le numerose comunità che abitano sul territorio, provenienti da Costa d’Avorio, Eritrea, Gambia, Mali, Marocco, Nigeria, Senegal, Brasile, Colombia, Ecuador, Nicaragua, Paraguay, Perù, Santo Domingo, Bangladesh, Filippine, Iraq, Pakistan, Albania, Moldavia e Ucraina. Inoltre, per l’Italia, erano presenti gli sbandieratori di Moncalvo e di Viatosto oltre a docenti e alunni dell’istituto Castigliano e del Centro provinciale istruzione adulti.
«Con l’arrivo della migrazione, negli anni Novanta – ha sottolineato Mario Malandrone, docente del Cpia – il nostro istituto è diventato anche una scuola che fornisce l’istruzione a chi, dai sedici anni in su, ha bisogno di imparare l’italiano a livelli base o più elevati. Una scuola che oggi accoglie circa novanta nazionalità e che è un ponte tra etnie diverse».
I gruppi presenti
Allegria e costumi tradizionali delle varie comunità sono stati lo sfondo dell’affollato incontro dove numerosi erano anche i più piccoli, soprattutto nel gruppo peruviano. «Nella prima edizione – ha detto a tal proposito Lonely Zevallos – i bambini presenti erano solo due o tre, ma sono stati loro a darci l’input per andare avanti. Adesso il nostro obiettivo è riunire gli oltre 400 peruviani presenti nell’Astigiano».
Entusiasta e variopinta la comunità del Brasile, dove spiccava una alta bambola di pezza. «E’ tradizionale nel Nord Est del Paese, soprattutto durante il Carnevale – ha informato Vania Rocha – un simbolo che con le sue lunghe gambe rappresenta tutte le donne».
Dal ritrovo al Parco della Resistenza si è formata la lunga sfilata, aperta dagli sbandieratori di Moncalvo e chiusa da quelli di Viatosto, che ha attraversato il centro cittadino fino a piazza Cattedrale. Lì sono iniziati i festeggiamenti inaugurati dalla canzone “Imagine” cantata dal coro Uniti per la Pace. «Una canzone che è un augurio per il mondo che vorremmo», ha spiegato prima di salire sul palco Nuccia Scoglia, direttrice del coro composto dalle formazioni della parrocchia del Sacro Cuore, di Migrantes e di San Domenico Savio.
Successivamente le varie comunità si sono esibite con danze tradizionali rivisitate in chiave moderna, canzoni nella lingua d’origine, poesie, racconti e testimonianze. Particolarmente toccanti le parole delle donne ucraine fuggite dalla guerra.
Il ruolo di istituto Castigliano e Cpia
Rilevante la presenza dei due istituti astigiani, il Cpia e il Castigliano. «Lavorare con il territorio – ha commentato la dirigente del Castigliano, Martina Gado – e partecipare a questi eventi è una palestra di vita». «Il Castigliano è una scuola multietnica – ha aggiunto Roberta Borgnino, già docente dell’istituto – con elevata presenza di studenti stranieri, considerati un valore aggiunto, dove nessuno è lasciato solo».
L’evento è poi continuato con una preghiera interreligiosa e la cena etnica a cura del Piam.