Per ora, l’unica cosa certa è che tutti vogliono riprendere il Festival delle Sagre, ma dall’intenzione in avanti il percorso è ancora piuttosto indefinito.
E’ la sintesi di quanto emerso dall’assemblea che si è tenuta nei giorni scorsi al palazzo della Provincia con i presidenti delle pro loco astigiane, i vertici della Camera di Commercio di Asti-Alessandria e i rappresentanti dell’Unpli (Unione pro loco italiana).
E’ la prima volta che tutti si confrontano apertamente e di persona dopo due anni di stop dovuti alla pandemia.
I problemi sul piatto sono tantissimi: l’accorpamento dell’ente organizzatore, la Camera di Commercio, il pensionamento di chi aveva sempre tenuto in mano la gestione dell’evento (Silvana Negro), le normative, seppur blande, di distanziamento sociale dovute al rischio di contagio, la paura della gente a gettarsi nella mischia dopo oltre due anni di cautele, le difficoltà economiche, logistiche e di “forza volontari” di molte pro loco, la revisione dei prezzi dei piatti alla luce del rincaro generalizzato di materie prime.
Tutto è stato preso in considerazione e discusso.
Alcune pro loco, presenti all’assemblea, hanno già dichiarato la loro impossibilità a partecipare al Festival delle Sagre 2022 qualora venisse organizzato: sono Cessole, Cellarengo e quella del Palucco si è dett molto vicina a quella decisione..
Sull’organizzazione è stata avanzata la proposta di una “gestione mista” fra Camera di Commercio e Unpli: la prima dovrebbe occuparsi del fronte più burocratico e logistico, la seconda di quello relativo a tradizione e scelta di piatti e sfilata.
Dunque un modello organizzativo del tutto nuovo che però, hanno chiesto tutte le pro loco, deve mantenere in tutto e per tutto il format tradizionale della manifestazione.
Qualcosa di più sicuro arriva dal fronte contabile: la Camera di Commercio ha già messo sul piatto un budget di 120 mila euro cui si aggiungeranno circa 70-80 mila euro provenienti dalle quote di iscrizione delle pro loco e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti che non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla manifestazione più amata della città.
Ma basteranno? Per saperlo bisogna al più presto definire il progetto dell’organizzazione congiunta per il quale è previsto un prossimo incontro fra due settimane fra i vertici CCIAA e Unpli.
«Anche le pro loco si sono prese un po’ di tempo per fare i conti – afferma Luisella Braghero presidente provinciale Unpli – L’idea è quella di fare tutti il possibile per mantenere la manifestazione così come è sempre stata conosciuta ed apprezzata. E’ troppo importante per perderla».
Il maggior nemico di tutti è il tempo. Siamo al 6 aprile e la macchina organizzativa di un evento così complesso richiedeva almeno sei mesi di lavorazione quando tutto era già definito e instradato.
Ma, filtra dalla Camera di Commercio, fino a quando non è stata dichiarata la fine dello stato di emergenza Covid non aveva alcun senso immaginare di poterlo fare.
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- Redazione