E ora che il Parlamento e il Governo italiano difendano i diritti degli alluvionati. E non a casa loro, ma a casa dellUe, per convincere la Commissione che i rimborsi del 90% dei contributi
E ora che il Parlamento e il Governo italiano difendano i diritti degli alluvionati. E non a casa loro, ma a casa dellUe, per convincere la Commissione che i rimborsi del 90% dei contributi previdenziali versati negli anni 1995/1996/1997, quelli immediamente seguenti la terribile alluvione del 1994, non furono aiuti di Stato per le migliaia di aziende alessandrine, astigiane e cuneesi che furono messe in ginocchio. A chiederlo direttamente al presidente della Commissione parlamentare italiana dei rapporti con la Comunità Europea, sono stati, nei giorni scorsi, lonorevole Fiorio accompagnato da Alberto Pasta, in rappresentanza del Comune di Asti e dellavvocato Emilio Sellitti che ha seguito numerose cause, tutte vincenti.
Una vicenda che affonda nel diritto alle aziende che in quegli anni versarono i contributi integralmente, a vederseli rimborsare del 90% così come disposto per le aziende alluvionate della Sicilia. Ma lInps si è sempre opposta a questi rimborsi e ogni azienda ha dovuto ricorrere al giudice per vedersi riconosciuto il diritto.
Finora, tutte le cause sono state vinte dagli imprenditori, qualcuna anche in Cassazione, e qualche rimborso lInps è stata obbligata a versarlo. Sembrava una strada spianata fino a quando un giudice di Cuneo ha posto il quesito alla Commissione Europea sospettando una forma di aiuto di Stato non autorizzata dallUE. Ne è nata una procedura di infrazione dalla quale lItalia deve difendersi per difendere i diritti degli alluvionati. Pesanti gli effetti della decisione della Commissione Europea. Intanto, in attesa che si pronunci, sono state sospese tutte le sentenze e i processi in atto in Italia. E poi, se dovesse esprimersi sul riconoscimento degli aiuti di Stato non autorizzati, le aziende che attendono il rimborso se lo vedrebbero negato e quelle che già lhanno ottenuto rischierebbero di doverlo restituire.
Daniela Peira