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Futuro del PD, il dopo Monti e le nuove sfide, la parola all'on. Massimo Fiorio
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Futuro del PD, il dopo Monti e le nuove sfide, la parola all'on. Massimo Fiorio

Tra i candidati del PD astigiano Massimo Fiorio, avendo vinto le primarie di fine dicembre, è l'unico quasi certo di tornare a sedere tra i banchi della Camera dei Deputati, dove ha lavorato sin dal 2008. Terzo in lista per la Circoscrizione Piemonte 2, all'interno del parito si occupa prevalentemente di tematiche legate al mondo dell’agricoltura. In questa intervista parla del futuro del PD, del dopo Monti e delle sfide che attendono il Paese…

Massimo Fiorio tornerà quasi certamente a sedere alla Camera dei Deputati per una nuova legislatura (è parlamentare dal 2008) essendo al 3° posto nella lista dei candidati per la Circoscrizione Piemonte 2. Fiorio, che nel Partito Democratico si occupa prevalentemente di tematiche legate al mondo dell’agricoltura, ha vinto le primarie di fine dicembre confermandosi come candidato di punta del PD astigiano. Dopo oltre un anno di sostegno al Governo Monti e ben 54 voti di fiducia il PD si deve difendere dalle accuse di essere stato troppo permissivo sulle linee dettate dal professore (e con lui anche gli altri partiti della maggioranza trasversale) ma per Fiorio c’è un distinguo importante da evidenziare: «Il nostro lavoro con Monti è stato costruttivo e anche molto critico perché, davanti alla crisi, le soluzioni proposte non sono state sempre le stesse. Voglio solo ricordare la Legge di Stabilità che il PD ha completamente stravolto aumentando il fondo per i non autosufficienti, quello sulla sanità e gli stanziamenti per la cassa integrazione in deroga passati da 844 milioni a 1,7 miliardi».

Bersani, candidato premier, ha più volte detto di voler fare delle riforme per risolvere le criticità lasciate dai tecnici ma tra tutte il sostegno alla riforma Fornero (e in particolare alla modifica dell’art. 18 sui licenziamenti) è quello che più potrebbe pesare in termini di voti. «Abolire la Riforma Fornero significherebbe tornare alla jungla che c’era prima – replica Fiorio – Sicuramente c’è la possibilità di migliorare il testo rendendo molto più facile l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro e aumentando il costo del precariato rispetto al lavoro stabile. A dire il vero sono molto critico sulla retorica che sento a proposito di riforme e riformismo. Più di fare tante riforme – spiega il deputato – questo Paese ha bisogno di politiche attive a cominciare dalla riqualificazione del debito che dev’essere mirato a fare qualcosa». Secondo Fiorio l’Italia ha bisogno di un nuovo Piano industriale per rilanciare il settore manifatturiero, artigianale e il siderurgico ma ci sono settori che meritano di avere molte più risorse. «Mi riferisco al Turismo e all’Agricoltura e al fatto che manca un vero coordinamento tra l’Ente del Turismo e le Regioni. Un esempio importante di rilancio del turismo ci viene dato dal Salento dove i passaggi negli aeroporti sono cresciuti esponenzialmente aiutando così l’economia della Puglia».

Il PD intende rimettere in discussione il patto di stabilità così da permettere ai Comuni virtuosi di poter investire sul territorio. «L’economia si muove anche facendo un piano di piccole opere per migliorare l’assetto idrogeologico e la sicurezza delle scuole, interventi che potrebbero essere finanziati con 7 miliardi di euro. Ad Asti, grazie al lavoro svolto da me ma anche dall’on. Armosino siamo riusciti a far arrivare 2 milioni di euro per le scuole e sarebbe bello che questi soldi venissero inseriti in un sistema di lavoro per le imprese locali». I cittadini, gravati da nuove tasse, chiedono di tagliare i costi della politica. «A mio avviso bisogna introdurre un sistema corretto di rendicontazione delle spese sostenute dai parlamentari – replica Fiorio – Per il resto c’è la bozza Violante del 2006 che prevede la riduzione di un terzo dei parlamentari e l’abolizione del Senato così com’è per trasformarlo nel Senato delle Regioni. Il vero spreco è dato dal decentramento e dal fatto che le Regioni sono ormai diventate enti erogatori di soldi e contributi. Ormai si è creato uno Stato che sembra un panino talmente infarcito di strati da diventare indigesto».

Se il prossimo Governo sarà espressione del centrosinistra le priorità dettate dal PD sono già scritte in agenda: rivedere l’Imu («la soluzione di progressività trovata dal Comune di Asti mi piace molto»), ridurre le tasse indirette a cominciare da alcune accise, prevedere la possibilità di detrarre parte delle spese a carico del cittadino, abolizione della sostituzione d’imposta, liberalizzazione nel settore energetico e dei trasporti, abolizione del Beauty Contest sulle frequenze tv.
Quando si credeva che la Provincia di Asti venisse accorpata con Alessandria Massimo Fiorio è stato chiamato in causa più volte quale ultimo baluardo in Parlamento per difendere “l’astigianità” ma il suo approccio è sempre stato improntato verso un certo scetticismo. «La bandiera di una battaglia identitaria non la prenderò mai perché quando si parla di territorio io penso al Monferrato molto più che all’ente di piazza Alfieri. Io devo sapere chi toglie la neve, chi mantiene le scuole e Monti ha sbagliato pensando di risolvere la questione delle province senza capire a chi dovessero andare le funzioni».

Negli ultimi mesi ad Asti si è discusso non solo dell’accorpamento con Alessandria ma anche di altri casi non ancora risolti. Il futuro dell’ex Waya, ad esempio, continua ad essere incerto nonostante gli amministratori comunali abbiano più volte annunciato l’imminente rilancio dell’azienda da parte dei cinesi. «Io mi aspetto che i cinesi mantengano le promesse fatte e rivendico di essere stato l’unico ad istituire tavoli ministeriali sul caso Waya. Su questa vicenda – prosegue Fiorio – chiamo in causa l’ex sindaco Galvagno e l’ex presidente della Provincia Armosino che secondo me non hanno seguito a dovere la delicata fase del commissariamento. Sull’azienda si sono persi treni importanti perché i cinesi sono arrivati solo dopo il fallimento». Fiorio ha anche contribuito all’operazione che ha portato ad avere i contratti di solidarietà alla Gate, altra importante azienda cittadina.

Venerdì il segretario regionale del PD Gianfranco Morgando sarà ad Asti per incontrare il sindaco Brignolo e discutere sulla sua nomina nel Cda della CrAsti. Una nomina che non piace al partito. «Quello che ritengo pericoloso nel caso Brignolo è lo scollamento tra l’amministrazione e il partito. Si danno letture differenti della realtà e anche dell’eventuale beneficio per Asti ma – prosegue Fiorio – questo caso rischia di segnare un solco profondo che poi sarà difficile da colmare». Candidati astigiani nel PD sono anche il segretario provinciale Francesca Ferraris (Camera) e Gianni Amendola (Senato). Entrambi in questi giorni sono impegnati negli incontri sul territorio per far conoscere ai cittadini il programma del partito.

Riccardo Santagati

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