Sulla questione del caporalato tra i vendemmiatori, il sindaco di Canelli valuta se portare in tribunale Mediaset per un servizio andato in onda qualche giorno fa
«Non siamo una terra di sfruttatori! Chi vuol vendere quest’immagine di Canelli si sbaglia di grosso. E non ho più intenzione di tollerare tali leggerezze mediatiche». E’ infuriato il sindaco Marco Gabusi dopo il servizio andato in onda, martedì, sui telegiornali di Canale 5 delle 13 e delle 20. Un’inchiesta che ha preso spunto dalla piaga del caporalato presente in alcune aree del Sud Italia, dove i lavoratori in agricoltura vengono ingaggiati per pochi centesimi l’ora. Argomentando con numeri e cifre, il giornalista ha accostato il fenomeno a Canelli. Citando fonti di un’organizzazione sindacale, ci sarebbero torpedoni pronti a mettersi in marcia dai Paesi dell’Est in vista delle vendemmia con migliaia di lavoranti che, una volta in città, non trovano di meglio che organizzare tendopoli di fortuna.
Chiaro riferimento alle polemiche che accompagnarono i mesi di agosto e settembre del 2015 quando, a fronte del fermo “no” del sindaco ad organizzare centri di accoglienza per i vendemmiatori, si scatenò una campagna mediatica sugli accampamenti di fortuna dei “migranti della vendemmia”.
Da interviste e inchieste, emerse un quadro a tinte fosche di una realtà scarsamente sensibile alla solidarietà verso i lavoratori stranieri, facendo venire a galla anche fenomeni di caporalato confinati all’interno degli stessi gruppi di stranieri arrivati per il periodo vendemmiale.
«Già allora ebbi modo di dire che Canelli non aveva nulla a che spartire con il caporalato: i nostri vignaioli sono puliti – spiega Gabusi – Se esisteva era un fenomeno che riguardava gruppi ristretti e che doveva essere contrastato con gli strumenti della legge».
Ora il servizio della rete ammiraglia di Mediaset che il primo cittadino rimanda al mittente. «Non dispongo delle informazioni di cui ha parlato la Cgil, ma sta di fatto che in questi giorni, e siamo già a fine agosto, di vendemmiatori non c’è neanche l’ombra. È pur vero che la vendemmia è ritardata rispetto a un anno fa, ma se ben si ricorda nel passato gli arrivi cominciavano già a inizio agosto».
E medita, il sindaco, anche azioni legali «per tutelare la nostra immagine, quella dei vignaioli, dei nostri prodotti e della città in generale».
Ribadendo che «non siamo disponibili a organizzare centri di accoglienza di massa. Chi ha necessità di questi lavoranti li ospiti nelle proprie strutture, così come le cooperative. Il fondo messo a disposizione dalla Regione? Sono convinto che possa essere spese bene controllando gli arrivi, monitorando e contrastando il fenomeno del caporalato che, così facendo, verrebbe cancellato in meno di una stagione».
Giovanni Vassallo