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Galvagno e Bovino
Attualità
Caso elezioni provinciali

Galvagno sull’esposto contro Rasero: «Forza Italia non sapeva nulla e l’ha scoperto dai giornali»

Le reazioni della politica dopo lo scoppio della nuova querelle Bovino-Rasero

L’esposto presentato dall’ex assessore Mario Bovino contro il sindaco Rasero ha riacceso il fuoco della querelle politica astigiana dopo la tregua natalizia. In realtà che stesse per succedere qualcosa era emerso dopo Capodanno quando alcuni consiglieri hanno iniziato a sentire voci su un imminente “nuovo capitolo” della contesa tra Rasero e Bovino. Ma, fino a pochi giorni fa, in apparenza nessuno conosceva i dettagli.

Dell’esposto non sapeva nulla il consigliere comunale e coordinatore provinciale di Forza Italia Marco Galvagno nel cui partito milita Bovino. «Ho appreso la notizia leggendo i giornali, quindi non posso commentarla perché non possiedo gli elementi per farlo – replica Galvagno – Riunirò il partito e valuteremo la situazione, ma oggi non ho nulla da dichiarare a riguardo». Ma se sul caso specifico il coordinatore provinciale azzurro aspetta di avere più elementi per eventualmente giudicare, sulla questione delle modalità di voto alle elezioni provinciali dice qualcosa in più: «Le elezioni provinciali di secondo livello sono quelle dove i partiti concordano strategie da attuare che sono l’essenza stessa delle elezioni – aggiunge Galvagno – Detto questo ci tengo a rimarcare che Forza Italia ha gestito quelle elezioni in maniera limpida e corretta, lasciando ampia discrezionalità di voto ai propri elettori che hanno fatto convergenza su candidati di partito. Forza Italia, nel 2022 come nel 2024, ha avuto un atteggiamento superlineare». Ma secondo Galvagno questa vicenda non cambierà gli equilibri politici nella Giunta, dove Rasero deve ancora sciogliere le riserve sul successore di Bovino, «essendo un’iniziativa di cui il partito non sapeva nulla e da cui si dissocia».

Dall’opposizione, i commenti sono di altro tenore. «Se si tratta di indicazione o accordo tra consiglieri su chi votare non è rilevante, – incalza il consigliere comunale Mario Malandrone di Ambiente Asti – se si tratta, invece, di chiare indicazioni, con pizzini, per verificare il voto in cabina elettorale è grave politicamente. Nella prima Repubblica c’era chi usava le tre preferenze per il controllo e la tracciabilità del voto. Un mal costume che non è mai passato?». «Stiamo assistendo ad un teatrino tristissimo: – aggiunge Michele Miravalle del Pd – cordate di potere che lottano per interessi privati e personali, mentre la città e il territorio sono in pieno declino. A questi signori del bene pubblico e dell’interesse collettivo, purtroppo, sembra non interessare più nulla».

Per il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Massimo Cerruti, la cautela è necessaria, «ma se corrisponde al vero la situazione è preoccupante: un sistema per orientare, tracciare e controllare il voto sarebbe altrettanto preoccupante. Comunque è una vicenda che rientra nella lotta di potere e di poltrone in atto, già raccontata da tempo come mappa del potere, che non serve agli astigiani, anzi nuoce loro. Il sindaco dovrà rendere conto e spiegare, in maniera trasparente, cosa sta succedendo».

Un caso politico, ma che potrebbe non avere ripercussioni giudiziarie dal momento che la Procura, nella richiesta di archiviazione del caso, parla di un fatto che alla luce dell’attuale normativa non costituisce reato.

[nella foto Marco Galvagno e Mario Bovino]

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