Martedì pomeriggio, quando è diventata ufficiale la decisione di Stefania Sterpetti di rinunciare all’incarico da Garante dei detenuti del carcere di Quarto, dopo una nomina divisiva e contestata, c’è chi ha brindato e chi, invece, ha dovuto masticare amaro. Brindano i consiglieri di minoranza che, fin da subito, hanno puntato il dito contro la dottoressa Sterpetti per via del suo curriculum, considerato inadeguato perché privo di precedenti e specifiche esperienze lavorative nel mondo del sociale e carcerario, ma anche per via di alcuni post scritti anni fa su Facebook nei quali si augurava che l’ex terrorista Cesare Battisti si “togliesse di mezzo da solo” con lo sciopero della fame, in cella, o dove riportava un’immagine di Benito Mussolini e una scritta sulle “cosiddette cose buone” che avrebbe fatto il Duce.
Esternazioni che, stando a quanto trapelato da dietro le quinte della votazione in Consiglio comunale (avvenuta a voto segreto, ma di cui di segreto c’è ben poco) hanno infastidito anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, partito di cui la dottoressa Sterpetti è dirigente provinciale. Non a caso almeno un consigliere FdI, Carlotta Accomasso, avrebbe votato scheda bianca per prendere le distanze dalla nomina, poi comunque passata anche con i voti di Forza Italia, della lista civica Rasero (ad eccezione di un consigliere). Scheda bianca che, a quanto pare, è stata indicata anche dal presidente del Consiglio Federico Garrone. Il sindaco di Asti Maurizio Rasero, descritto da chi l’ha visto in questi giorni come «piuttosto infastidito» dal polverone suscitato, ha preferito risolvere la questione con una riunione di maggioranza, lunedì, quando è stato messo davanti al fatto compiuto: il nuovo Garante avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Non c’era altra via d’uscita per ricucire e andare oltre.
Dimissioni che puntualmente sono state rassegnate 24 ore dopo. «La rinuncia di Stefania Sterpetti è doverosa – commenta il consigliere del Pd Michele Miravalle – Quella del Garante è una nomina particolare che non deve finire nel tritacarne dei bilancini di partito. È una figura di garanzia che va selezionata per competenza e conoscenza del contesto penitenziario. Ora il Consiglio apra un confronto aperto sui problemi dell’istituto penitenziario astigiano e si individui il candidato più capace, non quello più fedele. Facciamolo ora, meglio tardi che mai».
«Si è dimessa? Bene! – aggiunge il consigliere di Ambiente Asti Mario Malandrone – Ambiva a un posto da Garante dei detenuti senza nessun tipo di conoscenza dei meccanismi carcerari. Non abbiamo perso qualcosa di importante, attraverso i curricula occupava gli ultimi posti per esperienza legata al carcere. Quindi come dire: non è il giocatore di calcio fuoriclasse che lascia il suo posto in squadra, non è Chinaglia che lascia la Lazio, è qualcuno che a calcio (sulle carceri ) non aveva mai praticato. Quindi la forza politica che la ha proposta dovrebbe evitare di rendere martire una persona che martire non è. Al massimo dovrebbe chiedere scusa del modo di intendere politica e servizio alla comunità».
«E visto l’ errore del passato – continua Malandrone – si scelga un curriculum attinente alla figura da scegliere. Si apra un dibattito su carcere e condizioni di carcerazione e su attività nel carcere di Asti . Si scelga una figura con esperienza nelle carceri, non si rifaccia un errore di scegliere un uomo o donna di bandiera. Il fatto che il bando non preveda nessuna caratteristica e esperienza sul tema già la dice lunga sul modo di accettare curricula e proposte. Visto che ci si è mossi con pressapochismo fino ad ora, diamo un colpo di spugna e si valutino i curricula, le competenze, le azioni e le esperienze».
Che si riaprano i giochi puntando su esperienza e competenza è anche quello che chiede la consigliera Vittoria Briccarello di Uniti si può che commenta in maniera critica le parole dell’assessore alla Sicurezza e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Luigi Giacomini, circa il fatto che “se avessimo voluto cercare una figura specializzata si sarebbe dovuto indicare chiaramente nel bando di selezione, cosa che non è stato fatto”. «In sintesi l’assessore alla Sicurezza ammette pacificamente che la politica (il centrodestra) non cercava una figura competente, ed è per questo che il bando è stato scritto senza richiedere il requisito – rimarca Briccarello – Un po’ come se per assumere un pilota di aerei non si chiedesse il brevetto di volo. In sintesi: il bando era scritto male di proposito al fine, forse, di lasciar campo libero a candidature improbabili. Io sono profondamente convinta che ci sia un buona politica, ma di fronte a queste esternazioni mi chiedo… ‘ma son del mestiere questi’?».
Adesso ci sono due possibili soluzioni: una nuova votazione che faccia convergere le preferenze del Consiglio su un solo candidato “condiviso”, competente e con un curriculum adeguato, oppure un nuovo scontro “di fazioni” che potrebbe avvenire se, come qualcuno ha già preventivato, il nuovo nome “della maggioranza” fosse quello di Luca Tomatis, assistente sociale proposto dal gruppo de I Giovani Astigiani di cui, ricordano dal centrosinistra, è stato anche candidato al Consiglio comunale per le elezioni del 2022. Insomma, per la minoranza sarebbe un altro candidato di bandiera, più o meno come Stefania Sterpetti.
Ma sarà lui il nuovo Garante dei detenuti di Quarto? Per saperlo bisognerà attendere ancora qualche giorno, periodo nel quale, gira voce, ci saranno contatti informali tra le forze di maggioranza e di opposizione per tentare di raggiungere, se non un compromesso, una soluzione “accettabile” per tutti. In termini calcistici, un onorevole pareggio che metta tutti d’accordo.