Ogni tanto l’accesa querelle tra l’OMS e i maggiori Paesi produttori di vino, sulla necessità, secondo l’Organizzazione, di diminuire il consumo di alcolici, vino compreso, torna a farsi sentire. Come in questi giorni dal momento che l’OMS è tornata a chiedere una diminuzione del consumo procapite di alcol del 10%, entro il 2025.
Motivo per cui da parte del mondo dei produttori, ma non solo, sono volate accuse di “proibizionismo” e durissime critiche contro l’Organizzazione accusandola di non distinguere tra vino (e altre bevande a basso tenore alcolico) e superalcolici, mettendoli tutti sullo stesso piano.
«Siamo alle solite – commenta Andrea Ghignone, sindaco di Moasca, imprenditore viticolo, presidente di una grande cooperativa vitivinicola astigiana e candidato per il PD alle prossime elezioni – In nome di lobby anti alcol e di gruppi di presunti salutisti, ancora una volta il vino viene inserito nel calderone del “politicamente corretto” e additato come responsabile di dipendenze e di tutto quello che ne consegue».
Ghignone, assicurando solidarietà alla filiera vitivinicola, ricorda come da tempo il settore abbia sposato la campagna di un consumo moderato e consapevole con azioni di promozione e propaganda, «ben prima di altri settori produttivi di massa» e aggiunge: «Sono convinto, e con me molti esperti, che un eventuale proibizionismo non risolverebbe il problema. E neppure vorrei accennare a tutti gli studi scientifici che, ormai da tempo, indicano un consumo senza eccessi di vino come fattore di benessere e addirittura di controllo rispetto a patologie cardiovascolari. Qualcuno all’OMS sa cos’è il Paradosso Francese secondo cui un limitato consumo di vino rosso proteggerebbe arterie e cuore? Qualcuno all’OMS sa cos’è il resveratrolo, un elemento naturalmente presente nell’uva e quindi nel vino che, secondo ricerche medico-scientifiche, sarebbe responsabile di alcuni effetti positivi sulla salute? Evidentemente no».
«Infine – annota Ghignone – mi rattrista il silenzio attribuito ai rappresentanti europei, segnatamente quelli del Sud Europa (Italia in testa), rispetto a questo sciagurato documento. Ecco, almeno questo vorrei non ci fosse stato».