Lei si chiama Giada Borio, 23 anni di San Marzano Oliveto ed è una studentessa di odontoiatria dell’Università di Torino il cui midollo è risultato compatibile con quello di una paziente malata
La donazione è vita. Questo non è il retorico slogan di una qualche generica campagna a favore delle donazioni ma un autentico dato di fatto per una donna di Roma di 40 anni affetta da leucemia mieloide acuta a cui è stata data una speranza di salvezza in più grazie alla generosità di un’astigiana. Lei si chiama Giada Borio, 23 anni di San Marzano Oliveto ed è una studentessa di odontoiatria dell’Università di Torino il cui midollo è risultato compatibile con quello di una paziente malata. Giada è infatti iscritta da due anni all’ADMO, l’Associazione Donatori di Midollo Osseo, e ad agosto ha ricevuto una telefonata importante dall’ospedale di Alessandria. Il campione di sangue che aveva donato e che conteneva cellule del suo midollo era risultato compatibile con quello di una malata. Un gioco di probabilità pazzesco perché il rapporto è uno su un milione.
«La decisione di donare non è stata difficile, è stata la scelta più naturale del mondo – ha spiegato la studentessa con un candore disarmante – Non ero spaventata, forse perché studio in ambito medico e so che la procedura non è dolorosa ne’ costituisce un pericolo per il donatore. Ho avuto la possibilità di aiutare un’altra persona e l’ho fatto. Oltretutto non mi è costato nulla». Giada parla con naturalezza e semplicità, senza dare troppo peso all’importanza del suo gesto generoso che, di fatto, ha salvato una vita in attesa di trapianto. Come spiega in modo semplice e chiaro il dott. Mauro Stroppiana dell’Ospedale di Nizza Monferrato «la leucemia è una malattia che invade il midollo osseo, quindi distrugge la nostra “fabbrica del sangue” e può portare a morte i pazienti. A volte per guarire, oltre alla chemioterapia, è necessario sostituire il midollo malato con quello di un donatore sano». Il trapianto di midollo osseo è tecnicamente molto semplice: consiste nell’infondere una sacca di midollo prelevato da un donatore nella vena di un malato (come una fleboclisi). Le cellule midollari del donatore vanno a sistemarsi nell’osso del malato e cominciano a produrre sangue sano. Il problema è trovare il donatore perché la possibilità è una su un milione. Per questa ragione è importante avere un numero alto di donatori iscritti nei Registri Nazionali dei Donatori di Midollo Osseo.
«C’è molta diffidenza sulla donazione del midollo. La gente teme che si tratti di una procedura dolorosa o pericolosa ma non è così» assicura Giada, che ha provato sulla sua pelle. Il midollo osseo non è il midollo spinale, che non viene toccato in queste procedure. Per chi vuole diventare donatore l’impegno consiste nell’effettuare un prelievo di sangue e compilare i moduli di adesione. Se compatibile, verrà richiamato 1 -2 volte per approfondimenti e poi, magari a distanza di anni, potrà eventualmente arrivare alla donazione. Per iscriversi nel Sud Astigiano telefonare al n. 0141/7821 e chiedere del dott. Stroppiana. Ad Asti: Servizio Trasfusionale Osp. Card. Massaia 0141/481111 oppure Maria Luisa Longo 333.7762218. S. Damiano: rivolgersi a Caterina Franco.
Lucia Pignari