In occasione della festa della Presentazione al Tempio di Maria, al Carmelo Mater Unitatis di Albarengo si è celebrata la giornata “Pro orantibus”, un’occasione per porre in rilievo la particolarità della vita contemplativa e ricordare tutte le comunità monastiche di clausura, maschili e femminili, sparse per il mondo. Il vescovo di Casale Monferrato mons. Sacchi ha celebrato la messa, ringraziando le monache e ricordato che nel recente sinodo diocesano ha disposto che «tutte le parrocchie e i gruppi ecclesiastici si sentano impegnati a mantenere un proficuo contatto con il monastero e a contribuire in qualche modo al suo sostentamento materiale».
Nei giorni scorsi il Carmelo ha anche ospitato il corso di esercizi spirituali predicati da mons. Francesco Ravinale, vescovo emerito di Asti. Le origini del Carmelo montigliese risalgono al 1971 quando dal monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi di Firenze arrivò un gruppo di sette monache, invitate dal cardinale Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino, che aveva ricevuto in dono la ottocentesca villa Puzzi da Fanny Scevola (ultima discendente di Domenico Puzzi, famoso suonatore di corno emigrato a Londra dove aveva fatto fortuna) e l’aveva trasformata in monastero di clausura.