Giornata importante, quella di oggi, dedicata in tutto al mondo alla figura dell’infermiere.
Una delle figure sanitarie più amate che viene considerato, per un italiano su due, un ruolo di alto valore. Lo dice il sondaggio che la Swg ha fatto per conto del Nursind nazionale, sindacato di infermieri.
Che rivela anche altri dati molto curiosi: per il 40% dei cittadini i turni di lavoro degli infermieri sono troppo gravosi mentre una percentuale analoga evidenzia il grande impegno fisico e mentale. La nota più dolente arriva dalle giovani generazioni che non vedono di buon occhio il percorso di studi considerato troppo lungo in rapporto alla scarsa autonomia decisionale in ambiente lavorativo e alle basse retribuzioni destinate gli infermieri.
Sempre un 40% di intervistati è contrario alla libera professione dell’infermiere visto ancora, in Italia, fortemente legato alla sanità pubblica come figura di riferimento strutturata.
Di un futuro da infermiere si parla nella giornata di oggi all’ospedale di Asti dove, nella “piazza interna”, sono stati allestiti degli stand che offrono la possiblità di conoscere da vicino le attività e le competenze degli infermieri.
A sottolineare l’importanza di una professione divenuta insostituibile spina dorsale della sanità moderna ci pensa Enrico Mirisola, del Nursing Up di Asti, altro sindacato di categoria: «A proposito della Giornata dell’Infermiere ci siamo interrogati come comunità di professionisti se fosse sufficiente una giornata per dire a tutti i cittadini e a tutti gli attori del sistema di cura, ma soprattutto a noi, che cosa siamo. La risposta, effettivamente, è no. Soprattutto dopo questi ultimi anni. Innanzitutto, oggi, a pochi giorni dall’ufficializzazione da parte del WHO della vittoria della guerra alla pandemia da SARS CoV2, possiamo dire a testa alta di aver dimostrato quello in cui forse poco credevamo. Siamo una fetta importante dei professionisti che curano, che assistono, che usano le mani pensando. Proprio l’equilibrio tra arte e scienza, cioè tra quello che sappiamo e come lo mettiamo in pratica, ha permesso al Sistema sanitario nazionale di resistere nonostante i gravi attacchi dovuti alla pandemia. Oggi – prosegue Mirisola -, rinnoviamo il messaggio di presenza nel sistema di cura a favore della salute, nella prevenzione, nella gestione delle malattie, già lanciato con il patto infermiere-cittadino, anche con la sfida della nostra concreta presenza nelle cure di prossimità. Quindi non è solo oggi, ma è da oggi che ci proponiamo di essere sempre più presenti al fianco di chi ha necessità di cure”.
A livello regionale, invece, il Nursing Up ricorda che in Piemonte mancano 6 mila infermieri, chiedendo alla rEgiione un segnale di svolta ovvero le assunzioni reali in tempi brevissimi.
«Abbiamo segnalazioni da ogni Asl e Aso della nsotra regione di necessità urgente di personale nuovo, giovane e con contratti a tempo indeterminato – dice Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up – Serve un celere reclutamento di nuovo personale e ci si deve rendere conto che la nostra richiesta è urgente, che le assunzioni sono necessarie perchè ne va della sicurezza dei lavoratori, della qualità del servizio erogato e della salute dei colleghi che non possono più continuare a lavorare oltre l’orario dovuto.