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Giorno della Memoria
Attualità

“Giorno della Memoria, vaccino periodico contro odio e rifiuto della diversità”

Riflessioni, ricordi e testimonianze venerdì in occasione dell’iniziativa che si è svolta nella sinagoga di Asti

Giorno della Memoria

“Un vaccino periodico contro odio e rifiuto della diversità”. Così Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt (Istituto per la Storia della Resistenza), ha definito il Giorno della Memoria, la ricorrenza, che cade oggi, istituita per ricordare le vittime dell’Olocausto.
Lo ha fatto venerdì scorso, in occasione dell’appuntamento organizzato da Associazione Italia Israele, Comune di Asti, Israt e Comunità ebraica di Torino, con la partecipazione degli studenti del liceo classico Alfieri.

L’iniziativa presso la sinagoga

Sede della commemorazione la sinagoga di via Ottolenghi. Costruita tra fine Settecento e inizio Ottocento, è utilizzata solo più come luogo di visita su appuntamento, in quanto la comunità ebraica astigiana, come in molte altre città del Piemonte, si è estinta dopo la Seconda guerra mondiale a causa della Shoah. Per essere autonoma, infatti, una comunità ebraica deve essere composta da almeno 12 membri maschi. La sinagoga è quindi sotto la cura della comunità torinese che, comprendendo diverse sezioni oltre il confine cittadino, conta 900 iscritti.
A presentare l’iniziativa Luigi Florio (Associazione Italia  – Israele), che ha invitato a parlare il sindaco Maurizio Rasero e la vice presidente della comunità ebraica di Torino Alda Guastalla.

I commenti

Quest’ultima ha innanzitutto ricordato la ragione per cui è stata introdotta la ricorrenza. “E’ stata istituita su proposta del senatore Furio Colombo – ha ricordato Alda Guiastalla – dopo una lunga discussione (tanto che in Italia è stata introdotta  dopo altri Paesi europei) che ha portato poi alla scelta della data del 27 gennaio, giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Per essere efficace, comunque, deve essere considerata un momento di ricordo per impegnarsi quotidianamente contro tutte le forme di discriminazione”.
D’accordo Leonardo Filippone, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, che ha poi sottolineato come il mondo della scuola sia stato uno dei primi su cui le leggi razziali hanno impattato. Dalla ricercatrice Israt Nicoletta Fasano, poi, l’invito a far sì che il “Giorno della Memoria scateni cambiamenti e crescita in una società in cui si stanno diffondendo luoghi comuni, pregiudizi e comportamenti discriminatori amplificati dai social network. Tanto che è tornata la paura per l’eliminazione fisica della diversità. Se, al contrario, il Giorno della Memoria non serve a questo scopo, allora si può tranquillamente abolire”.
Tornando poi all’aspetto più locale, Florio ha evidenziato come la comunità ebraica astigiana fosse perfettamente integrata con la società e caratterizzata dalla presenza di personalità di grande spessore. Tra queste, ha ricordato, “Isacco Artom, protagonista del Risorgimento e primo senatore ebreo del Regno d’Italia, e Leonetto Ottolenghi, il più grande benefattore che la città abbia avuto, grazie a cui si sono potuti costruire monumenti e piazze (tra cui piazza Roma, vicino alla sua residenza, che era appunto Palazzo Ottolenghi) ed effettuare restauri”.
Comunità locale riguardo a cui ha parlato, offrendo la sua testimonianza, anche Tullia Jona, che ha raccontato l’impatto della tragedia della deportazione sulla vita quotidiana della sua famiglia, compresi i nonni Olga e Leopoldo Jona (cui è intitolata la scuola media di corso Genova) e la zia Enrica, che è riuscita a tornare dopo essere stata internata nel campo di concentramento di Auschwitz. Vicende disumane in cui hanno però trovato spazio, come ha sottolineato più volte, “gesti di generosità incredibile da parte di molte persone”. Tullia Jona a poi sottolineato come “i sopravvissuti per anni abbiano preferito non parlare, anche perché la società non voleva ascoltare ma guardare avanti. Solo negli anni Sessanta, Enrica ha sentito il dovere di raccontare”.
La commemorazione è terminata con la lettura, da parte degli studenti del liceo classico Alfieri, dei nomi di cittadini ebrei residenti ad Asti arrestati e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz.

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