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Intervista

Giovanni Atzeni: « Vittoria importante dopo un anno poco fortunato»

«Diodoro è un cavallo che alleno, lo conosco bene. Gran galoppatore. Restava l’incognita dell’esordio»
Giovanni Atzeni è tornato a lasciare il segno. Il fantino sardo-tedesco, quarant’anni compiuti ad aprile, ha vinto per la Contrada dell’Oca il Palio senese di luglio dedicato alla Madonna di Provenzano. Tittìa montava Diodoro, esordiente sauro di sei anni, da lui in scuderia, avuto in sorte dall’assegnazione. Undicesimo successo personale per Atzeni sotto la Torre del Mangia, il quarto per la contrada di Fontebranda.

Dopo il filotto dei cinque trionfi consecutivi, l’ultimo con la Selva nel luglio 2023, non hai impiegato troppo tempo per tornare a vincere. La tua è stata un’esultanza particolare, quasi rabbiosa….

«Venivo da un anno di lavoro duro, importante. La stagione precedente non era andata benissimo, ho fatto tanti sacrifici, mi sono “strapreparato” dedicandomi soltanto alla mia mente, al mio fisico e al Palio di Siena. Avevo necessità di scaricare tutta la tensione accumulata, e questo ha fatto apparire la mia esultanza “rabbiosa”. Ma dentro di me ho provato anche tanta tanta felicità»

Hai vinto in una Contrada, l’Oca, alla quale sei particolarmente legato. Avevi grande fiducia in Diodoro, cavallo nel quale credevi molto….

«Diodoro è un cavallo che alleno io, lo conosco bene. Gran galoppatore. Restava un tantino l’incognita dell’esordio, essendo al debutto in piazza, ma non ha tradito le aspettative. Nei tre giri ha fugato ogni mio dubbio.»

Al canapo come si comporta? E’ un partitore?

«Sta fermissimo al canapo. Ma è sempre pronto a scattare. La mossa dell’ultimo Palio ha confermato queste sue caratteristiche.»

Sarai già concentratissimo sul Palio di agosto….

«Non ho mai smesso di lavorare. Ora si va in quinta fino al termine della stagione. Mi riposerò dopo Asti.»

L’ultima estrazione com’è andata? Ti ha soddisfatto?

«Sono molto contento, ho diverse strade aperte.»

Parlami della tua recente vittoria. Come è maturata? Che Palio è stato quello di luglio?

«Molte incognite. Tanti buoni cavalli, tutti in condizione di fare bene e di vincere. Non è stato facile decidere quale strategia usare. La scelta fatta alla fine è stata premiante.»

Hai molti cavalli in scuderia: chi ti aiuta nel lavoro giornaliero?

«A montare i cavalli, oltre al sottoscritto, ci sono Stefano Piras e mio figlio Mattia.»

Pensi che ad agosto ci sarà spazio per Anda e Bola, Benitos ed altri soggetti di prima fascia?

«Penso di si. Non si potrà fare un lotto con troppi debuttanti ed i cavalli più quotati inoltre meritano di avere il giusto spazio.»

Veniamo ad Asti: obiettivi e speranze.

«Ho un rapporto davvero forte con la dirigenza e i ragazzi del Don Bosco. Purtroppo negli ultimi anni, per mille motivi, le cose non sono andate come avrebbero dovuto. Ci riproverò quest’anno: abbiamo lavorato forte e le prospettive sono ottime.»

Ce l’hai un cavallino ad hoc per Asti?

«Ne ho preparati tre, “stra buoni”, per ogni evenienza. Per il 7 settembre sceglierò a seconda delle necessità e di come evolveranno le situazioni. Saremo comunque in primissima linea.»

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