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Attualità

Gli anfibi rischiano di venire schiacciati?
Torna il piccolo esercito dei salva-rospi

Un progetto unico in Italia per evitare che gli anfibi vengano schiacciati dalle auto. Succede a Capriglio, nei pressi di un laghetto artificiale: i rospi percorrono anche lunghi tratti di strada per andare a deporre le uova. Ma una barriera impedisce loro di arrivare sulla strada

Anno terzo per il progetto di “rospologia” che punta a proteggere la stagione di riproduzione degli anfibi dalla vera e propria mattanza condotta dalle automobili che li schiacciano sulla rotta verso gli specchi d’acqua. Il luogo di questo esperimento, piccolo nei numeri ma enorme per la salvaguardia della biodiversità, è sempre lo stesso: la valle di Capriglio, il piccolo Comune a nord della provincia ricco di sorgive e soprattutto di un laghetto artificiale che, nel corso dei decenni, si è trasformato in un piccolo gioiello “umido” conosciuto dagli esperti di mezza Europa.

Quel laghetto, di proprietà privata, è diventato anche la meta preferita di molti rospi che, ad ogni primavera, escono dalle loro tane interrate e percorrono anche lunghi tratti di strada per andare a deporre le uova fra i canneti circondati dai pini, in una zona lacustre perfetta per il loro habitat. Ma, in questa marcia verso il laghetto, ogni anno erano centinaia i rospi che venivano uccisi dalle automobili, visto che a pochi metri dal laghetto passa una strada provinciale piuttosto trafficata. Un gruppo di volontari, guidati da Silvia Voltolini che abita in un paese vicino a Capriglio, da tre anni si è “inventato” una tecnica semplice quanto efficace per evitare gli schiacciamenti dei rospi.

Ad inizio stagione di riproduzione, cioè domenica scorsa, hanno steso delle bandelle di plastica alte circa 30/40 centimetri lungo il ciglio della provinciale nel tratto prospiciente il laghetto (allungando anche ad un ulteriore tratto oltre il ponte). In questo modo, i rospi che tentino di attraversare la strada, vengono fermati dalla barriera di nylon e rimbalzano indietro. A filo suolo i volontari hanno anche interrato dei capienti vasi in plastica che raccolgono i rospi durante i loro tentativi di scavalcare le bandelle. Due volte al giorno, delle squadre di volontari, a turno, prendono questi vasi pieni di rospi “caduti” e li portano dall’altra parte della strada, dove potranno proseguire incolumi il loro viaggio verso lo specchio d’acqua. Questo per un mese circa, secondo turni organizzati in un calendario on line cui chiunque può iscriversi per partecipare accedendo al sito www.lesfigatte.org.

Per ora, come spiega Silvia Voltolini, sono una ventina i volontari che si sono resi disponibili, ma il piccolo esercito salva-rospi è destinato ad aumentare perchè nelle scorse settimane è stata tenuta a Torino una conferenza con un mini-corso gratuito a tutti gli aspiranti salvatori di rospi e molti di loro hanno espresso il desiderio di fare qualcuno dei turni previsti. L’allestimento in bandelle di nylon verrà ripetuto più avanti per la migrazione di ritorno dopo la deposizione delle uova. Ulteriori informazioni al numero 333/2303697.

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