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Gli scandali astigiani
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Dal caso Atc al dibattuto progetto di teleriscaldamento, dando ampio spazio alla decadenza di Brignolo da presidente della Provincia, a seguito dell’istanza in tribunale presentata dal Movimento 5

Dal caso Atc al dibattuto progetto di teleriscaldamento, dando ampio spazio alla decadenza di Brignolo da presidente della Provincia, a seguito dell’istanza in tribunale presentata dal Movimento 5 Stelle per l’evidente incompatibilità con l’incarico di consigliere d’amministrazione della CrAsti, tesoriere dell’Ente provinciale (nello stesso giorno in cui Bersani dichiarava “Mai più il PD nelle banche”), fino alla nomina dei consiglieri della Fondazione CrAsti: questi i temi del dibattito aperto animato dai 5 Stelle e dall’intervento degli avvocati Caranzano e Pasta, giovedì sera, in Municipio.

Santoro, ex direttore dell’ATC, sottrae 9,4 milioni di euro dalle casse dell’ente pubblico a scapito di chi da anni è in attesa di un alloggio popolare e, grazie al patteggiamento, ottiene una condanna di quattro anni e due mesi e il sequestro delle proprietà. L’intera vicenda si conclude così. Dalla «pagina più vergognosa della nostra città» si passa al caso Brignolo e all’escalation di cariche (sindaco, presidente della Provincia, presidente delle Unioni Provinciali, membro dell’Anci e consigliere dell’amministrazione della CrAsti) che gli è valso il titolo ironico di “Poltrone&Sofà” ma anche il diritto, almeno fino a poche settimane fa, di scegliere 10 consiglieri su 15 della Fondazione CrAsti, 5 in veste di sindaco e 5 in veste di presidente provinciale (scelta che non ha però fatto). «Un sistema di nomina che deve essere riformulato per stroncare definitivamente l’intreccio perverso tra istituzioni, politica e istituzioni bancarie che contraddistingue la città» denunciano i pentastellati.

Ma si è parlato anche del teleriscaldamento: «Pura follia una centrale nell’area dell’ospedale, di cui, tra l’altro, non conosciamo i dati relativi alla necessità dell’intervento, agli eventuali benefici ambientali, non sappiamo quanto l’operazione costerà ai cittadini in termini di bolletta, disagi di una città–cantiere e, in tutto ciò, che ne deriverà il Comune di Asti, con il 5,5% delle quote dell’impianto, senza quindi nessuna voce in capitolo» il commento di Bosia (Uniti per Asti) sull’ultimo tema caldo della serata.

m.b.

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