Cerca
Close this search box.
Gorgoni Giovanni
Attualità
Il caso/2

Gorgoni: “La valutazione dell’anziano non autosufficiente è sanitaria e sociale”

Intervista al direttore generale dell’Asl sui fondi destinati alla non autosufficienza e al rapporto con altri capitoli di spesa, come quello per i medici gettonisti dell’ospedale

In merito al problema della lunga lista di attesa per ottenere il pagamento della quota sanitaria da parte dell’Asl nelle Rsa convenzionate (per saperne di più leggi qui), abbiamo intervistato il direttore generale dell’Asl di Asti, Giovanni Gorgoni.

Dottor Gorgoni,  numerose famiglie che hanno a carico anziani non autosufficienti non ricevono l’aiuto che spetta quando un parente è ricoverato in una Rsa convenzionata con l’Asl. Parliamo di cifre elevate che gravano pesantemente sul bilancio familiare. Cosa è successo? Quanti sono gli anziani che ne avrebbero diritto?

Sulla base delle valutazioni delle tre Uvg (Unità di Valutazione Geriatrica) dell’ Asl At (una con il Comune di Asti, una con il Consorzio Cogesa, una con il consorzio Cisa Astisud), ad ogni anziano non autosufficiente che ha inoltrato domanda di valutazione viene attribuito un punteggio, con conseguente attribuzione di un codice di priorità al convenzionamento. In questo momento gli anziani in attesa di convenzione sono 551, di cui 144 urgenti e non urgenti e 407 differibili.

Quanto destina l’Asl di Asti ai progetti residenziali definitivi per persone non autosufficienti?
Nel 2024 la percentuale è stata del 2,7% circa.

Pesa il capitolo di spesa per i medici gettonisti in forza all’Asl di Asti (9 e un part time), che costano 200 mila euro a testa all’anno. Come si può ridurre questo squilibrio e dare fiato anche ad altre voci, come il supporto alla non autosufficienza?
Le uniche possibilità a nostra diretta disposizione sono: i concorsi (c’è l’ennesimo in corso per gli anestesisti e replicheremo per pediatri e radiologi); le convenzioni con altre aziende sanitarie pubbliche e che si affiancano ai gettonisti; la telerefertazione per quella diagnostica per immagini che non necessita della presenza del medico radiologo accanto alla macchina.
Quanto al costo decisamente esorbitante di un gettonista, rimango ancora dell’idea che un intervento regolatorio del mercato sia indispensabile per evitare la deriva speculativa. Il privato accreditato usa da tempo, e con efficacia clinica, il medico a partita IVA, ma neanche lontanamente alle tariffe che stiamo sperimentando noi. Non dimentichiamo, infine, che il trattamento economico dei professionisti sanitari italiani è da sempre tra i più bassi d’Europa. Qualche intervento in questo senso sui contratti di lavoro nazionali potrebbe essere utile, soprattutto per le figure più carenti, e – siccome non si può finanziare sempre con debito pubblico o con pressione fiscale l’incremento dei servizi pubblici – una riflessione sui servizi garantiti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale coraggiosamente la sosterrei. Dall’esperienza europea pregressa di 5 anni ho osservato che il paniere dei servizi sanitari offerti in Italia è il più generoso, con il paradosso di avere, però, anche i tassi di disuguaglianza di salute mediamente più alti.
Sono le fasce di popolazione ad accesso limitato che vanno garantite per prime a totale copertura pubblica.
E, in merito ai servizi a totale copertura pubblica, il trend sarà sempre peggiore a causa della maggiore longevità in condizioni di cattiva salute della popolazione.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Scopri inoltre:

Edizione digitale