In un’intervista rilasciata al nostro giornale a inizio marzo, l’assessore al Decoro Marco Galvagno aveva annunciato l’imminente attivazione di una “task force” per garantire più decoro in città. Un pool di addetti composto da amministratori comunali volenterosi, dall’Asp che metterà a disposizione sette risorse (persone formate e autorizzate a controllare chi non rispetta le regole sull’igiene urbana), ma anche dalla polizia municipale, con l’impiego di due o tre agenti che si occuperanno specificamente di individuare situazioni di degrado e segnalarle.
Tra gli obiettivi della task force anche i graffiti, che imbrattano muri di edifici privati e pubblici, o che danneggiano l’arredo urbano. «Il Comune è consapevole della problematica che riguarda i graffiti e anche del fatto che la loro rimozione ha dei costi maggiori di un taglio dell’erba» commenta l’assessore Galvagno.
La task force, che sta entrando in fase operativa, vorrebbe infatti identificare i responsabili degli imbrattamenti per addebitare loro le spese di pulizia, ma anche questo aspetto non è per nulla scontato dal momento che risalire agli autori delle scritte necessita di tempo e un minimo di indagini. Così, ad oggi, la presenza di graffiti in città aumenta con sempre nuove scritte e nuovi imbrattamenti: da più zone cittadine viene segnalata la comparsa di nuovi disegni mentre non sono ancora state rimosse le scritte presenti, da anni, su edifici pubblici (basti pensare al retro del Teatro Alfieri), chiese (Santa Caterina) o comparse in vie meno frequentate, per esempio via Cotti Ceres.
In via del Bosco, dove è stata appena intitolata la scalinata alla staffetta partigiana Marisa Ombra, i graffiti si sprecano e interessano, tra gli altri posti, la stessa scalinata e il muro della vicina scuola Dante.
Una risposta
Le task force, per definizione, vengono composte con rapidità per risolvere al meglio problemi urgenti.
Qui sa tanto di promessa elettorale bla bla bla