Centinaia di infermieri si sono ritrovati in Piazza Castello a Torino (foto) provenienti da tutta la regione per richiedere riconoscimenti e condizioni di lavoro dignitose. Oltre a rivendicare la mancata erogazione dell’indennità specifica infermieristica da parte del Governo e maggiori fondi per le assunzioni, sottolineando come le condizioni di lavoro siano diventate inaccettabili, c’è stato un incontro la Giunta Regionale. Chiesti 10 milioni di euro da destinare al personale infermieristico.
L’assessore Icardi, che già si era impegnato per una legge regionale per premiare e valorizzare economicamente gli infermieri, e il vicepresidente regionale erano presenti e si sono confrontati con il presidente Cirio, attualmente a Roma.
“Il presidente – afferma Francesco Coppolella del NurSind Piemonte – si è detto favorevole. Martedì nuovo incontro con il presidente e l’assessore per vedere se la promessa si trasformerà in fatto concreto. Inoltre, Icardi si è preso come impegno l’erogazione dell’indennità di malattie infettive in tutte le Aziende in cui non è stata applicata, come l’erogazione del 50% degli straordinari che gli infermieri dell’Asl-To3 non si sono visti pagare, cosa che avviene anche in altre Asl. Nel cedolino di marzo, quindi, gli infermieri avranno il dovuto. La protesta non finisce qui…se il Governo non darà un segnale e la Regione non metterà in atto quanto promesso torneremo in piazza per più giornate di sciopero nazionale”.
La situazione in ambito astigiano
Sono stati più di 80 gli infermieri che da Asti sono giunti in Piazza Castello a Torino per protestare. “Gli infermieri italiani – afferma Gabriele Montana, segretario territoriale NurSind Asti – non solo sono tra i meno pagati in Europa, ma anche sottodimensionati. Studi nazionali e internazionali, infatti, stabilisco un rapporto infermieri/pazienti di 1:2 per la terapia intensiva, 1:4 per la semintensiva, 1:6 per i reparti di degenza, questo per la salute sia dei pazienti che degli operatori, in modo da garantire la giusta assistenza ospedaliera. Purtroppo, però, nella nostra realtà quotidiana difficilmente questo rapporto viene rispettato. In alcune unità operative – prosegue Montana – troviamo addirittura un infermiere ad assistere 20 pazienti. Non va meglio nei Pronto Soccorso, dove il rapporto di infermieri può considerarsi pari a uno a infiniti pazienti, a volte addirittura 30. Tutto ciò è intollerabile e per questo abbiamo deciso di scendere in piazza, e lo faremo ancora se la situazione non cambierà”.