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Bosia e Briccarello grattacielo
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Grattacielo al posto dell’ex ospedale di Asti? «Occorre una discussione approfondita»

Anche il gruppo consiliare di Uniti si può interviene sull’ipotesi di progetto volto a riqualificare l’area dismessa

Continua il dibattito sull’ipotesi di costruire un grattacielo al posto dell’ex ospedale di Asti. Riceviamo e pubblichiamo un intervento dei consiglieri comunali di minoranza Mauro Bosia e Vittoria Briccarello (Uniti si può).

Non formuliamo alcun giudizio di tipo estetico sul serio lavoro progettuale espresso dagli studenti del Politecnico e promosso dall’Unione Industriale di Asti relativamente all’ipotesi di un grattacielo sul sito dell’ex Ospedale. Pensiamo che sul tema ex Ospedale e riqualificazione di tutta l’area si debba aprire una discussione approfondita relativamente: agli strumenti urbanistici che devono sottendere all’operazione; alla proprietà dell’area riqualificata; ai costi di realizzazione dell’opera; a ciò che il contenitore andrà a contenere e ai suoi costi di gestione e, non certo da ultimo, all’impatto ambientale che un edificio di 14 piani alto dai 60 ai 70 metri determinerà, non solo per le caratteristiche del centro storico di Asti ma anche in considerazione dei profili delle altezze delle abitazioni esistenti da piazza Alfieri sino a piazza I° Maggio.

Allo stato attuale tutto il complesso ha una destinazione d’uso volta ai servizi sanitari. Quale strumento urbanistico intende attivare l’Amministrazione comunale per cambiare tale destinazione? Noi pensiamo che l’attuale Piano regolatore non consenta, con la solita Variante parziale, di conglobare 13 mila metri quadrati di superficie ed oltre 110 metri cubi di volumi per una, al momento, imprecisata nuova destinazione d’uso. Il problema non è semplificabile in quanto ipotesi di nuova residenzialità non sarebbero compatibili con l’attuale piano regolatore. La c.i. (capacità insediativa) del Piano è da tempo esaurita, pur nascendo sovradimensionata, ed avendo l’ultima Variante parziale del Piano consentito nuova ulteriore corposa residenzialità proprio a due passi da quella zona nel complesso dell’ex Intendenza di Finanza.

Di tale operazione non è mai stato chiarito l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione derivanti. Nel tema nuovo strumento urbanistico/nuova destinazione d’uso rientra la problematica relativa all’ex Convento del 1700, tutelato dalla Soprintendenza ai beni ambientali, che meriterebbe una sua valorizzazione con possibile integrazione nell’ambito universitario anch’esso limitrofo all’area. Ci pare del tutto evidente che lo strumento urbanistico dettagliato sia “il piano particolareggiato” volto a preservare il patrimonio architettonico esistente, l’identità culturale ed ambientale della zona, il ripristino del decoro urbano, che si è perso nel tempo visto il degrado esistente.

Trattandosi di uno strumento attuativo il piano particolareggiato dettaglia e rende operativi gli indirizzi di un Piano Regolatore vecchio di 25 anni, probabilmente ormai inadeguato a tale scopo. A meno che, trattandosi di grattacielo con giardino sulla sommità, taluni non siano affascinati dal “modello Milano” che sotto l’alibi della rigenerazione urbana pone in atto procedure urbanistiche semplificate e taglio degli oneri di urbanizzazione. Modello piuttosto in crisi anche se per tanti pregevole e, soprattutto, remunerativo.

Cosa conterrà il contenitore? Per quel che si è letto siamo nel vago e nel quanto mai imprecisato. In urbanistica quando si è vaghi alla fine si casca sempre nel “residenziale”. Questioni finali: la Regione trova e mette i soldi: mantiene la proprietà? Si accolla la gestione dell’immobile? Il Comune che ruolo gioca nell’operazione? Auspichiamo che i problemi posti aprano un dibattito. Per quanto ci riguarda, sul tema, abbiamo proposte e idee alternative ad un’ipotesi che, oltre che impattante, ci pare difficilmente praticabile per le ragioni sopra esposte.

Mauro Bosia – Vittoria Briccarello (Gruppo consiliare Uniti si può)

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