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Attualità

Grido d'allarme sulla Casa di Riposo
«Si decida in fretta un commissario»

È un vero e proprio grido di allarme quello che è stato lanciato ieri dal comitato scientifico della Casa di Riposo “Città di Asti”, riunitosi per denunciare la situazione di stallo in cui si

È un vero e proprio grido di allarme quello che è stato lanciato ieri dal comitato scientifico della Casa di Riposo “Città di Asti”, riunitosi per denunciare la situazione di stallo in cui si trova un’istituzione storica della città in conseguenza della mancata risposta dell’amministrazione comunale alla Regione Piemonte, che ha ritenuto “inconferibile” a Mariangela Cotto l’incarico di commissario che dovrà gestire l’Ente dopo le dimissioni del Consiglio di amministrazione.

Si tratta dunque di individuare altre persone che abbiano i requisiti ritenuti necessari dalla Regione per amministrare la Casa di Riposo, ma anche di evitare una situazione che può degenerare: ad invocare la massima celerità sono stati Renato Grimaldi, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino, don Luigi Berzano, docente di Sociologia a Torino, il presidente del Comitato scientifico prof. Alessandro Meluzzi, Graziano Iraldi e Loredana Tuzii. «Mentre i giorni passano – ha sottolineato Renato Grimaldi – può ingenerarsi nelle famiglie la preoccupazione di trovare altre sistemazioni. In questo momento critico è necessaria la massima tempestività proprio al fine di evitare allarmismi.»

Don Luigi Berzano ha rimarcato con stupore il silenzio degli amministratori: «Dieci giorni fa abbiamo chiesto al sindaco di essere ricevuti, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Speravamo in un’udienza di mezz’ora per esprimere le nostre opinioni, invece  dobbiamo constatare la sorprendente assenza degli amministratori.» La Casa di Riposo ospita oggi circa trecento persone e duecento sono i lavoratori che di esse si occupano: in una città che perde uno dopo l’altro tutti i pezzi della sua economia è forte nel Comitato Scientifico la preoccupazione che si lasci incancrenire la situazione sino al punto di non ritorno.

«Il “Maina” – ha detto il presidente Meluzzi – è un esempio di sussidiarietà che offre servizi ai cittadini, con tante esperienze che hanno arricchito la permanenza degli ospiti ed hanno aperto la struttura alla città di Asti. Non si può rimandare a tempo indeterminato la soluzione perché c’è il rischio che crolli tutto. Facciamo una richiesta di assoluta tempestività e ci auguriamo che si decida in fretta. Se fossimo un paese normale, tutti accorrerebbero per salvare questa struttura. Cari politici, per favore fate bene il bene, e fatelo in fretta.» L’augurio di tutti è che gli equilibri della politica coincidano rapidamente con gli interessi dei cittadini, evitando di arrivare al peggio.

r.r.

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