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Gruppo San Donato sbarca ad Asti: quale futuro per la sanità pubblica?

Dubbi, timori e interrogativi dei Comitati Art. 32 dopo l’apertura della struttura privata a Montiglio: le liste d’attesa restano il nodo centrale

L’arrivo del Gruppo ospedaliero San Donato a Montiglio, primo insediamento piemontese del colosso sanitario privato lombardo, ha acceso il dibattito sulla tenuta del sistema pubblico in provincia di Asti. La nuova struttura – come annunciato – offrirà soprattutto visite specialistiche ed esami ecografici, operando per ora in regime totalmente privato, pur essendo autorizzata all’erogazione di prestazioni sanitarie. Prestazioni che, non essendo convenzionate con la Regione Piemonte, saranno dunque a pagamento per i cittadini.

Il Comitato Art. 32 si prefigge la difesa della sanità pubblica ma senza preconcetti verso la sanità privata. L’esponente del Gruppo S. Donato ha sostenuto che le liste d’attesa aumentano e che il futuro sarà l’integrazione tra pubblico e privato. Affermazioni attendibili visto che un centro privato decide di operare un investimento, che dovrà portare profitti e che sottendono, in un futuro non lontano, al convenzionamento con i costi delle prestazioni erogate a carico della Regione. In effetti il Presidente Cirio non ha confutato l’aumento delle liste d’attesa e ha rafforzato il concetto dichiarando che il privato viene in aiuto al servizio pubblico. Quindi la Regione Piemonte, da lui guidata da oltre sei anni, non solo non riesce a risolvere il problema delle liste d’attesa ma deve avvalersi sempre di più del sistema privato. L’On. Ronzulli ha dichiarato che tale iniziativa è un investimento di prevenzione, peccato che a pagamento molti cittadini non possano permettersela.

Al contrario il Consigliere regionale di FdI Ebarnabo ha sostenuto, recentemente che, grazie all’assessore Riboldi, solo nella Asl Asti tra febbraio e maggio si sono effettuate 2914 prestazioni extra orario tra visite specialistiche e servizi diagnostici. Le liste d’attesa sarebbero quindi monitorate e sotto controllo.

Chiediamo: il Nuovo Piano Sanitario contempla l’atterraggio ad Asti del Gruppo S. Donato? L’assessore Riboldi non era a Montiglio, dove “gioca in casa” Forza Italia? Sorge spontanea la domanda sul perché il Gruppo S. Donato venga in provincia di Asti e se agirà in regime privato  nel breve/medio periodo per poi essere convenzionato dalla Regione.

Sulle carenze del sistema pubblico il Sindaco Tasso ha rincarato la dose, affermando testualmente che nel “Nord Astigiano la sanità pubblica non c’è” e quindi implicitamente che non è pensabile una complementarità tra privato e pubblico perché quest’ultimo è inesistente. Pur riconoscendo le carenze del sistema pubblico nel nord della Provincia ci pare non veritiera l’affermazione di una totale inesistenza di servizi. In ogni caso Dimitri Tasso, nella sua lunga esperienza istituzionale, partecipa alla Conferenza dei Sindaci della Asl At. Non ricordiamo di aver letto suoi giudizi così netti sulla sanità pubblica né ci risultano suoi voti contrari in Conferenza motivati dalla mancanza dei servizi.

In questo nuovo scenario per la sanità astigiana non possiamo non notare l’assenza della Asl Asti. Come si integrano e si integreranno questi nuovi servizi privati con i servizi pubblici erogati dalla Asl Asti? E’ uno dei tanti quesiti che vorremmo porre al Direttore Generale. Lo abbiamo incontrato a febbraio e lui stesso si era detto favorevole a continuare il confronto con i Comitati Art. 32. Da oltre un mese abbiamo richiesto un incontro e ancora attendiamo una risposta per poterci costruttivamente confrontare. Restiamo comunque fiduciosi sulla disponibilità del D.G. ad una proficua interlocuzione con i Comitati.

Roberto Gerbi (Comitato Art. 32 di Asti ) e Maurizio Carcione (Comitato Art. 32 della Valle Belbo)

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