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Attualità

Ha pagato la Cosap un astigiano su tre
Mancano all'appello 610mila euro

Le tasse non piacciono mai, ma ce ne sono alcune più invise di altri. E che la Cosap (tassa sui passi carrai) fosse una che apparteneva a questa seconda categoria c’era già un forte sospetto fin

Le tasse non piacciono mai, ma ce ne sono alcune più invise di altri. E che la Cosap (tassa sui passi carrai) fosse una che apparteneva a questa seconda categoria c’era già un forte sospetto fin dalla sua introduzione. A conferma di questa resistenza a pagarla, arrivano i conti sugli incassi effettuati dalla Provincia di Asti alla scadenza del pagamento, il 28 febbraio. Rispetto agli 860 mila euro previsti e messi a bilancio, ne sono arrivati solo 250 mila, circa il 30% di quanto attesi: mancano all’appello 610 mila euro. Va detto che c’è ancora tempo fino al 29 aprile per un “ravvedimento operoso” che prevede il pagamento della tassa con la maggiorazione del 25%. In questi giorni sono già partite numerose lettere inviate a tutti i proprietari titolari di una concessione stradale su una strada provinciale che, già nell’autunno scorso, si erano visti recapitare il conto da versare.

Riguarda i passi carrai già “censiti” rispetto ai quali la Provincia aveva già rinnovato la concessione.
Entro il 28 febbraio, infatti, non solo vi era l’obbligo di  pagamento per l’accesso da un fondo privato alla strada provinciale, ma anche l’autodenuncia per i passi carrai che ancora non erano stati censiti e per i quali serviva una regolarizzazione di concessione.  Al termine di quest’ultima scadenza, però, dalla Provincia arriveranno i controlli e le verifiche. Per i titolari degli sbocchi censiti e autorizzati si tratta solo di una sanzione per il mancato pagamento del canone, mentre per tutti gli altri (quelli che non hanno chiesto l’autorizzazione alla concessione), scatta anche la sanzione per la violazione al regolamento del Codice della Strada. In attesa dei “ravveduti operosi” però, la Provincia ha già iniziato le verifiche incrociate con le mappe catastali e gli accessi già censiti.

Si tratta di un primo passo verso l’individuazione di tutti gli accessi per i quali è sfuggito il pagamento. Il controllo “sul campo” è affidato ai cantonieri che dovranno verificare l’esistenza degli accessi e dovranno misurarli per la contestazione ai proprietari che non hanno provveduto all’ottemperanza del pagamento della tassa. Contro la Cosap, da ormai un anno, si sono scagliati gli agricoltori e la maggioranza dei sindaci. Tutti la ritengono una tassa iniqua (seppur per il comparto agricolo si sia poi addivenuti ad agevolazioni e sconti). Ma il Commissario Ardia ha sempre sostenuto che la sua applicazione si è resa assolutamente necessaria per evitare il dissesto economico dell’Ente che risente di forti tagli di trasferimenti da Stato e Regione. Per questo la Provincia ha intenzione di procedere agli accertamenti per arrivare al recupero della somma messa a bilancio.

Daniela Peira

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