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«Ho lasciato il posto fisso per scoprire il mondo»

Emanuela Angiolillo, 34 anni, ha percorso 1.100 km lungo la via Francigena e sogna di affermarsi come travel blogger

Da designer di moda alla Miroglio alla scoperta del mondo

Abbandonereste un posto di lavoro sicuro, in un’azienda di prestigio, che vi garantisce la tranquillità economica, per buttarvi all’inseguimento di un sogno e di una nuova vita tutta da reinventare? L’astigiana Emanuela Angiolillo, 34 anni, l’ha fatto. Con una laurea al Politecnico di Milano in Disegno Industriale e dopo aver lavorato per 12 anni per la Miroglio di Alba come fashion designer, ha deciso che non era la routine del posto fisso a renderla felice, ma l’avventura e la voglia di girare il mondo. Sognatrice? Avventata? Di certo risoluta, coraggiosa e consapevole che era giunto il momento giusto per cambiare tutto. «Così il 31 maggio – spiega – mi sono licenziata, come racconto in un video che ho caricato sul mio canale Youtube, e mi sono dedicata a preparare il primo viaggio di questa nuova esistenza: percorrere a piedi la parte italiana della via Francigena, dal Gran San Bernardo a Roma, lunga 1.100 km».

La passione per i viaggi

Emanuela, che parla correttamente inglese, francese e tedesco, aveva già viaggiato in molti altri Paesi europei e non solo: Cina, Messico, Thailandia, Stati Uniti, Egitto, Malesia, Giamaica per ricordarne alcuni. La passione per le lunghe camminate a contatto con la natura lungo i sentieri meno battuti dal turismo di massa è nata dopo un periodo molto difficile, personale prima che lavorativo. «Circa un anno fa ho subito un intervento chirurgico alla schiena e ho dovuto sottopormi a mesi di riabilitazione; così ho scoperto che il trekking e l’escursionismo erano e sono adatti al mio fisico e mi permettono di stare a contatto con la natura». Emanuela aveva già creato un suo sito dove poter raccontare questa passione per il viaggio “slow” – “Life is Wanderlust” , un profilo su Instagram (life.is.wanderlust) e un canale Youtube, ma il pellegrinaggio “laico” lungo la via Francigena è stata la chiave di volta per ripartire in piena libertà all’inseguimento del suo sogno: vivere girando posti diversi, raccontarlo sul suo blog e trovare un lavoro che le permetta di essere indipendente e di poter coltivare questa sua passione.

Un anno per cambiare

«Quando lavoravo ad Alba risparmiavo un po’ di soldi ogni mese – racconta – e con la liquidazione presa dalla Miroglio ho da parte abbastanza per pagarmi il mutuo e mantenermi per almeno un anno. Così potrò dedicarmi a migliorare le mie conoscenze informatiche, seguire un corso per social media manager e implementare il progetto del blog dove racconto i miei viaggi». Ad accompagnarla al punto di partenza della via Francigena italiana è stato il fidanzato Matteo, tatuatore albese, che oggi vive ad Asti con lei, suo primo supporter fin da quando la ragazza gli confidò di voler intraprendere l’impegnativo viaggio. «Sono partita il 21 giugno dal Gran San Bernardo con uno zaino di circa 7 kg, in mezzo alla neve e la prima settimana è stata la più dura – continua la blogger – Poi ho trovato il mio ritmo anche se il caldo è stato davvero estenuante. A Roma sono arrivata l’8 agosto e durante il viaggio ho capito che non è così importante la meta, ma il cammino che fai per raggiungerla. Percorrere la via Francigena mi ha permesso, infatti, di scoprire quell’Italia fatta di borghi, paesi, scorci e di vederla da un punto di vista diverso dal solito».

Nessuna paura

Nessuna paura, né timori a camminare da sola anche perché il tragitto era ben segnato e le soste venivano programmate in ostelli dove poteva incontrare altri pellegrini. Certo lo spirito di adattamento è stato fondamentale per riuscire nell’impresa che la ragazza ha voluto raccontare con simpatia e onestà attraverso le sue storie su Instagram dove ha fatto crescere un buon numero di follower interessati a seguirla e sostenerla.

«Raccontare ciò che la natura ci offre – puntualizza – e come scoprirla, quasi fosse un ritorno alle origini, è uno dei miei obiettivi». Emanuela non ha ancora trasformato la sua passione in un lavoro economicamente redditizio, ma parlandoci insieme si capisce che vivere all’avventura, senza preoccuparsi troppo di ciò che le riserva il futuro, la rende felice, il contrario di ciò che succedeva quando sottostava alla routine del posto fisso. Tornata in treno da Roma, città che conosce molto bene per motivi familiari e che ha trovato «davvero ridotta male, irriconoscibile», ha già avuto modo di intraprendere un altro spettacolare viaggio insieme al compagno: «Siamo partiti in camper per visitare la Norvegia e abbiamo percorso 8.000 km di viaggio visitando diversi luoghi fino alle isole Lofoten. Per essere stata la prima esperienza in camper è andata molto bene».

Nel futuro della giovane travel blogger ci sono molte altre mete da raggiungere come il Vietnam, Laos, Cambogia, il Canada, ma soprattutto con i suoi viaggi vorrebbe lanciare un messaggio a chi si vede intrappolato in una vita che non sente sua: «Se si ha un sogno bisogna coltivarlo e nel mio caso ho scoperto quanto si possa vivere bene avendo l’essenziale. Quando avrò 60 anni e mi guarderò indietro non voglio essere una di quelle persone che non hanno fatto nulla di ciò che avrebbero desiderato fare. Io ci provo e mi impegnerò fino in fondo per riuscirci».

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