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I commercianti e gli alpini: «Non abbiamo mai chiuso, nemmeno di notte»
Attualità

I commercianti e gli alpini: «Non abbiamo mai chiuso, nemmeno di notte»

Una grande manifestazione che ha lasciato, oltre al ricordo di giorni di festa, anche un ritorno importante dal punto di vista economico

Una grande manifestazione che ha lasciato, oltre al ricordo di giorni di festa, anche un ritorno importante dal punto di vista economico, a breve e a lungo termine. Ad averne tratto vantaggio, nell’immediato, i commercianti della città. O, meglio, hotel e affini, le attività di somministrazione (dai bar ai ristoranti, dalle gelaterie alle pizzerie) e tutti i negozi di generi alimentari, dai commestibili alle panetterie, dalle macellerie ai supermercati. Meglio se in centro o se vicini agli accampamenti o ai punti di ammassamento delle sezioni in occasione della sfilata.

Ecco che, quindi, tutti hanno cercato di tenere aperto il più possibile, proporre menu particolari per gli Alpini, sconti, e confezioni ad hoc, dai biscotti con l’effigie dell’Adunata al pacco di penne di pasta da portare a casa. «Parlando in generale – commenta Claudio Bruno, direttore provinciale di Ascom Confcommercio – possiamo dire che le attività di somministrazione hanno avuto un ottimo riscontro, grazie anche all’organizzazione preventiva che ha consentito, per esempio, di ottenere senza problemi una concessione temporanea per fornire un servizio ulteriore nel proprio negozio o bar. Certo, qualche associato ha lamentato la presenza di commercianti abusivi, ma purtroppo, in manifestazioni dai “numeri” molto importanti come questa, sono fenomeni molto difficili da debellare. E che comunque non hanno causato danno più di tanto»

«Ovviamente – prosegue – chi ha lavorato di meno in assoluto sono stati i negozi di abbigliamento e calzature. Ma questo lo si sapeva già prima. In questo genere di manifestazioni la gente vuole trascorrere ore di allegria facendo baldoria, e non pensa di entrare nei negozi a fare acquisti. Certo è che, con l’accoglienza riservata da tutti alle Penne Nere, la città ha regalato un ottimo biglietto da visita a chi pensa di tornare in un’altra occasione». A questo riguardo – che è appunto la ricaduta a lungo termine – Bruno ricorda come Confcommercio abbia allestito in piazza Campo del Palio uno stand informativo in cui ha distribuito seimila cartine informative su Asti, «di cui abbiamo venduto la bellezza dato che non avevamo null’altro da vendere, essendo un’associazione di categoria».

A confermare quanto commentato dal direttore Confcommercio le esperienze dei singoli commercianti. «Non siamo mai riusciti a chiudere – racconta Lucia Quinto del bar “Le Bistrot” in corso Alfieri – e abbiamo sempre tenuto aperto, anche di notte, a partire da giovedì. Tanta gente così nella mia esperienza di esercente non l’avevo mai vista. Fortunatamente abbiamo fatto scorte adeguate (soprattutto di vino e birra), implementate nei giorni grazie alla celerità dei nostri corrieri, e abbiamo potenziato il personale per l’occasione. Certo, ora il bagno del bar è da riparare, ma siamo molto soddisfatti».

Anche Roberto Cairo, titolare di “Gina La Piadina” in via Gobetti, parla di giorni da ricordare. «Ho tenuto aperto con orari molto più ampi del solito – annota – ma non il sabato notte, solo perché avevo finito la birra alla spina, per la quale ho chiesto la licenza temporanea. Sono molto contento di come sono andati gli affari in questi giorni, anche perché molti alpini sono passati stamattina (ieri per chi legge, ndr) a ringraziare perché si erano trovati bene. A questo proposito ho notato, tra l’altro, che erano molto organizzati, e tramite i social network si scambiavano informazioni sui posti in cui andavano a mangiare. Quindi chi non ha lavorato tanto in questi giorni ha sbagliato qualcosa, per esempio ha tenuto prezzi troppo alti. Era impossibile non fare affari più del solito, nonostante i commercianti arrivati da fuori con i camion di somministrazione di bevande e alimenti».

Numerosi, infatti, gli esercenti arrivati da fuori. Oltre ai “grandi nomi” in piazza Campo del Palio (come Moretti, Nardini, Braulio, MoleCola, Rey, Raspini), presso i cui stand hanno trovato lavoro anche giovani astigiani, la città ha visto la presenza di numerosi camion in cui si vendevano panini e birra, dislocati soprattutto nelle zone di ammassamento della sfilata. Commenti positivi, infine, da parte delle attività ricettive. «Venerdì e sabato sono stati due giorni più che positivi», commenta Luca Mogliotti, presidente dell’associazione Albergatori e ristoratori astigiani. «Rimane solo il dubbio che che non tutti gli albergatori siano riusciti a sfruttare appieno gli altri giorni».

Elisa Ferrando

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