Per essere stata la terza defezione della Giunta Brignolo in meno di tre anni, l'uscita di scena dell'assessore Alberto Bianchino ha spiazzato l'intero Consiglio comunale più delle altre volte. E' stata l'imprevedibilità dell'evento che ha alimentato il giallo intorno alle dimissioni del super assessore, motivate dal diretto interessato per questioni di salute. Una spiegazione che, pur plausibile, non è stata accettata del tutto dai consiglieri dell'opposizione…
Per essere stata la terza defezione della Giunta Brignolo in meno di tre anni, l'uscita di scena dell'assessore Alberto Bianchino ha spiazzato l'intero Consiglio comunale più delle altre volte. E' stata l'imprevedibilità dell'evento che ha alimentato il giallo intorno alle dimissioni del super assessore, motivate dal diretto interessato per questioni di salute. Una spiegazione che, pur plausibile, non è stata accettata del tutto dai consiglieri dell'opposizione convinti che Bianchino non avrebbe mai abbandonato la nave se non perché costretto da cause di forza maggiore, identificate nell'impossibilità di svolgere il proprio ruolo come invece riteneva di poter fare.
Così il caso Bianchino ha tenuto banco per oltre un'ora durante l'ultimo Consiglio con gli esponenti della minoranza che hanno analizzato il giallo offrendo diverse soluzioni. «Ho sperato fino alla fine che Bianchino ritrovasse le condizioni psicofisiche per continuare il suo mandato -? ha commentato il capogruppo del PD Vittorio Voglino -? Non che ritrovasse le ragioni politiche dello stare insieme perché quelle non le ha mai perse. Ma questa è la fragilità della persona umana e non faccio molta fatica ad immaginare il travaglio e la sofferenza di quest'uomo a dover prendere una decisione così drastica e radicale». La lettura fatta da Voglino è stata immediatamente cassata da Angela Quaglia (Forza Italia) che ha affermato di non credere ad una parola delle cose dette sulle condizioni di salute di Bianchino e, citando un passaggio della breve lettera di congedo inviata dall'ex assessore (dove spiega di essere "senza risorse motivazionali"), Quaglia ha replicato: «Credo che una grossa parte di responsabilità sia del sindaco perché il mancato supporto e mancato sostegno alle scelte che si devono fare in momenti difficili hanno fatto decidere all'uomo del fare di farsi da parte».
Gianfranco Imerito (Lista Civica) ha invece chiesto più dettagli sul malessere che ha colpito l'ex assessore ai Lavori Pubblici mentre Anna Bosia (Uniti per Asti) ha tirato in ballo il bilancio recentemente approvato: «Bianchino ha dato le dimissioni perché ha fatto un bilancio che non era il suo e non si sentiva di continuare così». Mariangela Cotto (Noi per Asti) ha invece elogiato l'esempio di Bianchino «che ha avuto il coraggio di fermarsi dicendo di essere stanco. Io però mi preoccupo più di Asti nel suo insieme quindi torno a chiedere al sindaco di convocare gli Stati Generali della città perché dobbiamo preoccuparci tutti del futuro di Asti».
Marcello Coppo (Fratelli d'Italia) ha letto nelle dimissioni la resa di Bianchino davanti «alla burocrazia che l'ha ingessato e ad una maggioranza che non aveva le sue stesse idee»; Massimo Scognamiglio (FdS), dentro e fuori dall'aula, ha optato per una soluzione politica del mistero: «Chi conosce Bianchino meglio del sottoscritto, sa che non è avvezzo alle lunghe mediazioni e ai giochini politici basati più sulla ricerca del consenso che non sulla realizzazione delle opere. Mi risulta difficile pensare di porgli i bastoni fra le ruote senza provocare una sua reazione e penso che il punto di rottura si sia avuto nella stesura dell'ultimo bilancio con le conseguenze che noi tutti conosciamo». Il sindaco Brignolo ha invece confermato in aula di non voler nominare un nuovo assessore ma di voler distribuire le deleghe vacanti tra i restanti e alcuni consiglieri di maggioranza.
Al termine della discussione su Bianchino, il Consiglio ha avuto però modo di votare alcune pratiche urbanistiche, la nomina del nuovo revisore dei conti al posto del dimissionario Dario Piruozzolo (si tratta del commercialista Bernardo Fantino) e la modifica dello Statuto con l'inserimento del principio della fraternità all'interno dell'ordinamento generale del Comune. «Il principio della fraternità, del riconoscimento della dignità e della buona fede dell'avversario politico sono alla base dell'esistenza stessa della democrazia ?- ha dichiarato Brignolo -? perché non può esserci costruzione di una casa comune se non siamo disponibili ad ascoltare chi la pensa diversamente da noi, con l'animo disposto al dubbio e al riconoscimento della buona fede».
Il sindaco ha anche citato più volte il pensiero di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari e riferimento carismatico del Movimento Politico per l'Unità, in particolare il principio per cui «la Fraternità pone al primo posto il bene della propria comunità, della città, della nazione, prima del bene del partito, del gruppo e della propria persona».
Riccardo Santagati