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Attualità

I dubbi della minoranza sul Consuntivo
«Non c'è traccia di nuove opere pubbliche»

Il Consiglio con all’ordine del giorno l’approvazione del Bilancio Consuntivo è iniziato con il numero legale garantito da due consiglieri di minoranza (Cotto e Pensabene). Un Consiglio che ha

Il Consiglio con all’ordine del giorno l’approvazione del Bilancio Consuntivo è iniziato con il numero legale garantito da due consiglieri di minoranza (Cotto e Pensabene). Un Consiglio che ha dovuto discutere e approvato il maxi emendamento sulla pratica di Bilancio nel quale la Giunta ha fatto confluire le controdeduzioni alle osservazioni mosse dal Collegio dei Revisori. Una pratica sulla quale dalla minoranza si sono levate proteste perché non sarebbe stato concesso abbastanza tempo per analizzare le 13 pagine del documento non passate in Commissione. Durante la discussione i consiglieri di minoranza hanno però lasciato in disparte i numeri in senso stretto per affrontare i contenuti politici del Bilancio.

«Su sviluppo economico e lavoro ci sono parole, parole, parole con gran tavoli organizzati con le associazioni ma di fatti non ce ne sono – ha commentato Angela Quaglia (Forza Italia) – L’area industriale versa in condizioni di abbandono; le opere che avrebbero dovuto essere realizzate non sono partite e di opere pubbliche avviate da questa amministrazione non c’è traccia». Davide Giargia (M5S) ha estrapolato dal programma del sindaco alcune intenzioni verificandole con quello che ritiene essere lo stato dei fatti. «Dovevate incentivare la mobilità sostenibile puntando su trasporto pubblico e biciclette e, invece, i mezzi pubblici sono stati tagliati e il bike sharing scomparso. La raccolta differenziata è scesa al 59% dal 63% del 2008 e dovevate evitare nuova grande distribuzione ma, al contrario, gli unici progetti di cui si parla sono Agrivillage e Porta del Monferrato».

Anna Bosia (Uniti per Asti) prima di passare in minoranza ha sollevato nuovamente le criticità degli appalti sul PISU, la mancata pedonalizzazione del centro, il non aver fermato la Variante sulla pista di Valmanera mentre si chiede alla Regione di gestire il SIC e il flop di AstiExpo con le associazioni che hanno disertato. Giovanni Pensabene (FDS) si è soffermato sull’uscita di “Uniti per Asti” dalla maggioranza «che si faceva garante di tutto quello che il programma di Brignolo prevedeva in campo ambientale ma che non è stato fatto. Quello che più non mi è piaciuto di questa discussione – ha proseguito – è che gli assessori non hanno rendicontato la propria attività, una richiesta da me già presentata lo scorso anno».

Ancora una volta è stato Vittorio Voglino (capogruppo del PD) a rispondere alle varie accuse dell’opposizione difendendo il Consuntivo, sia politicamente che tecnicamente. «Sulla parte squisitamente finanziaria non possiamo non evidenziare come la disponibilità di cassa del Comune sia costantemente crescente nell’ultimo triennio. Gli stessi Revisori sottolineano un avanzo di amministrazione superiore all’anno precedente e questo rispettando tutti i vincoli di finanza pubblica richiesti. Stiamo parlando – ha proseguito – di un Comune virtuoso che ha diminuito la spesa corrente di quasi il 4%: siamo meno poveri e abbiamo meno debiti». Voglino ha quindi ricordato tutti gli sforzi dell’amministrazione nel campo del Sociale, della Cultura e sottolineato l’importanza del Piano strategico sulla città che presto verrà reso noto dal sindaco Brignolo.

r.s.

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