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«I gatti del cimitero non possono essere portati altrove»

La querelle tra gattari e Comune di Asti sul futuro della colonia felina che vive tra le tombe

È sufficiente aver visto il musical Cats per sapere che la vita dei gatti randagi è densa di avventure. Ma tra queste esperienze, stando alla querelle scoppiata in difesa della colonia felina del cimitero di Asti, è improbabile che ci sarà il trasferimento in un gattile, neanche in quello che l’amministrazione comunale vorrebbe realizzare. I gatti del cimitero non lo sapranno mai, ma è in corso un braccio di ferro tra le gattare e il Comune. Una volontaria dell’associazione “Difesa Felini” di Asti ha lanciato una petizione sul sito Change.org per impedire che poco meno di 30 gatti, tutti parte della colonia del cimitero, vengano portati altrove. “Fra circa tre mesi i gatti della colonia felina del cimitero verranno trasferiti presso un gattile gestito da altre associazioni fuori Asti – si legge nella petizione – Ci è stato assicurato che verranno gestiti nel migliore dei modi e noi provvederemo a controllare, ma il Comune vuole spostarli dal cimitero, non rinnovano i fondi».

La Legge 281 del 1991

Gli animalisti, tra cui anche l’Enpa, richiamano la Legge 281 del 1991 che vieta lo spostamento delle colonie feline dal loro habitat salvo per gravi motivi di natura sanitaria. «I gatti della colonia del cimitero godono tutti i buona salute, sono sterilizzati e non sono portatori di alcuna malattia – spiega Mariangela Peronace, presidente dell’associazione “Difesa Felini” di Asti – Il Comune intende spostare i gatti per una questione di costi, ma non può farlo perché nessuna colonia felina riconosciuta, e ad Asti ce ne sono numerose, può essere portata via dal suo ambiente naturale. I gatti del cimitero sono sfamati dalla nostra associazione tramite volontari e tutto questo senza soldi pubblici dato che il Comune non ci eroga finanziamenti da oltre 6 anni. La nostra associazione si fa spesso carico anche dei costi di sterilizzazione e di cura dei gatti da parte dei veterinari».

Secondo quanto accertato dall’assessore all’Ambiente Luigi Giacomini «la convenzione con l’associazione è scaduta nel 2017, ma il Comune ha continuato a stanziare 3.000 euro l’anno per pagare le sterilizzazioni e le cure veterinarie di tutti i gatti delle 30 colonie censite in città. Paghiamo i veterinari – spiega – per gli interventi su tutte le colonie feline, non solo quella del cimitero, così da non fare torto a nessuno». Gli alimenti sarebbero la criticità della colonia del cimitero dove l’associazione che segue i felini non riesce più a farsi carico dei costi del mangiare. Da qui le apprensioni su chi sfamerà i gatti e come.

L’ex assessore all’Ambiente, oggi consigliere delegato ai cimiteri, Piero Ferrero, contesta che i soldi per la salute dei felini non siano più stati erogati e aggiunge: «Il problema non è la colonia felina, che è stata autorizzata e riconosciuta 30 anni fa, ma che le gattare devono osservare un regolamento per mantenere decorosi gli spazi tra le tombe. Riceviamo spesso segnalazioni da parte degli utenti del cimitero sulla presenza di ciotole lasciate tra le cappelle con le crocchette o altro cibo. Questo non deve più avvenire».

L’idea del nuovo gattile

L’eventuale costruzione di un gattile di cui si inizia a parlare potrebbe interessare questa colonia? No. «Ho già effettuato un sopralluogo a Valmanera dove potrebbe esserci un posto, già attrezzato, nel quale allestire un gattile per i felini prelevati dalla casa occupata di corso Casale – aggiunge Giacomini – Sappiamo che per legge non possiamo spostare i gatti della colonia, ma siamo disponibili a intervenire, prendendone una parte per metterla in altre colonie, se l’associazione non avesse più la possibilità economica di sfamarli». Secondo il Comune, di fronte alle emergenze, la colonia potrebbe essere spostata o diminuita, affinché sia gestibile. Questo anche per tutelare l’incolumità dei gatti e in deroga alla legge che ne vieta lo spostamento.

«Stiamo solo iniziando adesso a discutere dell’eventuale nuovo gattile – replica Loretta Pivato, guardia zoofila ed esponente dell’Enpa – Ma si tolgano l’idea che le colonie feline, come quella del cimitero, possano essere spostate perché la legge lo vieta. Se i gatti fossero portati altrove rischierebbero di morire nel giro di poche settimane. I felini del cimitero non danno fastidio a nessuno e dovranno restare dove sono fino all’esaurimento della colonia. Il vero problema è il randagismo dei gatti che in città è pazzesco». Parole cui fanno eco quelle della Peronace: «Non si possono prendere i gatti di una colonia per metterli in un’altra, è contro la legge e su questo siamo pronti a contestare ogni decisione del Comune».

[foto Billi e J.R.]

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