Ci sarebbe, in verità, un problema di marchio, perché, oggetto di mille polemiche, “Assedio anno 1613” è stato registrato dal Regimento Croce Bianca. C’è stato per caso qualche accordo? «Non ne sappiamo nulla, nessuno ci ha contattato – ha risposto il presidente Valerio Iaboc – Noi siamo sempre disponibili a collaborare con tutti, ma penso che faranno come per la Stracanelli: lo chiameranno “Circondiamo Canelli” o qualcosa di simile. I giochi di parole pagano fino ad un certo punto. Per fare una manifestazione che porta in città 40 mila persone ci vuole ben altro».
E’ anche una questione logistica: «L’Assedio è una cosa seria, un evento realizzato da una macchina complessa. Noi abbiamo in magazzino 700 vestiti, le stoffe utili a realizzarne tanti altri, i progetti di sicurezza, una coreografia che coinvolge la città e tanto altro. E’ assurdo pensare di mettere in un campo dieci figuranti armati di archibugi, spade e picche e credere che sia l’Assedio di Canelli. Essendo stato interrotto nel 2017 per rimetterlo in piedi ci vorranno almeno due anni e tante risorse economiche».
«E’ stata una “boutade” detta per coprire il fiasco di Canelli Città del Vino – taglia corto dalla minoranza Annalisa Conti (foto) – Negli anni scorsi sono stati venduti molti più calici e domenica non c’era nessuno in giro. Possiamo dire che è stata una “notte bianca” carina. Per l’Assedio abbiamo assistito ad una “sceneggiata”. Non abbiamo compreso cosa vogliano fare. Titoloni sui giornali e poi sugli stessi, pochi giorni dopo, la smentita: “non lo organizzerà il Comune ma un gruppo di volenterosi”. Bisogna essere seri, ci sono una tradizione ed un’immagine da rispettare».