ANTIGNANOLungo lasse Asti Govone, il paese è abbarbicato a 260 m s.l.m. e abitato da circa 1000 persone, di cui è primo cittadino il sindaco Alessandro Civardi. Prati rigogliosi e vigneti di
ANTIGNANO
Lungo lasse Asti Govone, il paese è abbarbicato a 260 m s.l.m. e abitato da circa 1000 persone, di cui è primo cittadino il sindaco Alessandro Civardi. Prati rigogliosi e vigneti di pregio disegnano il paesaggio. La zona si caratterizza per vari tipi di vini Doc. Da visitare le chiese, tra cui la parrocchiale neogotica della Beata Vergine del Carmine.
L'esodo della campagna verso la fabbrica negli anni '50
Figuranti a piedi e su due carri raccontano bene il fenomeno dello spopolamento delle campagne all'avvio del periodo dell'industrializzazione italiana. Way Assauto ad Asti e Fiat a Torino hanno richiamato migliaia di giovani attirati da un lavoro fisso e una paga sicura, un miraggio nelle campagne ancora affamate. Le tute blu partivano al mattino in bici o in vespa con il baracchino per il pranzo nella borsa in cuoio a tracolla. E poi il ritorno la domenica dei giovani operai che esibivano la busta paga e quei soldi che allora sembravano una vera e propria fortuna. Promesse di benessere ma anche fonte di rimpianto per l'abbandono della vita nella natura, con ritmi e relazioni totalmente diverse da quelle della fabbrica. Antignano presenta anche la vita sulle colline e la coltivazione dei campi e delle vigne di chi, invece, restava a presidiare il territorio.
Tajarin di mais 8 file al sugo di coniglio 3 euro
Crostata di mais con confettura di ciliegie 1,50 euro
AZZANO
Non distante dai centri più grandi, il paese si trova a 216 m s.l.m. e conta circa 417 abitanti. Il Comune è retto dal sindaco Roberto Cussotto. Luogo ideale di residenza fuori città, è terra di vini pregiati. Da visitare, la chiesa parrocchiale. I festeggiamenti patronali rievocano il guasto del paese, da parte di Federico Barbarossa, nel 1.155.
Quando ad emigrare eravamo noi …sogni, speranze, disperazione verso la Merica
Con la straordinaria ricostruzione di un piroscafo a dimensioni gigantesche, la Pro loco di Azzano ripercorre l'emigrazione di inizio Novecento verso gli Stati Uniti o il Sud America. In sfilata i mediatori che reclutavano forza lavoro italiana promettendo terre e ricchezze e la biglietteria per procurarsi, spesso investendo tutti i risparmi di famiglia, un'opportunità di vita meno grama. A rafforzare la decisione di partire spesso era una grandinata che mandava in rovina il raccolto di un anno. Il piroscafo, ricostruito in ogni sua classe sfila per la città pieno di uomini, donne e bambini di ogni età stipati vicino alle loro valigie che contenevano tutta la loro vita. Con una chicca: la partenza di quel Mario Bergoglio, da Portacomaro Stazione verso Buenos Aires ancora ignaro del suo destino di padre di un Papa.
Risotto ai funghi 3 euro
Il dolce dell'Abbazia 1,50 euro
BOGLIETTO DI COSTIGLIOLE
Zona dedita alle attività artigianali e alla viticoltura, è una frazione del Comune di Costigliole, che si trova a 191 m s.l.m. e conta circa 900 abitanti. Conobbe sviluppo a partire dalla fine dell800. Attualmente, è sede sia di importanti aziende produttrici di grappe e distillati sia di numerosi esercizi commerciali e strutture per la ristorazione.
La distilleria: dal grappolo alla grappa
Una grande tradizione della frazione costigliolese quella della distillazione della grappa che viene riprodotta su una serie di carri: sul primo la vendemmia con la pigiatura e poi la torchiatura del mosto per ottenere le vinacce da destinare all'alambicco, lo straordinario strumento di rame simbolo del ciclo produttivo della grappa. In esso, grazie al fuoco sotto, avviene la trasformazione del vapore delle vinacce in grappa che viene versata in una botte di legno. Particolarmente riuscite le figure del fuochista che deve mantenere costante la temperatura dell'ebollizione nell'alambicco e del mastro distillatore che verifica la gradazione della grappa. Rappresentate anche le operazioni di imbottigliamento, tappatura, etichettatura e stoccaggio. Poi il trasporto da parte degli operai nelle osterie dei paesi dove i bevitori chiudono il ciclo di vita della grappa.
Taglierini fatti in casa conditi con sugo di carne 3 euro
Pesche al Moscato d'Asti docg 1,50 euro
CALLIANETTO
Famosa per avere dato i natali a Gianduja, maschera per antonomasia del Piemonte, Callianetto è una frazione del Comune di CastellAlfero. Nello specifico, sorge a 152 m s.l.m. ed è abitata da circa 565 residenti: una comunità molto attiva, anche nellorganizzazione di vari eventi, tra cui la Sagra del fritto misto e il carnevale al Ciabot d Gianduja.
Il ciclo della canapa
Profusione di carri per lo sviluppo di una delle coltivazioni più diffuse nelle campagne. Si parte con la raccolta in campo, dove la canapa viene pulita e riunita in fasci poi portati nel rio a macerare. Finita questa operazione, un altro carro rappresenta la rottura e la gramolatura della canapa cui segue la fase della pettinatura che consente già, con l'uso delle fibre più corte e aggrovigliate, di confezionare stoffa grezza per realizzare sacchi e grembiuli da lavoro. Le fibre che restano, quelle più lunghe e regolari, vengono filate dalle donne, con rucca e fuso oppure con il ruet, il filatoio a pedale. Il filo così ottenuto viene raccolto in matasse e poi, grazie all'arcolaio, in gomitoli che vengono portati all'orditoio per essere tessuti al telaio dal quale escono i pezzi di tela destinati ad essere ricamati e tagliati a pezzatura per lenzuola, tovaglie, asciugamani, biancheria da notte.
Gran fritto misto di Callianetto 7 euro
Tortino 'd Gianduja 1,50 euro
CALLIANO
Il paese si contraddistingue sia per la vivacità della vita comunitaria, animata da una intraprendente popolazione di circa 1.344 persone, sia per lo sviluppo produttivo. Situato a 258 m s.l.m., il Comune è guidato dal sindaco Paolo Belluardo. Molto attiva la Pro loco, promotrice, tra laltro, delle Sagre dedicate agli agnolotti e allo stufato dasino.
Il matrimonio di un tempo
Più che ad un incontro di amore, assomigliava ad un contratto fra famiglie. E' proprio partendo da questo che la sfilata mostra profusamente l'attività del bacialè, ovvero di un uomo di fiducia ingaggiato dalla famiglia che doveva sistemare un figlio o una figlia che, conoscendo paesi e borgate, andava alla ricerca dell'anima gemella per un buon matrimonio. Che, prima di essere celebrato (rigorosamente in chiesa), gettava le sue basi nella contrattazione della dote della futura moglie: andava dall'arredamento della camera da letto ai capi di biancheria per la casa, lana per materassi e, in caso di famiglia agiata, anche capi di bestiame. Sistemate le questioni economiche, il matrimonio in chiesa, con sposi e invitati vestiti da festa prima dell'attesissimo pranzo di nozze che poteva durare anche un'intera giornata, con una serie infinite di portate, l'orchestra per ballare e tanta voglia di far festa.
Agnolotti d'asino 4,30 euro
Salamini d'asino 2 euro
CANTARANA
Il suo nome, probabilmente di origine celtica, fa riferimento allimportante presenza di corsi dacqua. Nello specifico, il paese sorge a 176 m s.l.m. ed è abitato da quasi mille persone, che fanno riferimento al sindaco Roberta Franco. Da vedere, la chiesa parrocchiale del 1695 e il campanile della chiesa di San Giovanni, di scuola antonelliana.
Dai magnin alla ciapeta (dallantico mestiere di stagnino al carnevale cantaranese)
Il magnin, ovvero lo stagnino, un po fabbro e un po falegname, andava di casa in casa cantando e battendo lincudine per attirare lattenzione delle massaie e offrirsi di riparare pentole e stoviglie. La figura dello stagnino è bonariamente presa in giro dalla tradizione carnevalesca piemontese che del magnin imita il viso sporco di fuliggine e lusanza di passare di casa in casa a fare baccano. I magnin del carnevale arrivano nei cortili cantando e piantando la ciapeta, un palo munito di manico su cui si batte con un martello per attirare lattenzione della padrona di casa e chiedere in dono bugie, uova, cipolle o un bicchiere di vino per festeggiare la fine dellinverno e lavvicinarsi della bella stagione. La prima volta di Cantarana vedrà sfilare una settantina di figuranti, un primo carro con gli stagnini al lavoro e un secondo carro diviso in due scene: linterno di una cucina con la massaia intenta a friggere le bugie e lesterno dalla cascina con i figuranti intenti a cantare la canzone dei magnin e a piantare la ciapeta.
Sancrau (cavoli) con cotechino 3 euro
Tomini elettrici 2,50 euro
CASABIANCA
E una delle tante frazioni, che fanno da anello al capoluogo astigiano. Si trova a 220 m s.l.m., nella parte occidentale del territorio occupato dalle cosiddette ventine, e conta circa 50 abitanti. Fiore allocchiello della zona la Riserva naturale speciale della Valleandona e della Valle Botto, istituita a tutela del patrimonio paleontologico.
'L carbun d'na vìra (taglio e commercio della legna)
C'è tutta la fatica degli uomini per procurarsi la legna che serviva a scaldare le case e a cucinare nel tema proposto da Casabianca. Aprono la sfilata gli uomini che si recano nel bosco portando gli attrezzi da abbattitore (tutti da usare con la sola forza delle braccia) per tagliare gli alberi, sramarli, ridurli a tronchi trasportabili. Dai rami più piccoli si ottenevano anche i pali per la vigna e la legna da vendere ai panettieri per alimentare il fuoco nei forni in cui si cuoceva il pane. Non si buttava via nulla e ceppi e cortecce oltre alle foglie erano raccolti e usati per le lettiere degli animali della stalla o per pacciamare in orto e frutteto. In segheria venivano inviati i tronchi da usare per i mobili e gli usi edili (travi del tetto, assi per pavimento) mentre a casa si portavano quelli che venivano poi ulteriormente ridotti e spaccati prima di essere venduti al mercato.
Polenta fritta con gorgonzola 2,50 euro
Salame dolce di Casabianca 1,50 euro
CASTAGNOLE MONFERRATO
Dista da Asti 14 km, sorgendo a 232 m s.l.m., a confine tra il Monferrato astigiano e quello casalese. E abitato da circa 1.300 persone e guidato dal sindaco Enzo Baraldi. La sua fama è legata soprattutto al Ruchè, vino Doc. Tra gli edifici, sono degne di nota le chiese. Vanta poi la meridiana più grande del mondo e il torchio più grosso dEuropa.
Un tempo a Castagnole Monferrato c'era…
Cinque carri e poco meno di 200 figuranti per la ricostruzione della vita a Castagnole dalla fine dell'800 alla seconda guerra mondiale. Pezzo d'eccezione il tramvai della tratta Asti-Castagnole realizzato su un carro con binari, galleria, valvola d'epoca, capostazione. Attorno tutti i personaggi che animavano la vita della stazione ferroviaria. E poi il carro con il singolare circolo dei Paltò dove si riunivano i benestanti del paese che, nei loro abiti eleganti, si distinguevano anche quando giravano per il paese. Poi la rievocazione della nascita della trattoria alla fonte solforosa della Pramerola, dove Gemma e Ottavio crearono un luogo di ritrovo e divertimento estivo. Ricostruita anche la fontana con la signora Gemma che vende le bottiglie di acqua in attesa della costruzione dello stabilimento elioterapico e numerosi personaggi che frequentavano abitualmente la Pramerola
Acciughe con bagnetto 3 euro
Pesche al Ruchè 1,80 euro
CASTELLERO
Situato a 247 m s.l.m., il paese è retto dal sindaco Roberto Campia e abitato da circa 304 abitanti. Si estende nella zona a nord ovest dellAstigiano, vantando in particolare un caratteristico castello, che, nel 600 e 700, è stato oggetto di molteplici interventi, ad opera per lo più della famiglia Ponte, trasformandosi in una dimora campestre.
Raccolta e lavorazione della nocciola
La più piccola città della nocciola presenta l'antica lavorazione di questo frutto che, a ben vedere, poco si distingue dalle moderne tecniche di coltivazione e raccolta. Su una serie di carri viene presentata la messa a dimore delle barbatelle di nocciolo per i nuovi impianti, con i contadini più anziani che scelgono i piantini giusti e i giovani che li piantano. Poi si passa alle piante adulte, alla continua pulizia del terreno sottostante e alla raccolta delle nocciole in autunno, rigorosamente manuale. Il raccolto viene poi portato al mercato per vendere le nocciole oppure per usarle come moneta di scambio. E di mezzo c'è il commerciante che tratta grosse partite che passano di mano. La seconda parte della sfilata propone l'utilizzo delle nocciole in cucina che finiscono in ottimi dolci e nel pane. In tempi di guerra le nocciole venivano spremute a freddo per ottenerne un olio al posto di quello d'oliva.
Fundent (fondenti di nocciole) 1,50 euro
Croccanti di nocciole 1,50 euro
CASTELLO DI ANNONE
Sulla sinistra del Tanaro, a 109 m s.l.m., è abitato da circa 1.911 persone, di cui il primo cittadino è Valter Valfrè. Un curiosità: il nome del paese deriva dal latino ad nonum (a nove), perché dista 9 miglia romane da Asti. Punto strategico di passaggio nel Medioevo e fiorente centro economico fino al 1.644, quando fu distrutto dagli spagnoli.
La prima fiera dellartigianato
La prima fiera dellartigianato e le feste settembrine è il nuovo tema che porterà in sfilata per le vie di Asti la Pro Loco di Castello di Annone guidata dal neopresidente Rita Scadurra. È la fiera che si tenne nel 1932, dal 18 al 25 settembre, e il sodalizio annonese la farà rivivere attraverso una mostra di pezzi di artigianato provenienti dai settori della falegnameria, dellagricoltura e della sartoria e del ricamo. Unesposizione presentata su carretti spinti a mano, per far sì che possano essere ammirati al meglio. In sfilata seguirà poi il grande carro che riprodurrà la vecchia piazza del paese, con il bar in cui si gioca alle carte e si beve un bicchiere di vino e il ballo a palchetto che ospita le danze delle feste. Infine il carro che rappresenterà lintero ciclo della vite: dai filari alla vendemmia, fino alla grande festa delluva, tra musica e balli, che ogni anno veniva celebrata in paese. Saranno un centinaio i figuranti, tra cui spiccheranno il Podestà, accompagnato dal segretario politico e dal segretario comunale, nobildonne, paesani e bambini
Lasagnette della vigilia (condite con bagna cauda) 3,50 euro
Torta dell'abbondanza (1,50 euro
CELLARENGO
Situato lungo le ramificazioni occidentali della colline astigiane, alle porte del Roero, il paese di Cellarengo è un centro agricolo dellAlto Monferrato, a 321 metri s.l.m. Guidato dal sindaco Adriana Bucco, conta circa 719 abitanti. Vanta edifici sacri del XVII e XVIII secolo. La maggiore risorsa locale è costituita dagli allevamenti di bestiame.
Il ciclo del legno: taglio, contrattazione e lavorazione
Fra carri e trattori d'epoca, i figuranti di Cellarengo ricostruiscono l'intero percorso fra il bosco e il mobile in casa. Si inizia con gli uomini e i ragazzi che vanno a tagliare gli alberi nel bosco ricavando i tronchi delle misure richieste dalle segherie per la lavorazione. Fra le chicche anche un trincaballe che serviva al trasporto dei tronchi fuori dal bosco. Legna e fascine raggiungono le aie delle cascine. Un'antica sega in ghisa degli Anni 30 mostra come i tronchi si trasformavano in assi o in trai per la costruzione di tetti. E' invece un vecchio autocarro a riportare indietro i tronchi trasformati in assi per l'uso finale del legno che spesso viene venduto ai commercianti. Non manca la ricostruzione di un interno di falegnameria con tutti gli antichi attrezzi che venivano usati per realizzare mobili indistruttibili.
Tinche in carpione 5 euro
Trippa calda con cipolle (biseca) 3,50 euro
CESSOLE
Con una storia articolata alle spalle, di cui esistono ancora molte tracce, il paese si erge a 290 m s.l.m., comprendendo una popolazione di circa 420 persone. Guidato dal sindaco Alessandro Degemi, la zona vanta il cinquecentesco santuario Madonna della Neve, al quale sono dedicati i festeggiamenti il 5 agosto, seguiti il 26 da quelli patronali.
La castagna: raccolta, essiccatura e battitura
Alimento primario della Langa Astigiana, intorno alla castagna ruotava una microeconomia di sostentamento. I primi figuranti rappresentano l'importante momento della raccolta, in autunno, nella quale era impegnata tutta la famiglia. Le castagne così racolte venivano fatte essiccare in una specie di forno e poi sottoposte alla spellatura, operazione effettuata dagli uomini attraverso la battitura su un ceppo di legno dei frutti raccolti in uno speciale sacco di tela. I colpi, cadenzati e ritmati, consentivano di eliminare la buccia. L'ultima pulizia veniva fatta passando le castagne spellate sul val. Finalmente pronte, le castagne potevano essere mangiate, sia bollite nel latte che trasformate in farina per gustosissime torte.
Frittelle salate alla campagnole 2,40 euro
Nocciole Piemonte igp zuccherate 2 euro
CHIUSANO
In corrispondenza del restringimento della valle del Rio Rilate (per cui deriva forse il nome da clausa cioè chiusa), il paese sorge a 261 m s.l.m., a nord di Asti. La popolazione è di circa 237 persone, il cui primo cittadino è Marisa Varvello. Di particolare interesse la parrocchiale della Madonna del Carmine e lantica pieve romanica di Santa Maria.
L'alsja (il bucato di un tempo)
La "pessera" lascia spazio a l'alsia. Una tradizione di cui si è persa traccia negli Anni '50, quella delle donne fare bucato cinque o sei volte lanno. Sorta di rituale collettivo, perché ci si aiutava e contemporaneamente si badava ai bambini. Così nel corteo della Pro loco rivive laia dove le famiglie preparavano un mastello capiente con uno scolo sul fondo, in cui a strati si deponevano i panni ed in un calderone si faceva bollire lacqua. Nella sfilata si ripercorrono fedelmente le operazioni: canovaccio sul mastello ed uno strato di cenere e quindi versare lacqua bollente col mestolo poco alla volta, perché filtrasse tra i tessuti sgrassandoli e smacchiandoli per poi fuoriuscire. I tessuti si sbiancavano e acquistavano la profumazione del legno che aveva contribuito alla formazione della cenere. Quindi le ceste con i panni lavati venivano caricate sui carri per portarle al lavatoio, dove avveniva la sciacquatura nellacqua tersa e fredda della sorgente. Ad accompagnare quest'azione i canti delle donne che sbattevano e strizzavano il bucato.
Torta di pere e cioccolato 2 euro
Frittelle di mele 1,50 euro
CORSIONE
Comune agricolo, con particolare riferimento ai prodotti vitivinicoli, Corsione si trova nel nord astigiano, a 287 m s.l.m. Abitato da circa 240 persone, è guidato dal sindaco Sara Betta. Il paese ha dato i natali al colonnello Luigi Piglione. Una leggenda del XIV secolo vuole che il piatto tipico sia la torta di mele. Diverse le chiese degne di nota.
Al forno come una volta
Un tema semplice ma di grande effetto quello proposto dalla piccola Pro loco di Corsione. Sul primo carro sfilano le donne che impastano il pane e che, con mani sapieni e veloci danno forma ai galli e alle bambole di pane. Con loro le massaie che tirano la pasta per fare i tajarin del giorno di festa. Sul carro successivo è stato ricostruito un vero forno a legna con il panettiere che accende il fuoco e fa cuocere il pane croccante, sia nelle sue forme tradizionali che in quelle più creative. A corredo della sfilata un nutrito gruppo di figuranti fra i quali spiccano e raccolgono applausi ogni anno i tanti bambini che tengono in grembo le loro bambole di pane.
Torta di mele piccola 2 euro
Torta di mele grande 2,70 euro
CORTAZZONE
Danneggiato dai francesi, nella guerra di successione spagnola, il paese, che si trova a 225 m s.l.m., è oggi abitato da circa 668 persone. A guidare il Comune è il sindaco Francesco Chiara. Degni di nota il castello e la chiesetta romanica di San Secondo in località Mongiglietto, la fiera del tartufo a dicembre e la rievocazione storica a giugno.
Quando il cane entrava in chiesa
Dopo aver sfidato la sorte con quattro funerali e aver vinto tutto, Cortazzone torna in gara questanno con un altro tema religioso: Quando anche il cane entrava in chiesa. Il 16 agosto, giorno della celebrazione di San Rocco, terminata la funzione religiosa, era usanza portare gli animali domestici e da lavoro davanti alla chiesa per la benedizione del parroco cui seguiva una merenda offerta ai mezzadri dai signori del paese. «Ci stiamo organizzando per reperire quanti più animali possibili: cani, buoi, vitelli, conigli, galline, anatre, capre, che disporremo su quattro carri corrispondenti ad altrettanti episodi di questa antica tradizione paesana» spiega il presidente della Pro loco Dezzani. Sul primo carro sarà rappresentato il sagrato della chiesa e il parroco intento nella benedizione, sul secondo, trainato da un cavallo, saranno trasportati un vitello e delle caprette, un terzo carro ospiterà le gabbie con galline, anatre e conigli infine, il quarto e ultimo carro, riprodurrà il banchetto nel giardino del signore offerto ai braccianti. A completare la sfilata un calesse da passeggio condotto da una nobildonna e più di cento figuranti.
Tagliatelle all'uovo con tartufo 4,50 euro
Focaccia di mele 1,50 euro
COSTIGLIOLE
Labitato, che sorge a 242 m s.l.m., comprende circa 6.000 persone, mentre lamministrazione comunale è guidata dal sindaco Giovanni Borriero. Degni di nota il castello dei Veraris-Asinari, la chiesa parrocchiale Nostra Signora di Loreto, quella della Misericordia, il santuario della Madonnina, la festa del peperone quadrato e dei fiori delle serre.
Per grazia ricevuta
Affonda nella devozione più profonda della gente contadina il tema di Costigliole che da qualche anno stupisce il pubblico con la riproduzione fedele in miniatura del Santuario della Madonnina, eretto nel 1742 sulle fondamenta della cappelletta delle 7 vie. Si narra che nel 1646 una pastorella sorda e muta, dopo essersi fermata a pregare la Madonna alla cappelletta, avrebbe riacquistato parola ed udito. Un vero miracolo che spinge i fedeli a portare alla cappelletta prima e al santuario poi i quadri degli ex voto, quelli delle grazie ricevute. In sfilata si ripropone la festa alla Madonna del mese di agosto ambientata negli Anni Cinquanta, con le famiglie che fanno merenda sul prato antistante il sagrato, i bimbi che giocano e la musica di una fisarmonica oltre ad una merenda sinoira fatta in casa ma molto gustosa.
Ravioli con il plin 3,80 euro
Bunet di Costigliole 1,50 euro
CUNICO
Terra di tartufi, sia neri sia bianchi, che è possibile trovare in zone particolari, dalla spiccata vocazione per questo pregiato prodotto, il paese è situato a 257 m s.l.m. ed è abitato da circa 507 persone, di cui è sindaco Cristina Ceron. Diverse le testimonianze storico artistiche, come la chiesa di Santa Maria Assunta e i sotterranei del castello.
La vinificazione
Nella provincia che ha visto una parte delle sue vigne e dei suoi vini diventare patrimonio dell'Umanità, Cunico racconta in piazza come si vinificava una volta, nelle cantine di cui ogni cantina disponeva, attraverso un procedimento molto semplice basato su una sapienza tramandata di padre in figlio seguendo ossequiosamente fasi lunari e calendario. I primi figuranti e carri presentano l'arrivo dell'uva appena vendemmiata nelle bigonce di legno che viene pigiata con i piedi e poi travasata in botti per la fermentazione. Le rape venivano passate al torchio per spremerne tutto il possibile. Finita la fermentazione, il vino veniva filtrato per liberarlo dalle impurità e poi, dopo averlo fatto riposare durante l'inverno, in primavera veniva tirato, ovvero imbottigliato, tappato con tappo rigorosamente di sughero e riposto nei crutin scavati nel tufo.
Gnocchi alla cunichese 3 euro
GRAZZANO BADOGLIO
Meta turistica, specie per avere dato i natali al Maresciallo dItalia, da cui prende nome, il paese vanta, oltre al relativo museo, una buona offerta ricettiva e una vita sociale attiva. Tra i vari eventi, la rassegna di cucina e spettacoli Il suol dAleramo. Abitato da circa 630 persone, sorge a 299 m s.l.m. ed è retto dal sindaco Rosaria Lunghi.
La processione del Venerdì Santo
Dopo oltre dieci anni si cambia. Nuovo ed inedito tema alla Pro loco che, pur restando fedele all'aspetto religioso, ha deciso di presentare la processione del venerdì santo, dopo per diverse edizioni proposto l'ingresso del nuovo parroco.
Ora il don è operativo e sfilerà alle spalle dell'unico carro su cui viene riprodotta in scala la chiesa parrocchiale. Accanto a lui alcuni chierichetti ed il sacrestano orfano però delle proprie campane secondo l'usanza nelle giornate che precedono la Pasqua. Così il tradizionale rintocco viene sostituito dalla "crè" sorta di grande raganella che richiamava i fedeli alle celebrazioni. Altro suono della Passione di inizio Novecento era lo strumento di legno e ferro utilizzato in chiesa. Sfileranno anche le pie donne dell'Addolorata con mantello o fascia gialla così come la Compagnia della buona morte con colori viola. Processione caratterizzata anche dai simboli della Passione: gallo, corona di spine, chiodi e martello. A chiudere la processione le note lunghe della banda.
ISOLA D'ASTI
Abbracciando pianura e collina, a 276 m s.l.m. dellarea collinare e a 215 m s.l.m. di quella pianeggiante, il paese, con una popolazione di quasi 2.100 abitanti, di cui il primo cittadino è Fabrizio Pace, si trova lungo la sponda destra del fiume Tanaro. Tra le tipicità locali, i vini Doc e il cardo avorio. Numerosi gli edifici di interesse artistico.
El ginìch e la galaverna (il freddo e il gelo)
Le attività in campagna rallentano, il ghiaccio avvolge ogni cosa e si cerca riparo dal freddo. La Pro Loco di Isola porterà in sfilata la vita contadina dinverno, in unepoca che sembra ormai ancor più lontana, se si fanno parallelismi con gli attuali sistemi per affrontare il freddo. El ginich e la galaverna, quel bianco che in certe fredde mattine agguanta la campagna: il tema sarà rappresentato attraverso lallestimento di diversi carri. Quello della scuola dinverno, con la stufa alimentata a legna e i bimbi imbacuccati; quello del risveglio al mattino in camera da letto, tra piumotti e il tipico scaldaletto di un tempo. E ancora, il carro che mostrerà la cucina e lantica corte, con le mamme e le nonne indaffarate a realizzare calze e scapìn e i bimbi a fare i compiti, mentre fuori si vedono cataste di legno e il ghiaccio nel pozzo; e il carro che raffigurerà la sponda del fiume Tanaro ghiacciato e il navet in attesa di riprendere i suoi collegamenti da una riva allaltra. E per il trasporto del ghiaccio cera il carretto trainato dal cavallo.
Soma daj con vino ed uva 1,70 euro
Pane arrostito con pomodoro, vino ed uva 1,70 euro
MOMBERCELLI
Capoluogo della Valtiglione, nel cuore del Monferrato, a 233 m s.l.m., si caratterizza per il dolce paesaggio collinare disegnato dai vigneti. Sede di numerose attività economiche, il Comune è retto dal sindaco Luigi Torchiano e conta circa 2.336 abitanti. Uno dei vanti del paese è la storia antica, che lo ha legato alle principali casate astigiane.
Quando il cinema, la radio, la televisione sono arrivati nelle nostre campagne
Un tema frizzante e molto originale quello proposto dalla pro loco di Mombercelli che si presenta con la ricostruzione di una sala cinema di paese con tanto di sedie di legno, cassiera e lo storico proiettore Microtecnica utilizzato per le pellicole dell'epoca. Generazioni di persone che potevano finalmente vedere, anche nelle campagne, i filmoni che popolavano i loro sogni e la loro immaginazione a lungo. Su un altro carro è ricostruito un ambiente domestico dove il capofamiglia ha l'orecchio incollato alla radio per seguire il giornale radio e per non perdersi le canzoni di Claudio Villa o del Quartetto Cetra. E poi il primo apparecchio televisivo al bar Da Genio dove ragazzi e ragazze si radunavano per vedere il Festival di Sanremo. E, se qualcuno alzava il gomito, veniva allontanato in malo modo.
Friciula (frittella salata ) con lardo 2,40 euro