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I temi della sfilata:da Monastero Bormida a Revigliasco
Attualità

I temi della sfilata:
da Monastero Bormida a Revigliasco

MONASTERO BORMIDAPaese dalle caratteristiche uniche, tra il Monferrato e le Langhe, si trova a 192 m s.l.m. Retta dal sindaco Ambrogio Spiota, la comunità conta circa 978 abitanti. Come richiama il

MONASTERO BORMIDA
Paese dalle caratteristiche uniche, tra il Monferrato e le Langhe, si trova a 192 m s.l.m. Retta dal sindaco Ambrogio Spiota, la comunità conta circa 978 abitanti. Come richiama il nome stesso, fu fondata da monaci benedettini intorno al 1050.  Tra le particolarità, il castello nella parte bassa e il borgo in quella alta, con l’arco unico in Piemonte.

Quando non c'era la mutua
Un tema molto particolare che riporta ai tempi in cui non esisteva l'assistenza sanitaria pubblica e neppure la mutua. Così, quando ci si ammalava, si cercavano rimedi gratuiti e alcuni che spesso con la medicina non avevano nulla a che fare. In prima fila, fra le persone alle quali i contadini ricorrevano erano i “settimini” ritenuti dotati di particolari poteri per “segnare” alcune malattie fra le quali il fuoco di Sant'Antonio, i vermi, i colpi d'aria o di sole. Quando questi rimedi non funzionavano era il farmacista a farsi carico della diagnosi e della cura delle malattie più comuni da curare con preparati realizzati per la maggior parte nel retro della farmacia. I più sensibili, sapendo di avere a che fare con famiglie senza grandi risorse economiche, facevano credito per i medicinali fino al primo raccolto.

Puccia di Monastero (soffice zampini di maiale lessato posto sotto aceto aromatizzato, impanato e fritto in padella) con bagnetto 3,30 euro
Robiola di Roccaverano con pane cotto nel forno a legna e mostarda di uva Moscato 2 euro

MONCALVO
Dotata di tutti i servizi, questa realtà, che si trova a 305 m s.l.m., è conosciuta come la città più piccola d’Italia. Qui, vivono circa 3.135 persone, guidate dal sindaco Aldo Fara. Diverse le società sportive, le associazioni di altro genere, come la Pro loco, e le realtà parrocchiali. Tra gli eventi, la Fiera del Tartufo e quella del Bue Grasso.

La fiera del tartufo
Cambia ancora il tema della Pro loco, questa volta del tutto inedito come quello della Fiera del tartufo. "Non sulla manifestazione moderna (nata nel 1955) – interviene la coordinatrice Barbara Marzano – bensì vorrà essere la celebrazione dei trifolao e del tartufo". Moncalvo vanta personaggi di spessore e il punto di partenza sarà “il re dei trifolao” Eugenio Quirino. Eugenio ha iniziato a cercare tartufi a 6 anni ed ha proseguito presso il suo ristorante Antico Castello la tradizione del pranzo, arrivando ad accogliere più di 160 colleghi. Alla fine degli Anni '40 i trifolao avevano istituito tra di loro una sorta di concorso e una giuria composta da loro stessi premiava con buon cibo ed allegria i migliori esemplari. Moncalvo rappresenterà la terza domenica di ottobre in cui “Genio” invitava in una tavolata tutti gli amici trifolao e la gente uscendo da messa partecipava a questa festa. Non mancherà un carro con la simulazione della cerca con la partecipazione di tabui e di trifolao locali.

Sontuoso bollito misto di Moncalvo 5,70 euro
Panna cotta 1,30 euro

MONGARDINO
In cima alle colline, da dove si ammira una splendida panoramica, il paese, di cui è sindaco Barbara Baino, si erge a 292 m s.l.m. Il Comune, che conta circa 956 abitanti, si caratterizza per la produzione vinicola, specie di vini Doc. Di particolare interesse artistico la chiesa parrocchiale consacrata nel 1777 e il Sacro Monte edificato nel 1739.

'l martinet (il maglio) d'Mungardin e l'antica fabbricazione degli attrezzi agricoli
Un carro quasi monumentale quello portato da Mongardino sul quale è montato e riportato alla sua originale funzione un maglio, ovvero un grande martello meccanico che viene usato per “fucinare” e stampare a caldo attrezzi usati in campagna come zappe, vanghe, badili, falci e tridenti. Un carro enorme che presenta la potente macchina in azione grazie agli operatori che alimentano in continuazione la forgia e gli altri che, utilizzando incudine, cesoie, mole, trapano a colonna realizzano in diretta, davanti al pubblico del corteo, i loro attrezzi. Vanghe e zappe vengono poi regalate al pubblico e alle autorità. Dietro il carro del maglio ci sono le carrette e un motocarro con il quale il venditore ambulante andava di cascina in cascina a vendere la merce. Ma è il mercato il luogo deputato alla vendita degli attrezzi come rievocato da un secondo carro.

Risotto alla Barbera d'Asti 3 euro
Antico “mun” (mattone dolce) 1,50 euro

MONTECHIARO
Guidato dal sindaco Paolo Luzi, il paese si trova nella zona a Nord di Asti, a 292 m s.l.m., ed è abitato da circa 1.328 persone. Vanta, in particolare, numerosi luoghi di interesse storico, di cui alcuni rientrano nell’ambito di specifici itinerari turistici. Degna di nota, tra l’altro, la chiesa romanica di San Nazario, risalente all’XI-XII secolo.

Intervento dei pompieri contadini
Molto scenografico ed originale il tema proposto da Montechiaro che affonda nei momenti più drammatici che scandivano la vita di paese: il fuoco in cascina spesso provocato dall'autocombustione di paglia o fieno. In case prevalentemente costruite con legno, le fiamme si propagavano in fretta e da una casa passavano velocemente a quella vicina. L'allarme veniva dato dalla campana della chiesa che consentiva a tutti di accorrere dai campi. I contadini si improvvisavano pompieri, andavano a prelevare la pompa trainata a mano della Società di Mutuo Soccorso e cominciavano a spegnere l'incendio. Intorno a loro le donne che portano generi di conforto agli uomini impegnati nelle operazioni di spegnimento. Completano la sfilata importanti attrezzature e macchinari d'epoca che fanno parte della collezione del compianto ing. Sasso.

Risotto con tartufo 4,5 euro
Crema dolce in pasta sfoglia 1,50 euro

MONTEGROSSO
Zona di vini pregiati, con ben 558 ettari di terreno vitati, si trova a 244 m s.l.m., nella Val Tiglione. Il paese, abitato da circa 2.350 abitanti e retto dal sindaco Marco Curto, possiede numerose ricchezze storiche: dall’imponente castello e la parrocchia dedicata a San Secondo e San Matteo alla Confraternita dei Battuti e la chiesa di San Rocco.

Il ritorno della campana a Montegrosso
Era il luglio 1943, in piena Seconda guerra mondiale. I ricordi di chi visse quegli anni raccontano che un gruppo di nazisti si impossessò di due campane del borgo storico, la maggiore della Confraternita e la mediana della chiesa parrocchiale. Le caricarono su un camion e si avviarono, fermandosi però per il pranzo in paese. Alcuni montegrossesi presero coraggio e riuscirono a mandar via a piedi i soldati tedeschi e tenersi le campane, mettendole al sicuro in un cortile. Il 16 agosto 1946, con una grande festa e la processione in onore di San Rocco, si celebrò il ritorno della campana sul campanile della parrocchiale. La Pro Loco di Montegrosso guidata da Giorgio Cipressi ha riprodotto fedelmente la campana e rappresenterà l’evento storico alla sfilata delle Sagre. Aprirà il corteo la processione in onore del patrono, con i giovani della Leva che portano la statua di San Rocco, il clero e le autorità del paese, i bambini dell’asilo e le confraternite di San Rocco e dell’Annunziata. A seguire il carro che rappresenterà il ritorno della campana, addobbata con edera e fiori di campo.

“Cisrà” minestra di ceci con costine 3 euro
Panfritto con salumi del Monferrato 2,40 euro

MONTIGLIO MONFERRATO
Nato nel ’98, dall’unione di Montiglio, Colcavagno e Scandeluzza, il Comune è retto dal sindaco Dimitri Tasso e ha circa 1.700 abitanti. Noto per la fiera del tartufo e le meridiane, domina, a 321 m s.l.m., la Valle Versa, da un colle, dove sorge il castello con pianta ad “U” del XIII secolo: nel parco, la cappella romanica con affreschi del ‘300.

L'acqua elemento essenziale di vita e di lavoro nel Monferrato agli inizi del '900
E' l'arrivo delle condotte dell'Acquedotto del Monferrato prima nei concentrici dei paesi e poi nelle varie cascine disseminate sulle colline il tema della sfilata di Montiglio. Che si apre con la benedizione della nuova fontana pubblica sulla piazza del paese alla presenza della madrina Marchesa Borsarelli. Nel pubblico che assiste all'inaugurazione anche il rappresentante della Società dell'Acquedotto per stringere i contratti di fornitura idrica. E poi il venditore che porta sul suo carretto il ghiaccio nelle case prive di frigoriferi e lo scorcio di un interno casa con l'acqua pompata dal pozzo per lavare le bottiglie per il vino o per fare il bucato. Ancora l'uso dell'acqua nelle coltivazioni, con i pozzi in vigna per preparare il verderae o quelli in valle per innaffiare l'orto. Sull'ultimo carro l'antica segheria posta lungo il torrente Versa alimentata ad acqua.

Rolata di coniglio con funghi e polenta 4,50 euro
Torta di nocciole e Malvasia 2 euro

MOTTA DI COSTIGLIOLE
Caratterizzata da lunghe distese di campi, coltivati a ortaggi, specie a peperoni, e dagli impianti dei produttori floricoli, questa frazione di Costigliole si estende nella piana del Tanaro, sulla sua riva destra, a 134 m s.l.m., contando circa 559 abitanti. Il paese si è sviluppato da fine ‘800. Solo un antico castello è di epoca tardo medievale.

Il peperone quadrato d'Asti: dalla terra alla tavola
Sei carri per riprodurre il lungo ciclo del peperone quadrato, il prodotto principe della valle degli orti del Tanaro. Si comincia con la smina dentro le cosiddette “cucce” concimate, poi la fase del trapianto con le piantine di peperone messe a dimora. Un altro carro presenta le piante dei peperoni adulti con i frutti pronti per essere raccolti con cura e delicatezza e poi portati al mercato nelle grandi ceste dette “gurbon”. Al mercato i peperoni vengono pesati e venduti dopo una feroce contrattazione sul prezzo. Infine il peperone giunge in tavola con antichi metodi di conservazione per poterlo gustare nei mesi più freddi; via allora ai peperoni arrostiti nel forno delle stufe oppure le grandi damigiane con i peperoni sotto aceto (smuià), ingrediente irrinunciabile dell'invernalissima bagna cauda.

Gran bagna cauda con peperoni e verdure di stagione 4 euro
Involtino di peperone (con ripieno di tonno, burro, acciughe e capperi) 2,80 euro

NIZZA MONFERRATO
Sullo sfondo pittoresco di colline e vigneti, Nizza si trova pressoché al centro del “triangolo industriale,” i cui vertici sono Torino, Milano e Genova. Nello specifico, sorge a 137 m s.l.m. ed è abitata da oltre 10.450 persone. L’amministrazione comunale è retta dal sindaco Flavio Pesce. Tra le tipicità, la belecauda, la Barbera e il cardo gobbo.

Nizza Monferrato: terra di botti e di vino
Nella terra patria della Barbera, in sfilata si rende omaggio al mestiere del bottaio, valente artigiano del legno che taglia, liscio, curva le doghe, fogia il ferro per conenerle e per dare forma alla botte che andrà a contenere il nettare delle vigne. Intorno al mondo del vino i mediatori e i commercianti che contrattano le partite da contadini e produttori con incontri in via Maestra, all'ombra dei portici: il contratto si discute a voce e si perfeziona con una stretta di mano che vale più di ogni scritto. Nizza è una città dove esistevano sia grandi produttori che piccoli vignaioli; questi ultimi consegnavano il loro vino direttamente ai ristoratori o ai clienti privati mentre le cantine più grandi facevano invii a Milano, Genova e Torino. Per spedirle le facevano rotolare dalla cantina alla stazione, approfittando di un percorso tutto in piano.

“Belecauda” (farinata di ceci) 2,70 euro

PALUCCO
Frazione di Asti, che si estende a sud del capoluogo, verso Torino, a 150 m s.l.m., conta circa 200 abitanti. Intensa l’attività della Pro loco e ricco il calendario delle iniziative durante l’anno: dal carnevale per i bambini ai festeggiamenti della borgata e quelli natalizi. Diversi i piatti tipici, tra cui i cosiddetti “Fricio” e la lingua in salsa.  

L'aratro nel tempo
La sfilata del Palucco è un museo semovente che sfila davanti agli occhi del pubblico. Infatti la Pro loco dispone di una straordinaria collezione che ogni anno si arricchisce di qualche nuovo esemplare scovato a mercatini o recuperato in qualche cascina. L'intero corteo rappresenta la storia dell'aratro: dai primi esemplari costruiti interamente in legno a trazione manuale, fino a quelli moderni che vengono usati in campo con trattori di grande cilindrata passando per quelli realizzati in ferro o acciaio a trazione animale.
Fra i pezzi più rari due aratri da scasso con ruote in ferro risalenti ai primi anni del secolo scorso. In sfilata anche una vecchia forgia con lcuni figuranti che modellano a caldo sull'incudine un vomero di aratro.

Lingua in salsa verde 3 euro
“Fricio” (frittelle dolci del contadino) 1,50 euro

PORTACOMARO
Alle porte di Asti, il paese si trova a 232 m s.l.m. Qui vive una popolazione di circa 2.000 persone, il cui sindaco è Valter Pierini. Tra gli edifici caratteristici, la chiesa parrocchiale del XVIII, con altare del 1.400, dedicata a San Bartolomeo, patrono locale; la chiesa romanica di San Pietro e il “Ricetto,” fortificazione del XIII secolo.    

Portacomaro e la musica
Un tema molto allegro e pieno di nostalgia che si apre con un drappello di bambini che si avvicinano al mondo dei suoni con l'uso di piccoli strumenti. Poi la scuola di musica dalla quale uscivano i nuovi musicanti della banda del paese. Nella prima metà del Novecento è il ballo a farla da padrone, nel mitico ristorante Margarino che era anche Cinema Italia, il primo in un paese dell'astigiano e dancing Azzurro dove si sono esibiti cantanti del calibro di Rabagliati e Consoni, Claudio Villa e Nilla Pizzi, Carla Boni e Milva. Riproposta anche un'inedita formazione dall'orchestra Zenit con allievi del maestro Italo Durando e alle percussioni uno dei componenti dell'epoca, Modesto Raviola. Spazio alle danze con ballerini di valzer, tanghi, poche e mazurke e poi chiusura del corteo con la banda diretta dal maestro Marco Scassa che, attraverso un pout pourri di brani presenta i 120 anni della formazione musicale.

Gran fritto misto di Portacomaro 7 euro
Torta di castagne 1,50 euro

QUARTO
La località fa parte dell’anello frazionale di Asti. Sorge ad un’altitudine di 118 m s.l.m. e conta una popolazione di circa 661 abitanti. La frazione si articola in una parte bassa e in una alta. Tra gli eventi che rendono questa “ventina” molto nota figura il tradizionale Palio degli asini, manifestazione storica particolarmente vivace e partecipata.

La corsa degli asini
Una tradizione che resiste ancora oggi e che annualmente viene riproposta grazie alla competizione fra diversi borghi e paesi astigiani. In sfilata viene presentata un'edizione del passato, con gli allenamenti quotidiani dei fantini che devono trovare l'affiatamento giusto con l'asino per portarlo alla vittoria. Nelle diverse scene che si susseguono si parte con la benedizione degli animali prima della competizione alla presenza degli abitanti della frazione e delle autorità locali che non vogliono perdersi la manifestazione per nulla al mondo. E poi la gara vera e propria con i palafrenieri che spronano i loro asini per farli correre più veloci degli altri e per farli ripartire quando, molto spesso, si “piantano” nel bel mezzo della pista e non ne vogliono sapere di muoversi. Chiude il corteo, dietro la scena della gara, l'orchestra del paese per la festa che seguiva la manifestazione.

Tagliatelle al sugo di cinghiale 3 euro
Rotolo al cacao con nocciole 1,50 euro

REFRANCORE
Il paese si colloca nella parte orientale dell’Astigiano, ergendosi a 150 m s.l.m. L’amministrazione comunale fa capo al sindaco Mario Mortara, primo cittadino di una popolazione che si attesta a circa 1.666 abitanti. Da vedere, tra i vari monumenti, il campanile di San Sebastiano, in piazza IV Novembre, simbolo del paese e di fattura settecentesca.

Il ciclo del fagiolo
La coltivazione del fagiolo dell'occhio, una particolare varietà di legume che deve il suo nome ad una macchia scura, affonda le sue radici nella storia più autentica e antica della comunità di Refrancore. Ogni anno servono cinque carri per sviluppare il tema in tutta la sua completezza: dalla preparazione del terreno alla semina dei fagioli con le varie fasi di crescita e poi la fioritura, la fruttificazione e la raccolta. Sugli ultimi due carri vengono proposti momenti della vita che ruotava intorno ai coltivatori di fagioli con i contadini che la sera si riunivano nelle stalle dopo una dura giornata di lavoro mentre le donne di casa cucivano e ricamavano. E poi la rievocazione della grande festa che si tiene ogni anno a Pentecoste quando vengono fatte cuocere in 24 grandi pentoloni i fagioli con cotica e zampini distribuiti gratuitamente a tutti i presenti.

Fagioli buoni di Refrancore con cotica e zampino 3 euro
Finocchini e zabaglione 1,80 euro
Finocchini e Moscato d'Asti 1,50 euro

REVIGLIASCO
Paese noto, specie in passato, per la produzione delle ciliegie, Revigliasco si trova a 203 m s.l.m., contando circa 800 abitanti, guidati dal sindaco Giuseppe Contorno. Da vedere la chiesa parrocchiale con il monumentale altare; le cappelle votive intitolate a Maria Ausiliatrice  e a San Rocco; la casa dove Vittorio Alfieri fu dato a balia nel 1.749.

Le ciliegie: la fioritura, la raccolta, il mercato
Conosciuto come il “paese delle ciliegie”, Revigliasco non poteva portare altro in sfilata se non le sue “more” e i suoi “grafiun”. Proprio Monsù Grafiun e Madama Ciresa aprono la sfilata davanti al primo carro con i ciliegi in fiore durante la primavera sotto i quali spesso le suore dell'asilo portavano i bambini a giocare. Segue lo spettacolare carro con gli alberi che presentano le ciliegie mature (ovviamente finte e riprodotte con nocciole dipinte ed attaccate una ad una, trattandosi di settembre, ma così verosimili che non mancano di stupire il pubblico ogni anno); qui si presenta anche la fase di raccolta con lunghe scale e capienti ceste. Una volta raccolte le ciliegie venivano portate al mercato dove si pesavano e si contrattava il prezzo. Nella parte finale l'uso delle ciliegie in cucina, soprattutto nella versione sotto spirito oppure nella squisita confettura.

Stufato di vitellone piemontese alla Barbera d'Asti con polenta 4 euro

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