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Attualità

I turisti finalmente potranno vendemmiare in vigna

Novità nel Decreto sull’Enoturismo presentato al Forum Coldiretti

Focus Coldiretti

La capacità ricettiva complessiva degli agriturismi si avvicina a quella degli alberghi tradizionali e oltre il 50% dei turisti che soggiornano nella nostra provincia scelgono una sistemazione “rurale” per passare le loro notti. Una sola la riflessione ed è quella fatta da Coldiretti al suo Forum annuale: «Sarà l’agriturismo a salvare le aziende agricole».
E’ stato infatti tutto diretto all’accoglienza in cascina il focus scelto quest’anno alla presentazione del report annuale dell’annata agraria.
Con un “gioco” molto efficace: sul tavolino all’ingresso della sede del Forum campeggiavano in bella vista 15 bottiglie con l’etichetta inedita “Vendemmia del turista”. All’interno di ogni bottiglia una delle doc o docg più rinomate del territorio e sulle etichette un lungo elenco di tutte le attrattive del territorio astigiano oltre al vino.
«Voi siete il core business dei flussi turistici – dice senza mezze parole il direttore dell’Atl Langhe e Monferrato Mauro Carbone – Chi viene qui, da ogni parte del mondo, cerca prima di tutto un’esperienza agroalimentare. E voi vi trovate a dover gestire un’attività turistica pur facendo un altro mestiere, quello dell’agricoltore o dell’allevatore. Ma ricordatevi che chi viene da voi non si chiede “Quanto costa?” ma “Cosa sto comprando?”. Bisogna lavorare a queste risposte». Aspettative confermate da Giovanna Soligo, agrichef e presidente degli agriturismi Terranostra.
Buone notizie, su questo fronte, sono arrivate dall’onorevole Andrea Giaccone che ha annunciato la firma del tanto atteso Decreto Enoturismo. «Dalla prossima vendemmia sarà possibile portare i turisti in vigna per far vivere loro l’esperienza dello stacco dei grappoli senza correre il rischio di essere denunciati per impiego di manodopera in nero».
Un mea culpa arriva invece da Bruno Violato, presidente di ristoratori e albergatori astigiani.
«Ammetto che troppi locali vendano prodotti di altre regioni senza prima proporre (e conoscere) quelle del nostro territorio. Mi assumo l’impegno di fare in modo che questa consapevolezza aumenti fra i colleghi».

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