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Attualità

Rischio infezioni in Ospedale?
I dati dell’Asl dicono di no

Passa direttamente al sindaco di Asti la preoccupazione del consigliere Mariangela Cotto componente della Commissione politiche sociali sulle infezioni contratte in ospedale. In un'interpellanza,

Passa direttamente al sindaco di Asti la preoccupazione del consigliere Mariangela Cotto componente della Commissione politiche sociali sulle infezioni contratte in ospedale. In un'interpellanza, infatti, la Cotto chiede a Brignolo di intervenire per farsi dare una serie di dati dall'Asl a conferma o smentita di una percezione di aumenti di casi. La consigliera dati non ne ha per giustificare questa crescente preoccupazione ma parla genericamente di una raccolta di segnalazioni a lei indirizzate sia da privati cittadini (amici e conoscenti) che da volontari di associazioni sanitarie sempre più preoccupati per i numeri di infezioni contratte in ospedale da pazienti che sono ricoverati per altre cause.

«Da singoli casi, parlandone, ho ricevuto molte segnalazioni grazie al tam tam fra conoscenti -spiega la Cotto- e riguardano soprattutto infezioni da catetere e polmoniti. Io non so se sia un fenomeno reale o solamente percepito, ma credo valga la pena appurarlo e per questo ho presentato l'interpellanza con risposta scritta». Nell'interpellanza, la Cotto chiede se corrisponda al vero che sono state drasticamente ridotte le spese per la pulizia (parlando di un peggioramento delle condizioni di pulizia dei parcheggi sotterranei), se sono sempre seguiti i corretti percorsi del paziente, dei cittadini e del materiale tipo i rifiuti e la biancheria sporca/pulita o se c'è commistione fra ascensori, tanto per fare un esempio.

Le risposte noi le abbiamo chieste direttamente all'interessato, il direttore sanitario Massimo Uberti che, dati alla mano, rassicura sottolineando che non c'è alcun aumento di casi di infezioni ospedaliere. Spiegando anche come si controllo questo tipo di fenomeno. «I rilievi delle infezioni contratte in ospedale vengono fatti seguendo un protocollo dettato dalla Regione che riguarda soprattutto le ferite chirurgiche. Questo protocollo -prosegue il dottor Uberti- prevede controlli e "richiami" telefonici ai pazienti sia ad un mese di distanza dall'intervento sia ad intervalli più lunghi, fino ad un anno per quanto riguarda, ad esempio, l'impianto di protesi all'anca». E a decidere, anno per anno quali interventi monitorare dopo le dimissioni dall'ospedale, è sempre la Regione sulla base di indicazioni nazionali e internazionali.

Per il 2013, ad esempio, i controlli riguardano gli interventi al colon e le protesi all'anca. Mentre i dati per questi ultimi tipi di operazioni non sono ancora disponibili, per quanto riguarda le prime l'incidenza di infezioni post intervento rilevata è del 6,49% contro una media piemontese del 9,63. Lo stesso intervento al colon era già stato monitorato nel 2010 e l'Asl di Asti aveva allora segnalato un'incidenza del 10%; in soli tre anni, dunque è notevolmente diminuita. E sempre l'Asl di Asti, nel 2012 (ultimo anno disponibile) aveva ottenuto dalla Regione una valutazione di 82/100 sulla prevenzione delle infezioni ospedaliere. Sulle presunte infezioni da catetere e polmoniti, il dottor Uberti specifica che non è scientificamente possibile rilevare le infezioni contratte in ospedale da quelle in focolaio all'entrata dei pazienti oppure causate da contatti con parenti e visitatori.

Non a caso, infatti, oltre ad una maniacale formazione degli operatori sanitari in merito all'importanza dell'igiene soprattutto delle mani, in ogni camera di degenza è presente un cartello rivolto a parenti e visitatori in cui vengono invitati a disinfettarsi le mani con un apposito prodotto in dotazione in ogni bagno. «Confermo che tutti i percorsi di materiale potenzialmente infettivo sono separati da quelli di materiale sterile e negli unici punti di incontro vi arrivano sigillati in contenitori -specifica il dottor Uberti che spiega anche i tagli alle pulizie – E' vero che abbiamo ottimizzato i costi di pulizia, ma tagliando esclusivamente i passaggi in locali non frequentati dai pazienti come gli uffici, i parcheggi e ambienti di scarsissimo afflusso di persone. Il livello di igiene nei reparti, negli ambulatori e nelle parti comuni molto frequentate è rimasto quello di prima».

Daniela Peira

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