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Attualità, Sport

Il Borgo San Lazzaro primatista di vittorie nel Palio: ben sei

Nella storia del nostro Palio, partendo dall’anno della ripresa (1967), a conquistare il maggior numero di successi sono stati i gialloverdi

Il debutto nel 1968

Nella storia del nostro Palio, partendo dall’anno della ripresa (1967), a conquistare il maggior numero di successi è stato il Borgo San Lazzaro: per sei volte le accoppiate gialloverdi hanno tagliato per prime il traguardo.
Subito una curiosità: il debutto di San Lazzaro – San Domenico Savio non avvenne in occasione del primo anno della manifestazione, 1967, bensì nella successiva annata paliesca, il 1968, quando con il fantino Giuseppe Bocchio guadagnò l’accesso alla finale. Non riuscì però a fare meglio del sesto posto.

Gli anni di Eliso Nattino

Primo Rettore dei gialloverdi fu Eliso Nattino, che guidò il Comitato per quattro anni (dal ’68 al ’71) portandolo a disputare tre finali. Oltre al già menzionato 1968, San Lazzaro superò la batteria nel 1970 e nel 1971, piazzandosi poi rispettivamente secondo e quarto in finale. Nel primo caso con Graziano Grego su Pompea, accoppiata battuta soltanto dalla Torretta Santa Caterina (Sergio Ruiu su Amedeo) e nella seconda circostanza sempre con Graziano Grego su Ribbon, in un’edizione del Palio vinta da Don Bosco-Viatosto (Nino Manca su Via Veneto)

Arriva Mario Torta

Dopo i quattro anni di rettorato di Eliso Nattino, la massima carica del Comitato venne occupata da Mario Torta, che la mantenne per nove edizioni, dal 1972 al 1980. San Lazzaro andò a caccia del successo fin dall’esordio di Torta, ma dovette arrendersi nel 1972 con l’accoppiata composta da Osvaldo Santucho su Swarty (secondo posto) alla vincitrice Santa Maria Nuova. Seguirono tre anni in tono minore, con i gialloverdi sempre eliminati in batteria. Per rivederli lottare per la vittoria bisognerà attendere il 1976, quando Renato Magari, su Capriccio, contese fino all’ultima curva a suon di nerbate la vittoria alla Torretta Nostra Signora di Lourdes che montava Mariolino Beccaris su Cel. Grande la delusione per il mancato successo. Nonostante il forte desiderio di rivalsa per quattro anni, dal 1977 al 1980, San Lazzaro non riesce più a superare la batteria.

Poi tocca a Vandro Pagliero

Nel 1981 il testimone alla guida del Comitato viene raccolto da Vandro Pagliero, il quale, imitando i suoi predecessori, debutta con un Palio da protagonista. Il Borgo sceglie a difesa dei propri colori l’emergente Mario Cottone, detto Truciolo, affidandogli Iris Karabash. La finale è spettacolare e vede Cottone fiondarsi al comando quando il mossiere Sabatino Vanni abbassa. Due giri a tutta e speranze di trionfo che paiono materializzarsi in casa gialloverde. Ma Iris nell’ultimo giro cala sensibilmente subendo il sorpasso da parte di Montechiaro e San Pietro. Renato Magari su Albert Todt vincerà quel Palio per il Comune biancoceleste, respingendo d’un soffio gli attacchi continui di Innocenzo Schiavone (San Pietro) su Chanal. San Lazzaro, dopo aver sognato, terminerà al terzo posto.

Inizia l’era di Franco Serpone

Il 1982 non porta alcuna gioia nel Borgo di Corso Casale. Vandro Pagliero esce di scena (rientrerà nel 1993) e comincia l’epopea di Franco Serpone, il Rettore più vittorioso in assoluto nella storia del nostro Palio: quattro i trionfi al suo attivo. Alla guida di un team affiatatissimo, fatto di personaggi assai conosciuti che per diversi motivi avevano scritto pagine importanti nella storia della nostra città (citiamo a memoria Marco Gastino, Guido Martinengo e Luciano Cerrato, chiedendo venia per le dimenticanze….) Serpone esordisce con un terzo posto nell’anno in cui il Borgo San Pietro coglie il suo quarto successo dall’anno della ripresa con l’accoppiata Ginosa-Cringleford. Il binomio gialloverde è composto da Rinaldo Spiga sul fortissimo Czelin. Una partenza sfortunata spegne però le velleità “sanlazzarine” e a poco serve la forsennata rimonta di Spingarda: in Corso Casale arrivano nuovamente gli “speroni (terzo posto).

Il biennio di Spiga

L’anno successivo viene ridata fiducia a Spiga, che monta Dakkar, soggetto di tutto rilievo. Tutto bene in batteria e ottimo avvio anche in finale, ma alla distanza il cavallo cala vistosamente e a vincere è San Martino San Rocco con Aceto su Stachys. San Lazzaro termina la propria fatica al sesto posto.
Serpone ed i suoi sono affamati di successo, il popolo gialloverde lo attende con ansia spasmodica. Siamo nel 1985 e chiuso il rapporto con Spiga le speranze vengono riposte su Silvano Vigni, detto Bastiano, che con il suo Mon Amour si qualificherà per la finale giungendo terzo in batteria. L’ultimo atto della corsa è però una sfida a due tra San Rocco (Truciolo) e Tanaro (Aceto) che si nerbano come forsennati. La spuntano i biancoverdi, centrando un formidabile bis. “Bastiano” prova a farsi sotto, unico degli altri finalisti a cercare di emergere, ma cade giro conlusivo. Il suo scosso chiude settimo. Pare una maledizione. Il 1986 va mestamente in archivio per i gialloverdi: a vincere sarà Canapino per il Comune di Nizza.

La prima vittoria di Massimino

Nell’ultimo Palio disputato sull’ovale della piazza sottostante il sogno di San Lazzaro finalmente si concretizza, grazie ad un giovane ma già eccellente fantino, Massimo Coghe, detto Massimino, da Norbello, 23 anni, che dopo aver rischiato l’eliminazione in batteria per l’attacco portatogli dallo scosso di Nizza, disputa con la sua Akebat una finale magistrale, dominando dalla caduta del canapo fin sul palo d’arrivo. Spettacolare l’ultimo giro, condotto per lunghi tratti a nerbo alzato. E’ il primo Palio che finisce nella bacheca di San Lazzaro: termina un’attesa durata 19 anni. Si cambia piazza (1988), il Palio si trasferisce sul “triangolo” di Piazza Alfieri. Coghe, confermato a furor di popolo, non supera la batteria. Vince Moncalvo con Bucefalo su La Scodata, accoppiata che bisserà il trionfo l’anno a venire. Niente finale per San Lazzaro, sempre con fantino Massimo Coghe. Il Borgo ad est della città decide di cambiare e nel 1990 si affida a Tonino Cossu, detto Cittino. Il cavallo dei gialloverdi non riesce però ad avvicinarsi al canapo, scalciando più volte. Scatta la squalifica, comminata dal Capitano Andrea Sodano. Il Drappo andrà allo scosso di Tanaro (fantino Bucefalo).

Cittino centra il bis per i gialloverdi

A Cittino viene in ogni caso concessa un’ulteriore chance, sfruttata al meglio. Siamo nel 1991 ed il purosangue dei gialloverdi è Blue Bell Music. Bucefalo pare destinato al bis per Tanaro (nonché suo poker personale), ma viene infilato dallo scosso di San Rocco. Tonino Cossu è bravissimo ad approfittare della situazione creatasi e alla curva dei Giardini sferra l’attacco decisivo, andando a cogliere il secondo trionfo per San Lazzaro. Serpone chiude il suo primo ciclo da Rettore nel 1992, sempre con Cittino. Terzo posto, l’ennesimo per i gialloverdi, dietro al vincitore San Silvestro (fantino Depau) e alla Torretta (Mureddu). L’eredità di Franco Serpone viene raccolta dal rientrante Vandro Pagliero, che conquista sempre con Cittino un quarto posto nel 1993, senza però centrare la finale nei due anni successivi.

Ecco Scaglia e poi ancora Serpone: terzo Drappo

Tocca poi a Renzo Scaglia prendere in mano il timone del Borgo, dal 1996 al 1998. Dopo due annate in chiaroscuro arriva quale miglior risultato per Scaglia il terzo posto del 1998, con l’accoppiata composta da Massimo Donatini e Picciola. Il 1999 segna il ritorno di Franco Serpone al vertice del Comitato, e, manco a dirlo, di Massimo Coghe quale fantino. Massimino porta ad Asti Shakuntala, figlia della grigia Akebat, superando la batteria senza soverchi problemi. In finale è lotta dura con Nizza (Chiapello) e Torretta (Pusceddu), ma ancora una volta l’artista di Norbello si lascia tutti alle spalle. Il Palio dipinto da Gigino Falconi va a far compagnia in casa gialloverde a quelli di Enrico Paulucci e Francesco Casorati.  Nel doppio evento del 2000, ordinario e straordinario, San Lazzaro non va in finale, preparandosi al meglio per l’edizione 2001.

Coghe e Millennium Bug: spettacolo puro e quarto trionfo

Massimino, una sorta di istituzione, monta un cavallo eccezionale, Millennium Bug, spendendo poco o nulla in batteria. In finale è lotta aperta con la Torretta (Bucefalo) e con lo scosso di Moncalvo (era caduto il fantino Sechi). Nel terzo giro, tra la curva del Cavallone e quella dei Giardini, Coghe chiede il massimo sforzo a Millennium che lo asseconda in maniera splendida. Quarto Palio della storia per San Lazzaro, terzo conquistato da Massimino. Serpone esce di scena nel 2002, con quattro trionfi personali. Nessuno come lui, finora, ha vinto tanto.

Durizzotto fa cinquina

Nel 2003 inizia l’era di un altro grande Rettore gialloverde, Remigio Durizzotto, che dopo il terzo posto del 2004 con Franco Casu, detto Spirito, su Stravascia, il secondo con Giuseppe Zedde, detto Gingillo, sul suo Baonero nel 2005 e l’ottavo sempre con Gingillo nel 2006, tocca l’apice dei suoi nove anni di mandato trionfando nel 2008 con l’eccellente accoppiata (una garanzia) Zedde-Domizia, in un Palio letteralmente dominato. Durizzotto regala al suo Borgo il Drappo di Flavio Piras. Nel 2009, con Franco Casu su Lonery, San Lazzaro si piazza sesto.
Carlo Biamino diventa Rettore dei gialloverdi nel 2012, mantenendo la carica fino al 2016 compreso. Il suo bilancio personale recita: sesto posto nel 2012 con Dino Pes, quinto posto nel 2015 con Giuseppe Zedde e sempre con Gingillo secondo posto nel 2016 alle spalle di Nizza.

Con l’esordiente Quirico sono sei

Un successo sfiorato che Biamino avrebbe strameritato, ma rinviato di un solo anno, quando, al debutto da Rettore, nel primo anno in cui il nostro Palio vede protagonisti i cavalli mezzosangue, Silvio Quirico grazie all’accoppiata Zedde-Bomario da Clodia conquista per il suo Borgo il sesto (è un record) successo della storia, accaparrandosi il Drappo dipinto da Mauro Chessa. Attualmente in carica, Quirico disputa la finale anche nel 2019, sempre con fantino Gingillo (cavallo Uired) terminando in quarta posizione.

Nella foto: secondo trionfo gialloverde. Scaglia, Serpone, Cerrato e Quirico festeggiano Tonino Cossu, detto Cittino, vincitore del Drappo 1991 per il Borgo San Lazzaro.

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