Sono preoccupanti i risultati degli studi di Donato Lanati e del centro di Ricerca Applicata Enosis Meraviglia. Ormai è certo che i cambiamenti climatici stiano impattando sulla vite e sulla qualità dei vini, resta da comprendere come adattare le culture a questi mutamenti. Il ricercatore prevede cambiamenti importanti nel colore e nell’alcol a causa dell’aumento della Co2, della luce e della temperatura. «La differenza tra gli acini dello stesso grappolo sarà abissale – sottolinea – . Con temperature sui 35° esterni, gli acini, delle uve molto esposte a colpi di sole raggiungeranno i 50° interni. La velocità repentina della maturazione brucerà i passaggi fisiologici, rompendo gli equilibri naturali tra la maturazione stessa e i profumi».
A risentirne saranno le zone meno vocate. Ancora Lanati: «Per i bianchi, la raccolta anticipata trasferirà un sapore più amaro al vino, diversamente, i colori saranno più rosati. Per i rossi, invece, si rischia di perdere profumazione, mentre anticipare comporterà avere tannini non ancora maturi e antociani non completamente formati. Anche la Barbera andrà in sofferenza, essendo le sue foglie veri e propri pannelli solari; il vino sarà più aranciato e meno luminoso».
E aggiunge: «La sfida è enologica, ma soprattutto viticola. L’apparato radicale è altrettanto importante quanto quello aereo». Le soluzioni, secondo il ricercatore, non sono molte. «Spostarsi più a nord o in montagna e in zone ombreggiate, oppure, fare ricerca e cercare vitigni più resistenti».
a.p.